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MAGGIO 2017

FIELDBUS & NETWORKS

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scopo della Direttiva, inoltre, si traduce

nell’ottimizzazione delle potenzialità dei

materiali da costruzione impiegati, così

come delle risorse presenti nell’ambiente

esterno all’edificio stesso, per riuscire a

garantire al meglio i requisiti di comfort

termico richiesti dalla normativa vigente.

Chiaramente la più grande sfida è riuscire a

realizzare questi edifici con costi contenuti,

o almeno paragonabili a quelli tipici che ci

si trova ad affrontare nella costruzione di

abitazioni ‘classiche’. Secondo un rapporto

dell’Università Inglese East Anglia, se lo

standard degli edifici a consumo quasi zero

fosse imposto a tutte le nuove abitazioni ai

restauri, l’Europa potrebbe puntare a una ri-

duzione dei consumi energetici del 40% al

2050. Infatti, in Italia l’energia consumata

nell’edilizia residenziale per riscaldare gli

ambienti (circa il 57% del totale), per l’ac-

qua calda sanitaria (25%), gli elettrodome-

stici e l’illuminazione (11%) e per il gas a

uso cucina (7%) rappresenta circa il 30%

dei consumi energetici nazionali e circa il

36% delle emissioni totali nazionali di gas

serra (dati Enea ed Euristat). Una casa ita-

liana consuma troppo rispetto a un’analoga

abitazione straniera, in media tra i 250 e i

300 kWh per m

2

di superficie l’anno, pari a

25/30 litri di gasolio o m

3

di metano, circa

2.000 euro di bolletta energetica l’anno.

Nel dibattito circa l’introduzione degli

nZEB si fa riferimento a una serie di tipo-

logie: ‘passive house’, edifici verdi, case

solari, edifici sostenibili ecc. Tutte queste

tipologie sono efficaci a modo loro, come

dimostra il gran numero di progetti in tutto

il mondo, tuttavia la passive house si distin-

gue su tutte per il suo standard definito in

modo chiaro e l’alto grado di applicabilità.

Partiamo dall’involucro…

Per un edificio a basso consumo energetico

occorre pensare a soluzioni impiantistiche

efficienti e basate sull’uso di risorse ener-

getiche rinnovabili, però solo dopo aver ri-

dotto il fabbisogno energetico intervenendo

sull’involucro e sui sistemi tecnologici

usati. Nasce quindi la necessità di creare

un filtro efficace tra l’ambiente interno e

quello esterno. L’involucro edilizio diventa

il punto di partenza per l’ottenimento di

un’elevata qualità dell’ambiente indoor con

bassi consumi energetici.

In linea generale, le passive house sono re-

alizzate in legno, passando all’isolamento

in fibre di legno, canapa e cellulosa, per

terminare con la finitura in argilla e calce.

Questi materiali vengono utilizzati per la

costruzione di case da generazioni e sono

adatti a tutti, soprattutto ai soggetti aller-

gici. Vi è da considerare anche la tipologia

di casa in cemento e in muratura, perché

questo materiale costruttivo garantisce

elevate prestazioni di resistenza mecca-

nica, resistenza alle sollecitazioni sismiche,

elevato isolamento termico e acustico, per-

mettendo di ridurre i consumi energetici

e l’impatto ambientale, dal momento che

costituisce una delle fonti rinnovabili mag-

giormente ecosostenibile e accessibile a

tutti per prelievo e costi.

In una casa passiva, a impatto zero e nella

tipologia con elevata efficienza energetica,

l’obiettivo principale è quello di potenziare,

incrementare e ottimizzare il rendimento

energetico, frutto di una studiata e pro-

gettata disposizione dell’abitazione per lo

sfruttamento delle risorse rinnovabili e in

modo particolare l’irraggiamento solare,

Il progetto Botticelli ha realizzato in

À

energia zero nei climi mediterranei del

Sud Europa

Il Vancouver Convention Centre West, struttura imponente che unisce

!

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Foto tratta da wikipedia

Foto tratta da cherylyoung.files.wordpress.com

Foto tratta da img.archilovers.com