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MAGGIO 2017

FIELDBUS & NETWORKS

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Fieldbus & Networks

attraverso le aperture della casa e le pa-

reti. Le pareti di una casa in legno presen-

tano, in Europa, in genere uno spessore di

circa 30 cm e per aumentare il rendimento

energetico dell’abitazione, riducendo il

fabbisogno energetico, è necessario stu-

diare e progettare determinate caratteri-

stiche dell’edificio per ridurre le dispersioni

termiche. In particolare occorre: ridurre le

aperture e le finestre sul lato nord dell’e-

dificio; installare delle vetrate, anche di

grandi dimensioni nella parte sud dell’abi-

tazione, zona in cui l’irraggiamento solare

è maggiore; investire sugli interventi di un

cappotto esterno, per esempio in polisti-

rene espanso, il quale è ideale per ottimiz-

zare l’isolamento termico della copertura.

In Italia un’abitazione si considera ‘pas-

siva’ quando riesce a produrre la stessa

quantità di energia (passiva) necessaria

al suo fabbisogno energetico, che all’anno

non dovrebbe superare i 15 kWh/m

2

.

L’energia prodotta da questa tipologia di

abitazione viene indicata come passiva

perché accumulata con: l’irraggiamento

solare; il calore prodotto dagli elettrodo-

mestici presenti nell’abitazione; il calore

degli occupanti della casa.

- In base al Protocollo Casa Clima 2009, le

case in legno hanno l’obbligo di possedere

il requisito della tenuta d’aria, certificato

tramite Blower Door Test, ovvero la per-

meabilità e l’ermeticità dell’edificio che

ne riducono la formazione di condensa,

attestabile su un valore di n50<0,61/h per

permettere che i benefici e il comfort ener-

getico siano presenti in qualsiasi stagione

dell’anno.

- Per ottenere un modello di edificio a ri-

dottissimo fabbisogno di energia, il suo

involucro deve essere estremamente iso-

lato, privo di ponti termici e avere un’ot-

tima tenuta all’aria. Il livello di isolamento

dipende dal contesto climatico in cui l’e-

dificio si trova, dalla sua forma, dal suo

orientamento e dai materiali utilizzati. Il

posizionamento delle finestre è fonda-

mentale. Infatti, dalle finestre entrano

l’energia che riscalda d’inverno l’edificio,

e la luce naturale, che rende piacevole

il soggiorno negli ambienti interni. Ma il

sole entra anche in estate, surriscaldando

l’edificio e provocando abbagliamento, per

cui alle finestre occorre sempre abbinare

un sistema di schermatura solare, posto

esternamente agli infissi, per modulare

l’ingresso del calore e della luce. Bisogna

calibrare apporti solari e schermature in

modo da ottenere un bilancio termico otti-

male in inverno come in estate e garantire

il comfort visivo.

- L’involucro di una casa a energia zero

deve essere isolato su tutti i lati, anche

contro il terreno. Si isolano le fondazioni,

i muri esterni, il tetto; si eliminano o si

disaccoppiano termicamente i balconi e

le pensiline; si scelgono infissi con telai

dotati di taglio termico e tripli vetri con

distanziali basso-emissivi, che evitano la

formazione di condensa sul bordo tra vetro

e telaio. Soprattutto occorre ridurre a zero

i ponti termici.

In un involucro ben isolato, un punto non

isolato provoca una fuoriuscita veloce e

puntuale del calore e un forte abbassa-

mento della temperatura interna che com-

porta la formazione di condensa e muffa.

Per questo motivo in un edificio nZEb de-

vono essere progettati tutti i punti nei quali

l’involucro si piega o cambia di materiale,

in modo da evitare perdita di energia e

soprattutto la formazione di condensa su-

perficiale o interstiziale, che porterebbe

velocemente alla formazione di muffe e

renderebbe insalubri i locali.

Risparmiare energia è importante come

ridurre le emissioni di CO

2

nell’ambiente

causate dall’edificio, ma un edificio nZEB

deve anche essere confortevole e salubre,

in grado di raggiungere elevati livelli di

qualità dell’aria interna. Fondamentale è

l’incidenza delle finiture superficiali degli

edifici sul fabbisogno energetico, sui costi

di gestione e sull’impatto ambientale.

Quando una parete è investita dalla radia-

zione solare di intensità I, la parete assorbe

parzialmente l’energia incidente secondo il

suo coefficiente

Ơ

sol, producendo un innal-

zamento della temperatura della superficie

esterna. Tale variazione di temperatura

produce una variazione del flusso termico,

che interessa il componente opaco rispetto

alla situazione di assenza della radiazione

solare, al punto tale che la superficie po-

trebbe riscaldarsi fino a invertire il verso del

flusso termico scambiato con l’aria esterna,

ossia in condizioni estive potrebbe uscire

anziché entrare e in condizioni invernali

potrebbe entrare anziché uscire. In pratica,

tutto avviene come se l’aria esterna avesse

una temperatura fittizia più elevata, tale da

fornire per scambio anche il flusso termico

corrispondente alla radiazione solare.

Tuttavia, il surriscaldamento estivo degli

edifici e ciò che ne consegue in termini di

fabbisogni energetici, può essere limitato

utilizzando delle particolari finiture super-

ficiali, le cosiddette ‘cool paint’, o più in

dettaglio, per esempio facendo riferimento

Foto tratta da www.essetp.it

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