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MAGGIO 2017

FIELDBUS & NETWORKS

44

Fieldbus & Networks

R

ealizzare e/o trasformare gli

edifici in cui passiamo il no-

stro tempo in costruzioni che

rispettino l’ecosistema risulta

essere la sfida domotica dei

prossimi anni. Infatti, la necessità di ripen-

sare il nostro quotidiano per renderlo più

‘environmentally friendly’ riguarda neces-

sariamente gli edifici all’interno dei quali le

attività umane si svolgono, dalle abitazioni

agli uffici, agli edifici pubblici. Tutto ciò si

traduce nel desiderio/necessità di costruire

edifici salubri, confortevoli ed ecologica-

mente compatibili.

La commissione mondiale sull’ambiente

e lo sviluppo Wced (World Commission

on Environment and Development), del

resto, nel 1987, con il

Rapporto Bruntland

intitolato

‘Il futuro di tutti noi’

(

Our com-

mon future

), teorizzando che ogni politica

di sviluppo deve essere in grado di favorire

la tutela ambientale, definì lo sviluppo so-

stenibile come quello sviluppo

“ ... in grado

di soddisfare i bisogni dell’attuale genera-

zione non compromettendo la possibilità

delle future generazioni di soddisfare i

propri“

. Ovviamente, ciò non significa ri-

nunciare al benessere e allo sviluppo cul-

turale e tecnologico, ma garantirlo senza

minacciare irreversibilmente le risorse

del Pianeta. Da ciò il concetto di ecoso-

stenibilità, nel quale rientrano numerose

direttive UE e i notevoli investimenti cultu-

rali ed economici che riguardano l’edilizia

ecosostenibile e/o ‘a impatto zero’, che

si propongono di costruire e/o rendere gli

edifici quanto più possibili indipendenti da

un punto di vista energetico (riscaldamento,

raffrescamento, produzione di acqua calda,

ventilazione e illuminazione) e alimentare

(anche grazie all’agricoltura idroponica o

aeroponica), di incrementare il risparmio

energetico, abbattere le emissioni di gas

a effetto serra, chiudendo il ciclo di produ-

zione, installazione e smaltimento senza

impattare con sostanze nocive, il tutto con

elevati standard di modernità e comfort

all’interno degli stessi.

Secondo la Direttiva 2010/31/UE,

‘Energy

Performance of Buildings, Epbd-recast’

,

gli Stati membri devono adottare una

metodologia di calcolo delle prestazioni

energetiche degli edifici che consideri le

caratteristiche termiche dell’involucro edi-

lizio, gli impianti di riscaldamento/clima-

tizzazione e di produzione di acqua calda

sanitaria, l’impianto di illuminazione e le

condizioni climatiche ambientali interne.

Inoltre, viene prevista l’introduzione di si-

stemi di misurazione intelligenti quando

un edificio è in fase di costruzione, o nel

momento in cui l’edificio è oggetto di una

ristrutturazione importante. Uno degli

aspetti più importanti introdotti dalla Epbd

recast sono gli edifici a energia quasi zero

(nZEB - Nearly Zero Energy Building), cioè

‘Edifici ad altissima efficienza energetica,

il cui fabbisogno basso o quasi nullo deve

essere coperto in misura significativa da

fonti energetiche rinnovabili’

. In partico-

lare, a partire dal 31 dicembre 2018 gli

edifici di nuova costruzione occupati e/o di

proprietà delle pubbliche amministrazioni,

e dal 31 dicembre 2020 tutti gli altri edi-

fici di nuova costruzione, dovranno essere

concepiti secondo il concetto di nZEB. Lo

GRAZIE ALL’USO APPROPRIATO DELLE RETI E A UNA GESTIONE EFFICIENTE

DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI È POSSIBILE REALIZZARE STRUTTURE IL CUI

IMPATTO SULL’AMBIENTE SIA NULLO O QUASI. VEDIAMO COME

di

Laura Celentano

High-light

EDIFICI ‘A IMPATTO ZERO’