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SETTEMBRE 2016

FIELDBUS & NETWORKS

55

corrispondere a terzi. Powerlink

è distribuita in accordo con la li-

cenza BSD (Berkeley Software

Distribution) che implica due

aspetti molto importanti: il primo

è che con questo tipo di licenza

gli utenti possono liberamente

modificare e distribuire il codice

sorgente originale, il secondo

è che il prodotto con il sorgente

originale o modificato può essere

ridistribuito e venduto con una li-

cenza differente, mettendo gli uti-

lizzatori nella posizione di tutelare

il proprio business e la proprietà

intellettuale”.

Luca Cavagnari

, head of sales, Industrial Automation Business

Group (Iabg) di

Delta Italy

(

www.deltaww.com

): “Una rete o

sistema bus di comunicazione è da considerarsi aperto se facil-

mente accessibile a terze parti per

lo sviluppo di dispositivi che pos-

sano avere questo tipo di inter-

faccia. Bisogna fare attenzione a

non confondere l’ampia diffusione

di una rete con la sua apertura.

Esistono infatti molte reti, soprat-

tutto basate su Ethernet, che pur

essendo ampiamente utilizzate,

sono scarsamente aperte, se non

addirittura proprietarie. Tuttavia,

non bisogna nemmeno confondere

l’apertura con l’assenza di paga-

mento di royalty o fee annuali di

consorzio. Un’associazione oppor-

tunamente gestita, che non goda

di fondi pubblici, deve per forza avere mezzi di sostentamento

per lavorare e promuovere ulteriore sviluppo tecnologico. L’impor-

tante è che tali fondi (una tantum, annuali, o legati alla singola

implementazione) garantiscano un effettivo accesso alle risorse,

senza privilegi di alcun tipo”.

Alberto Griffini

, product ma-

nager Avanced PLC & Scada di

Mitsubishi Electric

(

it3a.mitsu-

bishielectric.com

): “Una rete di

comunicazione aperta consente la

realizzazione di sistemi di automa-

zione composti da dispositivi pro-

venienti da fornitori differenti che

condividono una soluzione tecno-

logica comune. Affinché questo sia

possibile sono necessarie alcune

condizioni, come la disponibilità

delle specifiche tecniche, dell’in-

tegrabilità hardware e software,

di un’associazione alla portata di

tutti, sia costruttori sia utilizzatori. Tutte queste caratteristiche

sono rispettate dalla rete Ethernet industriale CC-Link IE e dal cor-

rispondente fieldbus CC-Link, entrambe supportate dal consorzio

Clpa (CC-Link Partner Association).

Nicola Peli

, product expert motion, Industry Business di

Schnei-

der Electric

(

www.schneider-electric.it

): “Una rete aperta con-

sente di condividere dati in modo semplice, stabile ed efficiente

tra tutti i dispositivi e i componenti di un’installazione o di una

fabbrica, a ogni livello applicativo. Uno dei punti che contrad-

distingue una rete aperta consiste nel fatto che il protocollo

utilizzato sia uno standard pubblicato e reso disponibile a tutti

liberamente o con licenza. Un esempio per Schneider Electric è

Modbus TCP/IP, divenuto uno standard universalmente diffuso e

liberamente utilizzabile, che non è legato all’utilizzo di uno speci-

fico tipo di hardware. Altra caratteristica delle reti e dei protocolli

aperti è rappresentata dal supporto da parte di più produttori e

fornitori di software, i quali fa-

cendo riferimento a una specifica

organizzazione, contribuiscono a

sostenere e sviluppare lo stan-

dard, offrendo maggiore libertà e

scelta all’utente finale. È anche

per questo motivo che Schneider

Electric, in termini di protocolli di

comunicazione Ethernet-based per

l’automazione industriale punta

su Ethernet/IP e Sercos III, pro-

tocolli non proprietari, orientati a

un approccio più standardizzato e

strutturato e che assicurano per-

formance a livello applicativo”.

F&N:

È difficile immaginare un futuro senza soluzioni aperte. Ma

qual è oggi il ruolo delle reti proprietarie e quali sono le prospet-

tive per il futuro? In particolare, ci sono ambiti in cui le soluzioni

proprietarie vantano una posizione ancora inespugnabile?

Cazzola

: La maggior parte delle reti che inizialmente si sono im-

poste e diffuse sul mercato si basano su tecnologie proprietarie.

A partire dal periodo post-crisi del 2009, poi, è cresciuta in molti

costruttori di macchine l’esigenza di modificare rapidamente l’e-

quipaggiamento delle proprie commesse, un compito tanto più

agevole quanto più ampia è la proposta dei fornitori. In futuro si

assisterà a un’ulteriore affermazione di questa coscienza: la libera

scelta di fornitura sarà alla base di ogni risk management e sarà

la scelta più immediata se orientata verso tecnologie riconosciute

come aperte e standard dal mercato. E questo probabilmente già

oggi non permette di affermare con assoluta sicurezza che ci siano

tecnologie in posizioni inespugnabili. In tutti gli ambiti dell’indu-

stria ci sono ancora molti casi in cui la soluzione proprietaria resi-

ste, talvolta motivati dalla continuità con il passato e dal desiderio

di rimanere nella propria ‘comfort zone’, con una soluzione che

ha sempre funzionato a dovere. Tuttavia, prima o poi questi casi

dovranno essere messi in discussione a favore di una valutazione

di tecnologie aperte che possano meglio garantire l’interconnes-

sione, l’interoperabilità e la diagnosi sulla linea, che l’incalzante

Industria 4.0 oggi ci chiede”.

Griffini

: “In effetti le soluzioni di rete proprietarie sono general-

mente in declino per quanto ancora largamente utilizzate in certi

ambiti particolari, come la raccolta dati high-speed, la strumenta-

zione di processo, la sicurezza d’impianto o la domotica. I vantaggi

offerti sono spesso la specificità riferita all’applicazione, l’affi-

dabilità e la competenza da parte dell’azienda proprietaria dello

sviluppo. Di contro, spesso si tratta di tecnologie non particolar-

mente aggiornate, o comunque derivate da soluzioni standard non

Luca Cavagnari

di Delta Italy

(Delta Energy Systems)

À

di Mitsubishi Electric

Alessandro Cazzola

di Epsg - Ethernet Powerlink

Standardization Group

Nicola Peli

di Schneider Electric