SETTEMBRE 2016
FIELDBUS & NETWORKS
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Fieldbus & Networks
del mercato. Pensare di utilizzare molti sistemi diversi e doverli
gestire tutti insieme è impraticabile, soprattutto per le strutture
medio-piccole che ancora oggi in Italia rappresentano il tessuto
principale di mercato”.
Griffini
: “Ovviamente la standardizzazione permette di ridurre i
costi di apprendimento del personale e di massimizzare la flessi-
bilità in fase di sviluppo e ampliamento delle linee di produzione.
L’attività dei system integrator è in gran parte semplificata dal
poter impiegare componenti di sistema pensati per comunicare in
modo trasparente con il controllore centrale o i sistemi di livello
superiore dedicati alla supervisione d’impianto, archiviazione e
analisi dei dati di produzione. Un ulteriore vantaggio delle reti
aperte è la possibilità di creare punti di interscambio tramite
accoppiatori facilmente realizzabili proprio perché entrambe le
tecnologie sono accessibili, come è previsto dalle tecnologie di
comunicazione Ethernet supportate dai consorzi Clpa e PI (Profibus
& Profinet International).
Cazzola
: “In generale, si può dire che l’uso di software open
source consenta di ridurre i costi di esercizio e mantenerli inferiori
alla media e che una soluzione aperta sia meno costosa di una
proprietaria, perché i dispositivi basati su tecnologia aperta sono
destinati ad avere maggiori volumi di produzione. Con Powerlink il
codice sorgente è già disponibile e questo elimina i tempi e i costi
di sviluppo, di debug e di correzione del software. La diffusione di
Powerlink poi sta avendo ulteriore crescita, anche grazie alla di-
sponibilità di numerosi fornitori di tecnologia che offrono lo stack
già pronto, su diverse piattaforme hardware, contribuendo a di-
minuire i tempi di ricerca e sviluppo. Gli associati a Epsg possono
condividere informazioni e specifiche dei progetti: in diversi casi i
costruttori di macchina hanno approfittato della loro appartenenza
a Epsg per sedersi agli stessi tavoli dei loro fornitori e condividere
il progetto di un nuovo dispositivo dalle sue prime fasi, riuscendo
a influenzarne lo sviluppo e portando anche un prezioso contributo
per la creazione di una soluzione in grado di rispondere a tutte le
effettive esigenze di chi poi la doveva usare davvero”.
Peli
: “Certamente con l’architettura aperta un produttore ha
maggiori possibilità di proporsi sul mercato e accedervi più rapi-
damente, mentre un system integrator ha più interlocutori a cui
fare riferimento. Poi come produttore si tratta di scegliere su cosa
basare l’architettura aperta: Schneider Electric ha scelto Sercos
III ed Ethernet/IP e lo ha fatto perché Sercors III è legato a regole
e scelte hardware precise, mentre Ethernet/IP è uno standard in-
dustriale aperto, accessibile a chiunque senza vincoli o licenze”.
Randieri
: “I dispositivi industriali connessi a una rete aperta, tra
cui controllori, sensori e altri dispositivi, generano una mole sempre
maggiore di dati relativi alle performance delle macchine, ai con-
sumi di energia ecc., il tutto per ogni fase del processo produttivo. I
dati raccolti, che di fatto rappresentano un ‘asset’, possono essere
contestualizzati e trasformati in un patrimonio di informazioni di
business da mettere a disposizione degli operatori più esperti e ca-
paci. Una rete aperta rappresenta il supporto fisico ideale su cui far
leva per aiutare a raccogliere, instradare e condividere in modo si-
curo i dati acquisisti e misurati, in modo da guidare i responsabili di
reparto a prendere le decisioni più appropriate. Solo in questo modo
l’utilizzo del patrimonio delle informazioni di lavoro permetterà alle
aziende produttrici di fare quel ‘salto’ che gli consentirà di passare
dal collegamento di semplici operazioni, all’essere le aziende ‘in-
telligenti’ del futuro, interconnesse secondo i moderni canoni su
cui poggia il concetto di Internet of Everything. Utilizzando le stesse
tecniche del mondo IT, Ethernet/IP permette alle informazioni di
fluire liberamente verso la destinazione desiderata anche nelle
operazioni di produzione più complesse, consentendo una mag-
giore collaborazione tra dispositivi, macchine e operatori (da cui il
concetto di ‘Internet of Everything’). Sono fermamente convinto che
anche il comparto dell’automazione industriale debba essere pronto
a supportare e a fornire ai propri clienti soluzioni adatte all’adozione
di queste nuove tecnologie in un futuro molto immediato. Ethernet
of Everything è l’unico strumento per offrire all’industria queste
significative opportunità di innovazione ed Ethernet/IP si sta affer-
mando come una delle soluzioni Ethernet industriali completa e di
comprovata affidabilità, completamente ‘Internet of Things-ready’”.
F&N:
Quali sono le soluzioni aperte di maggiore impatto dal vo-
stro punto di vista e perchè? Quando invece è preferibile una so-
luzione proprietaria?
Cavagnari
: “Rispondere a domande come questa è sempre com-
plicato. Per quanto riguarda i futuri sviluppi delle nuove CPU e della
parte motion control, Delta ha fatto una scelta precisa che è rappre-
sentata dal bus Ethercat. La scelta è derivata dal fatto che essendo
un bus molto versatile e aperto, può essere utilizzato sia in ambito
di automazione di macchina sia di controllo di processo. Inoltre,
l’implementazione via software, senza la necessità di particolari si-
stemi hardware, rende il protocollo sicuramente flessibile. Il mezzo
Ethernet come sistema trasmissivo completa il tutto”.
Peli
: “Non vi è una risposta univoca. Certamente dove vince sulle
altre necessità l’esigenza di interfacciarsi con il più alto numero
e varietà di dispositivi, come per esempio avviene spesso nella
Fonte: pixabay
Le soluzioni aperte trovano posto a ogni livello della gerarchia di un
moderno sistema di automazione industriale