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SETTEMBRE 2016

FIELDBUS & NETWORKS

56

Fieldbus & Networks

proprietarie, il cui maggior limite è la mancanza di interoperabilità

con prodotti e sistemi di terzi fornitori”.

Cavagnari

: “Il ruolo delle reti proprietarie ormai è dedicato, a

mio avviso, solo a soluzioni altamente specifiche, che si rivolgono

a mercati o nicchie di mercato dove vi sono problematiche ben

definite e dove le reti proprietarie rappresentano non solo la so-

luzione, ma sono parte integrante di un ‘pacchetto tecnologico’

che consente di affrontare e garantire le performance richieste”.

Randieri

: “Nel prossimo futuro è legittimo attendersi un’intel-

ligenza sempre più distribuita, con la necessità di far convivere

protocolli Ethernet, fieldbus e tecnologie wireless in un’unica rete

industriale. Nonostante il mondo Ethernet, dal punto di vista in-

dustriale, si stia perfezionando per superare i propri limiti in tema

di determinismo, in certe soluzioni realtime molto spinte risulta

ancora oggi quasi impossibile applicare questa tecnologia. Per cui

il ruolo delle reti proprietarie continua a rappresentare un pilastro

su cui poggiano le più sofisticate tecnologie di controllo, caratte-

rizzate da stringenti e imprescindibili requisiti realtime”.

Peli

: “La scelta fra soluzione aperta e proprietaria si gioca essen-

zialmente sulla priorità in termini di esigenze dell’applicazione o

del processo. Quando l’esigenza di affidabilità dell’architettura o

di garanzia di stabilità di un certo tipo di operatività è primaria,

o quando uno scarto anche minimo può mettere a rischio, come

a volte avviene, l’integrità fisica stessa di una macchina, allora

adottare un’architettura chiusa può rappresentare una prima

scelta. Questo non significa che con le reti aperte non si possano

realizzare architetture affidabili: il punto è che un’architettura

aperta lascia ‘aperte’, appunto, possibilità d’implementazione

molto varie, che se non armonizzate correttamente fra loro, pos-

sono degradare la qualità delle prestazioni”.

F&N:

Quali sono i vantaggi delle reti aperte maggiormente ap-

prezzati dai vostri clienti e partner?

Peli

: “Clienti e partner apprezzano nell’immediato la grande li-

bertà di scelta in termini di fornitori di componenti, che rende più

semplice un eventuale cambiamento. Dal punto di vista tecnico,

inoltre, un vantaggio percepito è legato al fatto che si possa

adottare solo un certo set di funzionalità, e non un pacchetto che

magari include funzionalità evolute non necessarie in un dato

momento”.

Griffini

: “I vantaggi offerti dalle reti di comunicazione aperte

vanno a beneficio soprattutto degli utilizzatori, a partire dai system

integrator e costruttori di macchine, che possono liberamente sce-

gliere come comporre il sistema di automazione optando tra un

ventaglio di possibili fornitori e alternative, per arrivare ai clienti

finali che avranno la garanzia dell’investimento senza vincoli di

scelta nei futuri ampliamenti o modifiche del sistema acquisito. A

questo si aggiunge la valenza tecnica ed economica dell’integra-

zione in rete di differenti sistemi presenti in ambito produttivo,

con la possibilità di gestire scambi dati e servizi di manutenzione

e diagnostica utilizzando una struttura di comunicazione unica e

condivisa. Mitsubishi Electric supporta questo tipo di soluzione

con la rete CC-Link IE su standard Ethernet a 1 Gbps e protocollo

aperto a livello di interfaccia, o facilmente gestibile con ‘incap-

sulamento’ dei messaggi Slmp (SeamLess Message Protocol) su

base TCP/IP”.

Cazzola

: “Rete aperta significa sicuramente maggiore libertà di

scelta del componente e sicurezza di integrazione tra gli elementi

di macchina e di linea, con il vantaggio di migliorare il time-to-

market. I concetti di Industria 4.0 e Industrial Internet of Things

hanno definitivamente forzato la necessità di connettere mac-

chine, linee, sensori e robot. Se prima questa era un’opzione de-

Il concetto di

‘apertura’ di una

rete si presta

a molteplici

interpretazioni,

non tutte concordi

tra loro

Fonte: pixabay