SETTEMBRE 2016
FIELDBUS & NETWORKS
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Fieldbus & Networks
R
eti informatiche aziendali, sistemi di supervisione e
controllo, apparecchiature di videosorveglianza e sicu-
rezza: le soluzioni aperte trovano posto a ogni livello
della gerarchia di un moderno sistema di automazione
industriale, di controllo di processo o di building auto-
mation. Tuttavia, il concetto di ‘apertura’ di una rete si presta a
molteplici interpretazioni, non tutte concordi tra loro. Ne parliamo
con alcuni dei più noti fornitori del settore.
Fieldbus & Networks:
Quali sono le caratteristiche che contrad-
distinguono una rete ‘aperta’?
Cristian Randieri
, presidente e
CEO di
Intellisystem Techno-
logies
(
www.intellisystem.it):
“Come per i sistemi aperti in ge-
nerale, il concetto di rete aperta
scaturisce da esigenze di standar-
dizzazione. Nella progettazione
di una rete industriale ci si può
trovare di fronte a una serie di
prodotti che potrebbero vincolare
definitivamente al fornitore sele-
zionato su qualsiasi scelta pro-
gettuale futura. Una rete aperta
permette di cambiare fornitore
senza dover necessariamente
riprogettare l’intero sistema. Oltre a ciò, i due vantaggi più im-
portanti di un protocollo di comunicazione aperto in un sistema
di automazione sono retrocompatibilità e integrazione. Per capire
bene tutti gli altri vantaggi occorre puntualizzare su alcuni aspetti
che definiscono il nuovo modo con cui vengono definiti i protocolli.
Nello sviluppo ‘consensus-based’ questo avviene grazie alla col-
laborazione e condivisione delle decisioni tra più partecipanti. La
supervisione delle attività di definizione del protocollo è attuata
da un gruppo di governance collegato a un ente riconosciuto, che
organizza lo sviluppo e le revisioni degli standard. Se vi è proprietà
intellettuale associata a uno standard aperto, essa può essere
licenziata in cambio di una royalty ragionevole o secondo altri
accordi di licenza. Di contro, i protocolli proprietari possono es-
sere liberamente disponibili o implementabili solamente a fronte
di un contratto vincolante. Sviluppati da produttori o individui per
un uso specifico e verticale, piuttosto che per uno standard, le
soluzioni proprietarie non adottano una metodologia di sviluppo
basata sul consenso e sulla condivisione. Offrendo soluzioni spe-
cifiche a problemi specifici, si rivolgono ad applicazioni pretta-
mente ‘target-oriented’”.
Alessandro Cazzola
, technology specialist Powerlink e Open-
Safety di
Epsg
(Ethernet Powerlink Standardization Group -
www.ethernet-powerlink.org): “Per potersi definire davvero aperta
una rete, o più in generale una tecnologia, deve essere comple-
tamente libera e indipendente da qualsiasi vincolo tecnologico e
legale. Ancora oggi si possono scaricare gratuitamente dalla rete
codici sorgente di protocolli presentati come open, ma il cui uso
non è poi davvero così aperto, o perché sono imposte royalty sul
loro utilizzo, o perché si vieta qualsiasi modifica ed estensione ri-
spetto all’originale. Un protocollo software come quello promosso
da Epsg, invece, può essere definito ‘open source’ e ‘100% free’
perché non esistono brevetti e diritti intellettuali, quindi per chi
ne fa uso non vi sono impegni scritti da firmare e percentuali da
VANTAGGI E PROBLEMATICHE
LEGATE ALL’IMPIEGO DI
PROTOCOLLI ‘OPEN’
RETI APERTE
MA NON
TROPPO
di
Massimo Giussani
Fonte: pixabay
Tavola
rotonda
Cristian Randieri
di Intellisystem
Technologies