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SETTEMBRE 2016

FIELDBUS & NETWORKS

53

business continuity, occupandosi della

pianificazione della continuità operativa

e di servizio, è responsabile del ripristino

dei processi aziendali essenziali non solo

nei casi di cyber-attacchi, ma anche di

eventi disastrosi che hanno una pro-

babilità molto bassa di accadere, le cui

conseguenze però possono essere estre-

mamente gravose per il business.

Mediante la definizione di un BCP (Busi-

ness Continuity Plan) occorre identificare

i pericoli potenziali che minacciano l’or-

ganizzazione, suggerendo e fornendo una

struttura che consenta di aumentare la

capacità di adattamento alle condizioni

d’uso con una risposta il più veloce pos-

sibile. Altro obiettivo è salvaguardare gli

interessi delle parti in causa, le attività

produttive, l’immagine, riducendo i rischi

e le conseguenze sul piano gestionale,

amministrativo e legale. In pratica, di

norma i sistemi e i dati considerati ‘pri-

mari’ vengono ridondati su un sito se-

condario denominato Disaster Recovery

Site in modo che, in caso di disastro

tale da rendere inutilizzabili i sistemi in-

formativi del sito primario, sia possibile

ripristinare le attività aziendali sul sito

secondario nel più breve tempo possibile

e con la minima perdita di informazioni.

Per ottemperare a ciò i responsabili delle

aziende grandi e medio-grandi guardano

sempre più le problematiche relative alla

sicurezza informatica con occhi diversi,

cercando di trovare nuove soluzioni ti-

picamente basate su componenti hard-

ware e software. Difficilmente tuttavia

prendono seriamente in considerazione

il caso più estremo, di una catastrofe

naturale o un attacco alle infrastrutture

di rete, per cui non sia più possibile fare

affidamento sulle infrastrutture terrestri

di comunicazione.

Anche se alcune compagnie stanno se-

riamente studiando polizze assicurative

specifiche, al momento non esistono as-

sicurazioni che possano coprire i danni

provocati da un attacco informatico e

tanto meno da un evento catastrofico, sia

esso naturale sia a opera dell’uomo, che

‘metta in ginocchio’ tutti i sistemi di tele-

comunicazione comunemente adoperati,

quali Internet e la telefonia fissa o mobile.

Ridondanza e non solo

Ridondare le infrastrutture di rete terrestri

con altre sempre terrestri è una soluzione

da scartare in caso di disastri naturali o

attacchi terroristici estesi, poiché anche

se le linee dati sono differenziate, è

molto probabile che un terremoto o una

inondazione possa mettere fuori servizio

tutte le centrali della zona, indipendente-

mente dall’operatore che le gestisce. La

stessa cosa vale anche per tutte le reti

wireless, siano esse wi-fi o cellulari, che

poggiano su infrastrutture terrestri (la

quasi totalità). Poiché sia le catastrofi sia

gli attacchi alla rete possono verificarsi

inaspettatamente in qualsiasi momento,

e ovunque, la capacità aziendale di man-

tenere in essere le comunicazioni dati in

queste situazioni di criticità è una chiave

di successo per mantenere in vita una

complessa infrastruttura IT aziendale.

All’occorrenza di un tale evento è richie-

sto un team di persone esperte nel campo

delle telecomunicazioni, dirette dalla fi-

gura del Ciso (Chief Information Security

Officer), che siano in grado di mantenere

in funzione tutti i sistemi IT aziendali.

Purtroppo, secondo una recente ricerca

dell’Osservatorio del Politecnico di Mi-

lano, solo nel 42% delle grandi imprese

italiane è presente in modo formalizzato

la figura del Ciso e nel 36% dei casi il

presidio dell’information security è de-

mandato ad altri ruoli in azienda, come

un responsabile della sicurezza (CSO). In

12 aziende su 100 addirittura non esiste

ancora una figura dedicata e non ne è

nemmeno prevista l’introduzione in un

immediato futuro.

I vantaggi del satellite

A oggi la soluzione via satellite è l’unica

atta a garantire la continuità delle teleco-

municazioni, anche nei casi più dramma-

tici, fornendo un servizio di ridondanza e

implementabile in pochissimo tempo.

Tutto ciò grazie al fatto che il mondo delle

connessioni dati satellitari è molto cam-

biato: sino a qualche tempo fa gli elevati

costi ne permettevano l’utilizzo solo per

applicazioni prettamente militari. Il lancio

di nuovi satelliti e l’innovazione tecnolo-

gica degli ultimi anni hanno permesso

un incremento delle prestazioni propor-

zionale a un notevole abbassamento dei

costi connessi ai relativi servizi, permet-

tendo la diffusione di queste soluzioni in

ambiente industriale e civile. Grazie alle

nuove flotte di satelliti geostazionari in

orbita a circa 36.000 km dalla Terra, la

connessione satellitare bidirezionale è in

grado di offrire collegamenti alla rete ad

alta velocità in qualunque zona del globo,

a patto che sia possibile un allacciamento

del sistema a una fonte di energia. Con i

recenti satelliti lanciati alla fine del 2013

la connessione satellitare è diventa addi-

rittura tecnicamente competitiva rispetto

alle attuali connessioni terrestri in fibra

ottica. I satelliti ricevono e inviano dati

alle antenne ricetrasmittenti installate

presso il cliente e li ritrasmettono a

grandi infrastrutture connesse alle dorsali

in fibra ottica, denominate ‘teleporti’, di-

slocate su tutto il pianeta. Grazie a questi

ultimi è possibile ‘prolungare’ a largo rag-

gio le comunicazioni Internet, dati e voce,

offrendo servizi ad alto valore aggiunto:

dall’ultimo miglio bidirezionale alla crea-

zione di reti di distribuzione di contenuti,

alle connessioni a Internet a banda larga,

alla realizzazione di reti private (VPN). La

ridondanza satellitare è sicuramente uno

dei temi che devono essere affrontati dai

Ciso nel BCP di ogni azienda.

Ogni satellite funziona senza alimenta-

zione terrestre, per cui l’unica alimenta-

zione da garantire è quella del modem

installato a terra, a bassissimo consumo,

quindi alimentabile con sistemi UPS e

batterie tampone. Tutte queste caratteri-

stiche garantiscono la ridondanza a livello

di sistema, estrema flessibilità e scalabi-

lità, unitamente a una rapida implemen-

tazione. La tecnologia satellitare, grazie

alla sua fisicità, è attualmente il sistema

di telecomunicazione più sicuro, poiché

meno attaccabile e intercettabile da pirati

o vandali (motivo per cui è ampiamente

usato in ambito militare).

Facendo leva su questa tecnologia è

possibile spingersi verso la creazione di

modelli in grado di rispondere all’inno-

vazione digitale sempre più dirompente,

che sono necessari e hanno bisogno di

consapevolezza, meccanismi organiz-

zativi e approcci tecnologici che portino

alla definizione di nuovi ruoli di respon-

sabilità manageriale, per pianificare e

mettere in atto la strategia di information

security. Ciò non è sufficiente se non si

attua un ripensamento delle metodologie

di indagine dei confini della sicurezza,

affiancando a logiche tradizionali nuove

tecnologie di comunicazione e modalità

di analisi per processi. Va poi da sé che,

di fronte a queste sfide, la velocità con

cui mettere in atto nuove strategie e

progetti diventa sempre più fondamen-

tale. È quindi importante che la sicurezza

dei sistemi informatici delle PMI, che di

fatto costituiscono l’ossatura e il motore

dell’industria e dell’economia italiana,

non sia intesa come un mero costo, bensì

come un vero e proprio investimento volto

in primis a tutelare il business aziendale.

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