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n.20 novembre 2015
CAMBIAMENTI
CLIMATICI
Dal 30 novembre all’11 dicembre
si svolgerà a Parigi la Conferenza
sul clima (COP21) per definire
un nuovo accordo globale sui
cambiamenti climatici. L’obiettivo
del nuovo accordo è ridurre le
emissioni nei Paesi sviluppati
e in via di sviluppo a un livello
che consentirà di mantenere il
riscaldamento globale al di sotto
dei 2°C. Nel corso del 2015
si stanno progressivamente
delineando gli Intended National
Determined Contributions (Indc)
cioè gli impegni e i piani nazionali
che i diversi Governi intendono
adottare per il contenimento delle
emissioni nei prossimi decenni.
Le prime autorevoli stime rilevano,
però, che in assenza di passi
ulteriori queste azioni non saranno
sufficienti a contenere entro i
2°C l’aumento delle temperature
medie planetarie e l’impatto dei
cambiamenti climatici ricadrà
prevalentemente su centinaia
di milioni di persone che vivono
in aree geografiche più esposte
a fenomeni estremi. In queste
zone maggiormente colpite, le
persone potrebbero essere spinte
a migrare.
Gli effetti sui Paesi più
vulnerabili
Nel rapporto “Migrazioni e
cambiamento climatico” a cura di
CeSPI, Focsiv e WWF si riportano
i risultati dei recenti studi secondo
cui i Paesi più colpiti dagli impatti
del cambiamento climatico sono
quelli delle regioni equatoriali.
Infatti, anche se il riscaldamento
assoluto sarà maggiore alle
latitudini alte, il riscaldamento che
si verificherà ai tropici è maggiore
rispetto alla media storica della
temperatura e alle escursioni
termiche estreme che gli
ecosistemi naturali e umani hanno
I cambiamenti climatici
rappresentano un’emergenza
globale e locale che mette
a rischio la vita di persone,
specie ed ecosistemi. Ogni
anno milioni di persone sono
costrette ad abbandonare le
proprie case e i propri terreni
a causa di una catastrofe
di natura ambientale.
L’accordo che scaturirà dalla
Conferenza sul clima che si
terrà a Parigi avrà un ruolo
decisivo per vincere la sfida
contro i cambiamenti climatici.
COP21
e rifugiati ambientali
Antonella Rampichini
Foto: John Lavall