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che rendono fisicamente molto più difficile la penetrazione del segnale

attraverso i muri. Ora che il mercato IIoT è diventato appetibile, gli orga-

nismi che definiscono gli standard delle reti radiomobili cellulari stanno

facendo ‘marcia indietro’ e hanno adottato una politica divergente: da un

lato, continua l’evoluzione delle reti per garantire velocità più elevate per

il mercato consumer, dall’altro vengono sviluppati nuovi standard a bassa

velocità e a bassa frequenza operativa, per garantire i bassi consumi e

l’elevata copertura all’interno degli edifici richiesta dalle applicazioni IIoT.

L’evoluzione degli standard 3GPP

Nell’ambito dell’organizzazione 3GPP, che definisce i principali standard

poi utilizzati nelle reti cellulari pubbliche, nella Release 13 sono state

specificate tre tecnologie abilitanti fondamentali per favorire lo sviluppo

delle applicazioni IIoT basate sulle reti cellulari, diversificate a seconda

dei requisiti da soddisfare e dei mercati a cui si rivolgono.

NB-IoT

(Narrowband Internet of Things) rappresenta una soluzione

basata su una nuova interfaccia radio, che può essere utilizzata sia in una

porzione della banda del segnale LTE (o nella sua banda di guardia), o

ancora inmodo autonomo in porzioni di spettro rese disponibili dal rilascio

di frequenze (per esempio nel caso del refarming di una banda GSM).

LTE-M

(Long TermEvolution -Machine-Type Communications) rappre-

senta un’evoluzione di quanto si è iniziato a definire nell’ambito della Re-

lease 12 del 3GPP, in termini di MTC (Machine-Type Communications) in

una rete LTE, con l’introduzione di una categoria specifica per i terminali,

denominata Cat-0. LTE-M è pertanto noto anche con l’acronimo eMTC

(enhanced-MTC) e per i terminali è stata introdotta una nuova categoria,

denominata Cat-M1.

EC-GSM-IoT

(Extended Coverage GSM IoT) rappresenta la soluzione

compatibile con una rete GSM/Edge, di cui riutilizza una porzione della

banda e che richiede la disponibilità dell’Egprs in rete (ossia della compo-

nente a pacchetto di Edge).

Le prospettive delle reti NB-IoT

Molti operatori di rete, tra cui quelli attivi in Italia, hanno dichiarato il loro

grande interesse a sviluppare la tecnologia NB-IoT. Rispetto alle tecnolo-

gie 2G e 3G, lo tecnologia NB-IoT, basata su LTE, garantisce all’operatore

maggiore possibilità di copertura a parità di potenza trasmessa, minore

consumo delle batterie dei dispositivi grazie a una semplificazione delle

procedure di segnalazione, migliore impiego dello spettro e, nel con-

tempo, garantisce prestazioni interessanti per i dispositivi industriali,

dell’ordine di svariate centinaia di kbps. Inoltre, ulteriori evoluzioni sono

già previste all’interno delle future specifiche 5G, costruite per supportare

scenari di comunicazione a bassissima latenza (uLLC) e massiva (massive

MTC), anche tramite una nuova interfaccia radio e nuove risorse spettrali.

I campi di applicazione di NB-IoT includono quelli per i quali i dispositivi

sono collocati in luoghi tali per cui è necessario garantire una consistente

estensione della copertura radioelettrica e la durata della batteria è un

fattore estremamente importante, in quanto non risulta agevole, e ne-

anche economicamente conveniente, intervenire sugli stessi dispositivi

per sostituirne la batteria; in questi casi il ciclo di vita dei dispositivi cor-

risponde di fatto alla durata stessa della loro batteria. Al contempo, la

mole di dati da trasferire e da ricevere da parte di tali dispositivi è molto

contenuta, nell’ordine di alcune decine di byte al giorno, come media,

per cui la rete NB-IoT risulta una soluzione ottimizzata per applicazioni

quali lo smart metering. NB-IoT nasce come una nuova tecnologia radio,

tuttavia utilizzabile in una rete LTE nella sua banda utile di dispiegamento,

il cosiddetto ‘in-band deployment’, mediante l’utilizzo di una o più porzioni

di spettro da 180 kHz, dette PRB, allocate nella banda utile di LTE, oppure

nella sua banda di guardia, ‘guard-band deployment’, mediante l’utilizzo

di uno o più porzioni di spettro di 180 kHz allocati nella banda di guardia di

LTE, o ancora in porzioni di spettro rese comunque disponibili, per esem-

pio una o più portanti GSM di una rete GSM ancora dispiegata in campo

(‘stand alone deployment’) mediante l’utilizzo di uno o più canali di 200

kHz nominali, 180 kHz effettivi (si veda Figura 1).

I principali requisiti soddisfatti da NB-IoT sono così riassumibili:

• dispiegamento in una banda estremamente ridotta (180 kHz) e facil-

mente scalabile al crescere del traffico IoT, con allocazioni multiple di

canali da 180 kHz;

• consistente estensione della copertura radioelettrica rispetto a quella

fornita da una rete tradizione Gprs, per coprire gli scenari in cui i dispo-

sitivi sono collocati in luoghi non agevolmente accessibili, per esempio

negli scantinati, e/o sono protetti in contenitori metallici;

• potenza di trasmissione del terminale impostata a 23 dBm, oppure

a 20 dBm, valori tali da consentire l’integrazione dell’amplificatore di

potenza nel SoC (System-on-Chip). A titolo comparativo, un terminale

Gprs trasmette a 33 dBm, ossia a un valore di almeno 10 dB superiore,

pur raggiungendo una copertura radioelettrica di 20 dB inferiore rispetto

a NB-IoT;

• durata della batteria del terminale superiore ai 10 anni, nel caso di un

modello di traffico che contempli l’invio, da parte del terminale stesso,

di una quantità di dati sino a 200 byte al giorno.

Avviato il servizio commerciale NB-IoT

TIM ha dichiarato che sono già 5.000 i Comuni dove si possono utilizzare

i suoi servizi di nuova generazione per Internet of Things. La disponibilità

del servizio NB-IoT su tutto il territorio nazionale, resa possibile dall’acce-

lerazione tecnologica di TIM, abiliterà lo sviluppo commerciale dei servizi

a partire dai contatori intelligenti, che consentiranno non solo il monito-

raggio in tempo reale dei consumi e la telegestione delle reti di trasporto

e distribuzione di gas, acqua, energia elettrica, ma anche il tele-riscalda-

mento e la gestione ambientale. Anticipando alcune delle capacità con-

sentite dalle future reti 5G, la tecnologia NB-IoT permette, attraverso uno

standard specificato per funzionalità d’uso proprie dell’Internet of Things,

un significativo risparmio dei consumi con una durata delle batterie degli

oggetti connessi di oltre 10 anni e importanti incrementi delle coperture

radio fino a sette volte maggiore rispetto al GSM. Grazie a quest’ultima

caratteristica, l’aggiornamento NB-IoT su tutta la rete LTE di TIM, che

già copre oltre il 97% della popolazione italiana, renderà entro i 2018 il

servizio disponibile su tutto il territorio nazionale, anche in aree dove la

copertura non sempre è ottimale come sottoscala, tombini, locali interrati,

cantine o box. Inoltre, la tecnologia NB-IoT consente di ottimizzare i costi

degli oggetti connessi e garantisce sicurezza e affidabilità tipiche delle reti

mobili su spettro licenziato.

Dal canto suo, Vodafone Italia ha annunciato un piano di investimenti

da oltre 10 milioni di euro per portare la tecnologia di rete ‘Narrowband

Internet of Things’ in tutta Italia. La copertura Narrowband-IoT, che rap-

presenta un ulteriore passo verso l’introduzione delle reti di quinta gene-

razione, è partita a ottobre 2017 con i principali Comuni del Centro-Sud e,

da gennaio 2018, proseguirà con i principali comuni del Nord Italia, con

l’obiettivo di coprire tutto il territorio nazionale entro marzo 2019.

FEBBRAIO 2018

FIELDBUS & NETWORKS

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Figura 1 - Lo standard NB-IoT prevede tre possibilità per realizzare la

rete: riciclando la canalizzazione delle vecchie reti GSM, sfruttando la

banda di guardia delle reti LTE, oppure la canalizzazione delle reti LTE

Fonte Ericcson