Giorgio Nebbia
L’importanza
di conoscere i flussi
di materia e di energia
E L’ENERGIA
LA CITTÀ
64
n.20 novembre 2015
La vita della città, questo
specialissimo ecosistema
artificiale in cui vive una
grande parte dell’umanità, è
resa possibile dal flusso di
acqua, di merci e di energia
che l’attraversa. Come in tutti
gli ecosistemi, tutto quello che
entra viene metabolizzato e
ritorna nell’ambiente circostante
sotto forma di scorie e rifiuti
solidi, liquidi e gassosi e di
energia ‘degradata’, a bassa
temperatura.
Una buona conoscenza di questo
metabolismo urbano, oggetto di
innumerevoli studi e convegni,
è (sarebbe) essenziale per un
corretto governo delle città, le
cui crisi dipendono in gran parte
proprio dalla limitata conoscenza
sia dei flussi di materie ed
energia che le attraversano, sia
dei limiti della capacità ricettiva
dello spazio urbano per quello
che vi transita; si pensi solo alla
limitata capacità delle strade
e delle piazze di accogliere i
veicoli in transito e in sosta.
Anni fa l’Accademia Nazionale
dei Lincei dedicò due conferenze
all’analisi dell’ecosistema
urbano in generale (2001)
e dell’ecosistema della città
di Roma (2004); molte delle
relazioni cercavano proprio di
descriverne i flussi, in unità
fisiche (in chili e tonnellate) di
materia e (in joule) di energia.
I relativi atti credo che abbiano
ricevuto ben poca attenzione da
parte degli amministratori di una
qualsiasi città italiana.
L’energia del Sole, che, gratis
com’è, non viene contabilizzata,
ha un ruolo molto grande nella
vita urbana per la sua doppia
funzione di fonte di illuminazione
e di fonte di calore. Per entrambe
queste funzioni in generale
viene utilizzata soltanto una
piccola frazione della radiazione
solare incidente la cui intensità
varia molto nel corso dei vari
mesi. Essa è bassa nei mesi
invernali quando sarebbe utile
come fonte naturale e gratuita
di luce e di calore ed è alta
d’estate, al punto da provocare
l’effetto contrario: l’eccessivo
riscaldamento urbano provoca
un aumento del disagio degli
abitanti e dei consumi di energia
‘artificiale’ per il funzionamento
di impianti di raffreddamento e di
condizionamento dell’aria degli
edifici.
Energia artificiale
I consumi di energia ‘artificiale’
sono dovuti, nelle città italiane
attuali, all’uso di gas naturale,
di composti petroliferi e di
elettricità e sono richiesti
principalmente dal settore
del riscaldamento domestico,
dei trasporti, dei servizi come
uffici pubblici e privati, dei
servizi commerciali e di attività
artigianali e industriali. Tutti i
numeri che saranno indicati
in seguito vanno intesi come
ordine di grandezza, risultati di
grandi approssimazioni, anche
se non molto lontani dalla realtà,
in generale saranno riferiti ad
un ‘abitante medio’ di una città
italiana, tenendo presente che
la maggior parte degli Italiani
vive in una ‘città’, da quelle
grandi a quelle medie o piccole,
ciascuna delle quali presenta
un funzionamento non molto
differente per quanto riguarda il
singolo ‘cittadino’ medio.
La quantità di energia assorbita
dai trasporti ammonta in Italia,
complessivamente a circa 600
kg di petrolio equivalente (circa
25.000 MJ) all’anno per persona:
supponendo che la metà riguardi
il traffico urbano si può stimare
un consumo di energia per i
trasporti urbani dell’ordine di
10.000 MJ/anno per persona.
Un valore molto variabile
non solo a seconda della
dimensione delle città,
ma soprattutto a seconda
dell’efficienza del trasporto
pubblico rispetto a quello privato
e della distribuzione fra attività
residenziali e attività di lavoro
e di scuola, da cui dipende il
pendolarismo degli abitanti.
Va tenuto inoltre conto che
tale consumo è dovuto sia al
trasporto delle persone sia al
trasporto delle merci, fra cui i
combustibili (benzina, gasolio)
usati all’interno della città.
Il consumo di energia per
il riscaldamento domestico
(invernale, usi di cucina) si può
stimare di circa 20.000 MJ/anno
per persona. A questi valori dei
consumi energetici della vita
urbana vanno aggiunti i consumi
di elettricità che si possono
stimare di circa 2.500 kWh (circa
10.000 MJ) all’anno per persona.
Energia incorporata
Nella città poi entra altra
energia ‘incorporata’ nei prodotti
alimentari in ragione di circa
1.000 MJ/anno per persona,
in parte usata veramente
come cibo, in parte destinata
a finire negli scarti e rifiuti. Un
flusso di materia ed energia
Nella città
l’energia
entra in tanti
modi diversi
ma, spesso,
viene dispersa
attraverso un
‘metabolismo
urbano’ ancor
oggi poco
conosciuto e
ancor meno
sfruttato.