NOVEMBRE 2017
FIELDBUS & NETWORKS
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mafori, tra regolazione dell’illuminazione
pubblica e monitoraggio del consumo
energetico, tra conferimento dei rifiuti e
calcolo del percorso giornaliero ottimale
per la raccolta, tra mobilità, traffico e
informative sulla disponibilità dei par-
cheggi, gestione dei pannelli a messag-
gio variabile, delle stazioni meteo e così
via. Inoltre, l’amministrazione pubblica
deve avere tra i propri obiettivi il miglio-
ramento della qualità di vita del cittadino,
ovvero la persona e quanto ruota attorno
a essa. A oggi le piattaforme di gestione
a disposizione dell’amministrazione pub-
blica cittadina sono generalmente mul-
tiple e differenti, per verticalizzazione,
in relazione al fatto che i fornitori sono
divisi (e diversi) per comparto o servizi.
Al contrario, sarebbe necessario disporre
di piattaforme gestionali e di comunica-
zione comuni, magari frazionate solo per
la diversa competenza dell’utilizzatore, in
modo da realizzare macrofunzioni di ge-
stione, che permettano la correlazione fra
un evento di qualsiasi natura e una serie
di attuazioni su diversi sottosistemi.
La smart mobility
nella smart city:
l’infrastruttura fisica
Il ‘sistema nervoso’ di un sistema di
smart mobility risulta costituito da una
componente periferica e una centrale.
La prima, deputata alla raccolta degli
stimoli dall’ambiente esterno e alla loro
trasmissione, sarebbe costituita dalla
sensoristica e dalle infrastrutture di rete;
la seconda, finalizzata all’elaborazione e
alla memorizzazione, dalle applicazioni e
dalle infrastrutture di storage.
Un’analisi approfondita sulla natura della
sensazione (‘il sentire’), condotta da Ari-
stotele, basa l’intero processo conoscitivo
proprio nei sensi:
“Nihil est in intellectu
quod prius non fuerit in sensu”
(Nulla è
nell’intelletto che non fu già nei sensi),
ovvero le elaborazioni intellettuali più
complesse dipendono dalle informazioni
raccolte dai sensi. Se si prende il corpo di
un essere umano, notiamo che il sistema
nervoso periferico è caratterizzato dalla
presenza di recettori sensoriali: si tratta
di cellule capaci di registrare gli stimoli
ambientali esterni e di trasdurli, trasfor-
mandoli in segnali elettrici decodifica-
bili dal sistema nervoso centrale. Nella
smart city questa funzione è svolta dai
sensori, che sono i recettori attraverso
cui si articola la città senziente. Si tratta
di dispositivi che convertono le grandezze
ambientali (fisiche, chimiche o biologiche)
in segnali digitalizzabili, attraverso cui un
sistema intelligente è in grado di misu-
rare, comunicare, elaborare e conservare
le informazioni concernenti l’ambiente
stesso. Analizziamo ora le strutture de-
putate alla trasmissione dei dati verso gli
apparati elaboratori. Proseguendo nella
metafora di cui sopra, si tratta di analiz-
zare il processo sinaptico, individuando le
componenti e le condizioni che abilitano
il passaggio di stimoli nervosi tra cellule
diverse. Come noto, esistono due famiglie
di infrastrutture: wired e wireless.
Cavi: in rame o fibra?
Le reti di conduttori via cavo che garan-
tiscono la connettività tra i sistemi infor-
mativi della smart city appartengono a
due grandi famiglie, che corrispondono
a delle vere e proprie ‘età’: quella del
‘rame’ e quella, in corso di affermazione,
della ‘fibra’. Il rame è un ottimo condut-
tore di elettricità, il migliore in natura
dopo l’argento, di cui è tuttavia decisa-
mente più economico. Inoltre, il rame
è duttile e resistente al tempo stesso,
ideale per la realizzazione di cablaggi in
contesti urbani, dove è necessario col-
mare lunghe distanze tra dispositivi, ma
con spazi ridotti a disposizione. Tuttavia,
questa infrastruttura, anche nella sua
versione più evoluta, è in grado di ser-
vire la smart city solo dal punto di vista
del downstream, cioè della fruizione di
servizi. Ma una smart city è la città anche
dell’upload, del caricamento di dati, anzi
di Big Data (si veda l’esempio dei sistemi
intelligenti di info-mobilità), che il rame
e le sue tecnologie di connessione non
riescono a supportare adeguatamente,
né dal punto di vista dell’offerta di ser-
vizi, né tantomeno della comparteci-
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