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SETTEMBRE 2016

FIELDBUS & NETWORKS

38

I

BM afferma che il 90% di tutti i dati esistenti sono stati creati

negli ultimi anni. È un fenomeno che ha portato a grandi discus-

sioni sul tema dei big data: ma cosa intendiamo con l’espres-

sione ‘big data’? E che cosa ha a che fare la scelta del PAC da

adottare nelle proprie soluzioni di automazione con la capacità di

sfruttare queste informazioni per migliorare la produzione e l’efficienza

energetica?

Molte persone pensano che i big data siano una questione di ‘quan-

tità’. Le memorie nei PAC stanno diventando più capaci, ma non siamo

ancora arrivati a livello di Terabyte: se le confrontiamo con un qualsia-

si hard disk, non siamo ancora nell’era dei big data. In realtà, però,

la cosa più importante è focalizzarsi sul ‘perché’ vogliamo disporre di

così tanti dati, in particolare sulle potenzialità della big data analytics,

ovvero il processo che si impiega per esaminare grandi quantità e tipi

diversi di dati e scoprire pattern nascosti, correlazioni prima scono-

sciute e altre informazioni utili, che possano trasformarsi in strumenti

di vantaggio competitivo. I big data nell’industria di domani dovrebbero

consentire una migliore comprensione dei processi, aiutare quindi a

gestire meglio la produzione, nonché a renderla più efficiente dal punto

di vista, per esempio, energetico.

Quello della sostenibilità, del resto, è un tema di crescente interesse

oggi e per questo motivo le informazioni sulla misurazione dell’e-

nergia saranno sempre più disponibili tramite una varietà via via più

ampia di fonti. Power meter, device intelligenti, strumentazione di

processo sono le più comuni. Tutte queste fonti di informazione de-

vono essere unificate e combinate con i dati di processo, se si vuole

ottenere una gestione dell’energia efficace. I dati qualitativamente

migliori si ottengono andandoli ad acquisire direttamente dal device

intelligente, qual è per esempio uno strumento di campo smart. Per-

tanto, i sistemi di controllo devono offrire interfacce aperte verso

ognuno di questi componenti e avere la capacità di collocare preci-

samente nel tempo, a livello di millisecondi, i dati che si raccolgono,

siano questi valori elettrici o di processo. Informazioni di alta qualità

sui processi e sull’energia si trasformano dunque da utili variabili di

controllo, a una fonte di informazione che può evidenziare errori nel

processo altrimenti non rilevabili.

Andando ‘oltre’ il consumo energetico

Attualmente, i sistemi di gestione dell’energia sono prevalentemente

focalizzati sul consumo energetico, acquisendo elementi quali i picchi

di domanda, il fattore di potenza ecc. Queste misure sono ottimali per

analizzare prima e produrre successivamente, in modo più diretto, un

impatto sui processi che permetta di controllare i consumi di energia.

Ma si può andare oltre: ci sono più analisi che basandosi sui dati ener-

getici, possono offrire informazioni predittive, invece che reattive, sui

processi; per effettuarle, bisogna avere accesso a una parte molto più

BIG DATA:

È NATO IL PAC

CHE LI SUPPORTA

di

Giancarlo Carlucci

Fieldbus & Networks

SCHNEIDER ELECTRIC HA SVILUPPATO

UNA PROPRIA SOLUZIONE EPAC IN GRADO

DI PERMETTERE ALLE AZIENDE

DI ESSERE PRONTE A SFRUTTARE TUTTE

LE OPPORTUNITÀ DERIVANTI DA UN

UTILIZZO OTTIMALE DEI BIG DATA

L’analisi dei dati può rendere già oggi i processi più produttivi con minore spreco di energia

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