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PIL TEST |

SOFTWARE

EMBEDDED

59 • FEBBRAIO • 2016

po disponibili sono progettate specialmente per

l’utilizzo di codice generato automaticamente da

generatori di codice.

Il PIL (processor-in-the-loop) viene usato nello

sviluppo basato su modelli per testare su una

piattaforma hardware o in un simulatore di

istruzioni, un algoritmo derivato da un modello.

Con l’aiuto di un generatore di codice è possibi-

le implementare in codice sorgente un modello,

così da poter creare un’applicazione eseguibile

da caricare ed eseguire nell’ambiente target.

Questo articolo presenta una proposta per un’inter-

faccia d’integrazione scalabile per simulazioni PIL in

Simulink. Rispetto alle precedenti implementazioni,

l’interfaccia proposta garantisce una maggiore flessi-

bilità in quanto dopo la generazione viene analizzata

la struttura del codice sorgente, e sulla base di que-

sti dati viene creata dinamicamente un’opportuna

interfaccia per la conduzione di un test PIL. Inoltre

viene usato un debugger per la comunicazione con la

piattaforma target, così da poter supportare pratica-

mente qualsiasi piattaforma target senza bisogno di

speciali adattamenti.

A seguire, questo articolo espone una panoramica

dei metodi di sviluppo basati su modelli nel contesto

di ISO 26262 e delle simulazioni PIL con Simulink.

Vengono discussi i limiti degli approcci precedenti e

vengono presentati i vantaggi di questo approccio.

Infine il nuovo approccio viene dimostrato mediante

un semplice scenario.

Sviluppo basato su modelli in accordo con ISO 26262

Nell’utilizzo di metodi di sviluppo basati su mo-

delli, è stato definito uno schema di riferimento

(Fig. 1) per consentire di soddisfare i requisiti in

vari standard di sicurezza.

Proprio come nell’approccio tradizionale allo svi-

luppo, il primo passo consiste nel determinare i

requisiti che descrivono la risposta del software

da realizzare, con tutti i necessari dettagli. L’ap-

plicazione di metodi basati su modelli è oggi in

grado di descrivere molto facilmente i requisiti

sotto forma di modelli grafici. Diversamente dai

requisiti puramente testuali, il grande vantaggio

dei modelli è che permettono di descrivere chia-

ramente la risposta di un sistema. Con l’aiuto

di un ambiente di modellazione è possibile usare

modelli per il SIL (software-in-the-loop), con cui

verificare fin dall’inizio i requisiti di base [6].

Quando si utilizzano metodi basati su modelli è

molto facile generare codice sorgente, grazie a

una serie di generatori di codice disponibili sul

mercato, in grado di produrre automaticamente

da un modello eseguibile una rappresentazione

equivalente in codice sorgente. Partendo da que-

sto codice sorgente è possibile generare applica-

zioni che possono essere testate su una piatta-

forma hardware o in un simulatore di istruzioni.

Lo schema del processo di sviluppo software in

ISO 26262 (Fig. 2) si basa prevalentemente sul

ben noto modello a V. Questo modello prevede

che, dopo le fasi di progetto software e imple-

mentazione, il software debba passare attraver-

so un processo di verifica composto da diverse

fasi. La disponibilità di modelli eseguibili au-

menta le possibilità di verifica dei risultati dei

singoli sottoprocessi. La correttezza di un model-

lo si può anche determinare attraverso simula-

Fig. 2 - Sviluppo software in accordo con ISO 26262