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3D |

IN TEMPO REALE

EMBEDDED

59 • FEBBRAIO • 2016

Tecnologie di stampa 3D

Una stampante tridimensionale opera su un file

3D generato da un computer, che viene utilizza-

to per realizzare una serie di porzioni in sezione

trasversale. Queste ultime vengono stampate in-

dividualmente una sull’altra per creare l’oggetto

desiderato.

Di norma, il materiale è stampato per estrusio-

ne. Il modello viene creato dalla stampante stra-

to per strato, mediante lo spargimento di polve-

re, grasso o resina, con la stampa a getto d’in-

chiostro di un legante nella sezione trasversale.

Questa fase di lavorazione viene poi ripetuta

per tutti gli strati successivi. In alcuni processi,

come l’SLS (Selective Laser Sintering, sinteriz-

zazione selettiva a laser) e l’FDM (Fuse Deposi-

tion Modeling, modellazione a deposizione fusa),

il materiale usato per produrre gli strati viene

ammorbidito con diverse modalità. Altri invece

usano la deposizione del materiale allo stato li-

quido, seguita da un indurimento ottenuto con

varie tecnologie. In quest’ultimo caso, il polime-

ro viene depositato su una struttura di supporto

mediante un ugello, strato dopo strato. La già

menzionata fusione selettiva viene usata, oltre

che nel processo SLS, anche nel DHLS (Direct

Metal Laser Sintering).

Per realizzare configurazioni con dimensioni in-

feriori ai 100 nm si utilizzano invece tecniche di

fotopolarizzazione a due fotoni, in cui un blocco

di gel viene fatto indurire solo nei punti in cui è

concentrato il laser, mentre la parte rimanente

viene successivamente lavata e asportata.

Il modello tridimensionale necessario per rea-

lizzare la stampa in 3D viene generato da ap-

positi software di modellazione, come Blender,

AutoCAD o OpenSCAD. Successivamente l’og-

getto da stampare viene replicato mediante uno

scanner tridimensionale. Il modello così ottenuto

viene salvato in formato .STL e viene caricato in

uno slicer come CURA, Slic3R o Repetier host.

Dopo che sono stati impostati nello slicer i dati

della stampante e i parametri di stampa, il rela-

tivo file viene salvato nel formato leggibile dalla

stampante 3D (Gcode).

Le applicazioni delle stampanti 3D

Il campo di impiego più immediato delle stam-

panti 3D è stato quello della realizzazione di

prototipi a basso costo in modo estremamente

rapido, in particolare nel settore meccanico o co-

munque in diversi comparti industriali. Poi esse

hanno avuto una fase di larga diffusione quando

sono state utilizzate anche in ambito domestico.

Già nel 2012 il portale svedese

The Pirate Bay

aveva aperto una sezione dove era possibile con-

dividere file per queste stampanti allo scopo di

realizzare ogni genere di modelli: giocattoli, lo-

ghi, quadri tridimensionali e numerosi altri.

Non poche applicazioni di questa tipologia di

stampanti hanno fatto breccia nel grande pub-

blico:

La più grande stampante

3D del mondo

A Massalombarda, presso Ravenna, è stata

realizzata una stampante alta dodici metri,

che servirà per costruire case. BigDelta, così

si chiama la gigantesca macchina, è opera

di un team di giovani guidati da un artigiano

di 55 anni, Massimo Moretti, il quale fin dal

2000 investì tutti i propri risparmi in uno

dei primi esemplari, la Zeta Corp, quando il

prezzo non era ancora sceso ai livelli di oggi.

Nel 2005, quando il professore universitario

britannico Adrian Bowyer realizzò la prima

stampante 3D che tutti possono rifarsi a

casa propria, la RepRap, Moretti capì che la

stampa 3D sarebbe presto diventata lo stan-

dard della manifattura e decise di stampare

case, come aveva fatto a Pisa Enrico Dini

con la sua D-Shape. Per risolvere il problema

dell’estrusione, Moretti utilizzò la tecnica del-

le vespe vasaie, e chiamò la propria società

WASP (acronimo per World Advanced Saving

Project). Potrebbe sembrare un’esagerazio-

ne, ma quello di offrire a tutti la possibilità

di costruire la propria casa, soprattutto nei

Paesi più poveri, potrebbe essere davvero un

progetto per salvare il mondo.