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3D |

IN TEMPO REALE

EMBEDDED

59 • FEBBRAIO • 2016

che servono cibo preparato esclusivamente con

stampanti 3D.

Il settore spaziale: il progetto AMAZE (Addi-

tive Manufacturing Aiming towards Zero waste

and Efficient production of high-tech metal pro-

ducts), nato nel 2013, vede la partecipazione di

un consorzio di 28 aziende per portare la stampa

3D nello spazio e stampare parti di ricambio me-

talliche, riducendo i costi e gli sprechi. Inoltre, la

NASA utilizza la tecnologia 3D Contour Crafting

per inviare le stampanti 3D su altri pianeti e co-

struire abitazioni in piena autonomia.

Il settore edilizio: la società

D-Shape

, dell’ita-

liano Enrico Dini, è riuscita nell’intento di stam-

pare la pietra; la già menzionata WASP lo ha fat-

to con l’argilla (v. box: La più grande stampante

3D del mondo). In Cina sono state costruite die-

ci case in calcestruzzo in 24 ore. In California,

nell’ambito del progetto Contour Crafting, è stata

ideata una stampante in grado di costruire una

casa di 100 metri quadrati con muri e solette.

Il settore medicale: a Utrecht è stato effettua-

to su un paziente il primo trapianto di cranio

stampato in 3D. Questa tecnologia ha consenti-

to anche di ricostruire il cuore di un bambino di

14 mesi. Un altro intervento con una stampante

3D è stato effettuato su un malato di tumore, al

quale è stato rimosso mezzo bacino; in un altro

caso è stato realizzato un arto robotico con un co-

sto nettamente inferiore a quello delle metodolo-

gie tradizionali. La stampa 3D consente di realiz-

zare cartilagini derivate da cellule staminali per

la cura della osteoartrite; in un altro caso è stata

effettuata la ricostruzione facciale a un giovane,

vittima di un grave incidente, utilizzando foto-

grafie del viso scattate prima dell’incidente. Una

società statunitense, la

Organovo

, sta testando

la stampa 3D di materiali organici per la ripro-

duzione di organi umani.

Nasce in Italia

la stampante 3D

super-veloce

L’azienda italiana

Nexa3D

sta lanciando una

sfida al mondo della manifattura additiva con

il modello NX1. Lo scopo è quello di raggiun-

gere una velocità sensibilmente superiore e

il mezzo per arrivarci è l’impiego della tec-

nologia LSPc (self-lubrificant sublayer pho-

tocuring). Il principio su cui si basa questo

modello ricorda il precedente della Carbon

3D, che utilizzava un effetto fotochimico: in

quel caso, la tecnologia utilizzata era la CLIP

(Continuous Liquid Interface Production), in

cui la luce e l’ossigeno causavano la nascita

di oggetti da una pozza di resina, a differen-

za delle tecnologie più diffuse, che li costru-

iscono strato dopo strato. In questo caso

l’effetto è provocato dall’introduzione di una

pellicola trasparente e autolubrificante tra il

fondo del serbatoio, la resina foto-indurente

e la fonte di luce. Alla base di questo proces-

so c’è il graduale rilascio di uno strato di olio,

che crea uno strato sottostante per impedi-

re ai nuovi strati di attaccarsi alla piattafor-

ma di stampa.