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n. 20 novembre 2015

intensivo, dei livelli di

potenza impegnate

effettivamente necessari.

Le informazioni trasmesse

dai distributori all’Autorità

riguarderanno il contenuto

completo della richiesta

di adesione, i consumi

precedenti all’installazione,

i consumi successivi

all’installazione (incluse le

curve orarie di prelievo).

E) Le restrizioni di accesso

alla sperimentazione

non sono tecnologiche

ma funzionali. Possono

cioè rientrare nella

sperimentazione tutte le

tipologie di PDC purché

per uso individuale, mentre

non rientrano quelle

utilizzate come impianto di

riscaldamento centralizzato

dei condomini, dal momento

che a tali impianti non

si applica la tariffa per

utenze domestiche su cui

si concentra l’intervento

tariffario. Tre importanti

eccezioni a questo

principio; l’accesso alla

sperimentazione non è

consentito a:

•sistemi ibridi o combinati

(composti da pompa di

calore + caldaia), nei quali

un generatore funge da

integrazione dell’altro;

•PDC installate prima del

1 gennaio 2008 (la prima

data nella quale tra le

spese detraibili al 55% sono

rientrate espressamente

anche i sistemi di

riscaldamento a PDC);

•PDC con prestazioni

inferiori (in termini di COP

e/o EER) a quelle già

fissate come limite per

sistemi di incentivazione

statale (detrazioni fiscali,

Conto Termico).

F) Le utility del settore

elettrico sono coinvolte

secondo queste modalità:

•i clienti aderenti hanno

il proprio venditore come

unica interfaccia;

•dal 20 giugno 2014 tutti

i venditori sono tenuti a

pubblicare in bolletta due

messaggi informativi sulla

sperimentazione;

•tutte le imprese di

vendita a clienti in

regime di maggior tutela

sono tenuti a offrire la

possibilità di aderire alla

sperimentazione, mentre

le imprese che operano

sul mercato libero possono

scegliere se offrire o meno

tale possibilità ai propri

clienti. Il termine della

sperimentazione è fissato

al 31 dicembre 2015,

perché dal 1 gennaio 2016

è previsto che inizi il nuovo

Periodo Regolatorio per

le tariffe elettriche e non

è quindi oggi prevedibile

quale sarà l’articolazione

delle tariffe per tutti i tipi di

utenti, non solo per quelli

domestici. La delibera

205/2014 prevede in ogni

caso dal 1 gennaio 2016

una ‛clausola di garanzia’

per i clienti aderenti

alla sperimentazione:

o continuerà ad essere

applicata la tariffa D1

perché estesa a tutti i

clienti domestici oppure

verranno definite condizioni

economiche in grado di

garantire uno scostamento

minimo rispetto al

semplice aggiornamento

delle condizioni applicate

durante la sperimentazione

tariffaria.

Primi risultati e conclusioni

La pompa di calore elettrica

non si può certo definire

un’invenzione recente,

ma sicuramente nel corso

degli ultimi vent’anni la

ricerca industriale ha

consentito di migliorarne

progressivamente le

prestazioni e di ampliare

la gamma di prodotti

disponibili sul mercato

anche per i consumatori

domestici. Molte aree

del nostro Paese godono

di un clima che sarebbe

particolarmente adatto

per un utilizzo efficiente

di questo tipo di impianti,

ancora più laddove non

arriva la rete del metano.

L’insieme combinato

di fattori economici

e di un’insufficiente

informazione dei clienti

finali (probabilmente

ancora diffidente sulle

reali prestazioni di queste

macchine) ha fatto sì

che, malgrado i vantaggi

energetici sopra menzionati,

il grado di diffusione di

queste apparecchiature

nelle abitazioni italiane sia

oggi ancora molto limitato,

nonostante le diverse forme

di incentivazione messe

in campo dallo Stato negli

ultimi dieci anni (i certificati

bianchi dal 2005, le

detrazioni fiscali dal 2008 e

il conto termico dal 2013).

Seppure ancora

numericamente limitati, i

primi risultati, relativi ai 700

clienti che hanno aderito

fino al 15 ottobre 2014,

sono già interessanti:

•ben più di metà sia

costituita da impianti di

tipo aria-acqua (di potenza

termica compresa tra 1 e

44 kW);

•2 installazioni su 3 si

trovano in regioni del Nord

Italia (20% in Veneto,

18% in Lombardia, 8%

in Trentino Alto Adige e

altrettante in Piemonte, 7%

in Emilia Romagna ecc.);

•metà ha una potenza

elettrica impegnata pari a

6 kW;

•il 60% dispone in casa

anche di un impianto

fotovoltaico.

L’iniziativa dell’Autorità per

l’energia fin qui descritta

intende dare un contributo

per tentare di superare

entrambe queste barriere,

riducendo quei costi di

gestione che costituiscono

una voce importante nella

valutazione economico-

finanziaria dell’investimento

e raccogliendo dati reali

di funzionamento in molti

diversi contesti, che

potranno forse essere utili

per valutare la fondatezza

o infondatezza delle

diffidenze sopra citate.

L’intervento del regolatore

può tuttavia avere anche

un’altra finalità: stimolare

il mercato della vendita

retail di energia elettrica,

rendendo disponibile un

nuovo servizio tramite

il quale gli operatori del

mercato libero possano

differenziare le proprie

offerte per le famiglie più

sensibili alle tematiche

ambientali; nei primi quattro

mesi sono state ancora

poche le imprese che hanno

mostrato di aver colto

quest’opportunità, ma c’è

tempo perché la situazione

migliori.

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