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n.20 novembre 2015

caratterizzata dalla totale

assenza di progressività

ma, per le ragioni sopra

descritte, finora non è mai

stata applicata ad alcun

cliente.

La struttura progressiva

delle tariffe domestiche

è stata per anni ritenuta

una delle maggiori

responsabilità della scarsa

attrattività economica delle

pompe di calore elettriche

da utilizzare come unico

sistema di riscaldamento

delle abitazioni di

residenza; per questo

tipo di utilizzo intensivo

la spesa energetica è

fortemente influenzata

dalla progressività

perché i consumi elettrici

annui sono elevati

(indicativamente tra

5.000 e 8.000 kWh/anno

in funzione di clima e

dimensione della casa) e

spesso è anche necessario

impegnare una potenza

maggiore di 3 kW. Questo

problema risulta alleviato

ma non risolto dalla

possibilità di allacciare

la PDC ad un secondo

contatore dedicato, ai

cui consumi si applica la

tariffa per utenze in bassa

tensione diverse dalle

domestiche (BTA), come da

parecchi anni consente la

regolazione.

Nel grafico sono

evidenziate le differenze

di spesa annua (al lordo

delle tasse) per clienti con

diverse tariffe, consumi

annui e potenze impegnate:

a seconda dei valori di

potenza impegnata, la

tariffa D1 risulta sempre

più conveniente della BTA

e più conveniente della D2/

D3 per clienti con consumi

superiori rispettivamente a

4.500 o 1.800 kWh/anno.

La sperimentazione tariffaria

Alla luce del quadro sopra

descritto e nel contesto

di una normativa europea

e nazionale che spinge

sempre di più verso

l’incremento dell’efficienza

energetica negli usi

finali e la promozione

delle fonti rinnovabili

termiche, con l’art.8 della

delibera 607/2013/R/

eel l’Autorità ha deciso

di avviare un’iniziativa

sperimentale che consenta

di applicare la tariffa non

progressiva D1 ad un

sottoinsieme di clienti

domestici ritenuti ‛alto

consumanti ma virtuosi’,

poiché utilizzano solamente

una pompa di calore

elettrica per riscaldare

la propria abitazione

principale. Scopo di questa

sperimentazione è anche

quello di raccogliere

elementi utili per definire i

criteri con i quali procedere

alla definizione delle

nuove tariffe elettriche

che verranno applicate

nel quadriennio 2016-

2019 (Quinto Periodo

Regolatorio).

I dettagli relativi alle

modalità attuative di questa

sperimentazione sono stati

definiti con la delibera

205/2014/R/eel e con la

successiva determina

9/2014-Diuc.

Le disposizioni contenute

in questi provvedimenti

delineano i seguenti

elementi chiave della

sperimentazione:

- adesione volontaria dei

clienti;

- limitazione ai soli clienti

domestici che utilizzano

pompe di calore elettriche

nell’abitazione di residenza

come unico sistema di

riscaldamento individuale

delle proprie abitazioni;

- applicazione della tariffa

D1;

- nessuna necessità di

installare un nuovo punto di

prelievo dedicato alla PDC;

- sistema di monitoraggio

dei consumi elettrici;

- nessuna limitazione

tecnologica (né sul tipo di

PDC né sul tipo di impianto

di distribuzione/emissione

del calore);

- differente coinvolgimento

per venditori sul mercato

libero e in maggior tutela.

Alcuni di questi elementi

meritano un’illustrazione

più diffusa:

A) l’adesione è volontaria e

non automatica sia perché,

come abbiamo già visto, la

tariffa D1 non conviene a

tutti, sia perché distributori

e venditori non avrebbero

oggi alcun modo per

identificare autonomamente

i clienti che utilizzano PDC

nella propria abitazione;

B) la limitazione basata sul

tipo di utilizzo della PDC

deriva dall’intento di:

•applicare - per ora - la

tariffa D1 solamente

agli utenti il cui livello di

consumo è influenzato in

modo determinante da un

utilizzo virtuoso del vettore

elettrico;

•evitare che la rimozione

della struttura progressiva

delle tariffe possa

involontariamente favorire

utilizzi non razionali

dell’energia elettrica;

•evitare che aderiscano

opportunisticamente

utenti con alti livelli di

consumo annuo e dotati

di una piccola PDC (o di

un semplice climatizzatore

estivo reversibile) utilizzata

a fini di integrazione nelle

mezze stagioni;

C) non obbligare i clienti ad

installare un nuovo punto di

prelievo al quale allacciare

la PDC deriva da queste

considerazioni:

•la presenza di un

contatore dedicato alla

sola PDC consentiva

di contabilizzarne

separatamente i consumi

e di applicare solo a

questi una tariffa non

progressiva (come la tariffa

BTA); questa necessità

di separazione risulta

invece meno pressante

in situazioni quali quelle

sopra descritte (requisito di

residenza e di unicità del

sistema di riscaldamento),

nelle quali i consumi

delle PDC risultano

preponderanti sul totale;

per favorire la diffusione di

apparecchiature efficienti è

bene mantenere contenuti i

costi fissi iniziali;

D) i clienti aderenti sono

sottoposti a monitoraggio

dei propri consumi elettrici

al fine di analizzare

i risultati di questa

sperimentazione tariffaria

dal punto di vista del grado

di diffusione (attuale e

futuro) delle PDC, degli

effettivi consumi elettrici

(annuali e stagionali)

associati al loro utilizzo

tariffe