FEBBRAIO 2018
FIELDBUS & NETWORKS
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LA ‘CITTÀ INTELLIGENTE’ IN ITALIA RIMANE IN
FASE SPERIMENTALE
I dati dell’Osservatorio Internet of Things sulla smart city, realizzato dal Poli-
tecnico di Milano, mostrano come in Italia una metà dei comuni abbia avviato
progetti di ‘città intelligente’, ma le iniziative si arenano spesso dopo la fase di
slancio iniziale. I principali ostacoli sono la mancanza di risorse e di compe-
tenze, oltre alla governance non definita
Il 48% dei comuni italiani ha avviato almeno un progetto ‘smart city’ negli ultimi tre anni, una quota rile-
vante ma la maggior parte delle iniziative, ovvero il 63% del totale, risulta ancora in fase sperimentale.
Per il 2018 tre comuni su quattro hanno in programma nuovi progetti per rendere le città ‘intelligenti’, ma
resta la difficoltà a estendere le sperimentazioni all’intero territorio cittadino e integrarle in una strategia di
lungo termine. Negli ultimi tre anni i progetti si sono concentrati soprattutto su: illuminazione intelligente
(nel 52%dei casi), servizi turistici (43%), raccolta rifiuti (41%), mobilità (gestione del traffico 40%, gestione
parcheggi 33%) e sicurezza (39%). Per il prossimo anno si continueranno a orientare su questi ambiti, a
eccezione di un calo dell’attenzione verso i servizi turistici (indicati solo dal 12% dei comuni).
Vi sono segnali di miglioramento, ma l’Italia delle smart city non ha ancora compiuto il salto di qua-
lità in termini di maturità dei progetti. Le principali barriere sono costituite dalla mancanza di risorse
economiche (individuata dal 71% dei comuni) e
di competenze (61%), cui si somma il problema
trasversale della governance, a causa dell’alter-
narsi di amministrazioni diverse in pochi anni e
della moltitudine di attori proprietari degli asset
sul territorio. Per queste ragioni è difficile rendere
i progetti economicamente sostenibili e la mag-
gior parte si arena dopo la prima fase.
Sono alcuni risultati della ricerca sulla smart city
dell’
Osservatorio Internet of Things
della
School
of Management
del
Politecnico di Milano
( www.osservatori.net ). “L’Italia delle smart city
presenta ancora un quadro a luci e ombre” ha
affermato Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things. “Si denota la spinta innovativa di tanti comuni, che hanno avviato sperimen-
tazioni attraverso tecnologie digitali, ma anche la presenza di barriere che frenano progetti di ampio respiro, come mancanza di competenze, risorse
economiche limitate, modelli di governance poco definiti. Si intravedono, d’altra parte, alcune ‘luci’: emerge una strategia più chiara in diversi programmi
di smart city, prendono il via alcune interessanti collaborazioni tra pubblico e privato, seppure ancora troppo limitate, e si espande la presenza di nuove
reti di comunicazione, in grado di abilitare lo sviluppo più rapido di nuovi servizi a costi ridotti”.
Angela Tumino
Polimi
Giulio Salvadori
Polimi
SICUREZZA PER GLI ICS, I SISTEMI DI CONTROLLO INDUSTRIALI
Con la crescita esponenziale dell’integrazione tra Tecnologia Operativa (OT) e Information Technology (IT) è aumentato anche il rischio per le aziende di
essere esposte ad attacchi informatici che possono arrivare a bloccare la produzione industriale, o a far trapelare informazioni riservate e dati sensibili. In
ambito industriale, secondo
Partner Data
( www.partnerdata.it ), azienda che fornisce soluzioni per la sicurezza dei dati, particolarmente a rischio sono
i sistemi di controllo industriali (ICS, Industrial Control Systems), che si occupano di gestire l’in-
terazione e l’interconnessione tra i macchinari industriali di un’azienda. Questi sistemi utilizzano
reti Ethernet o wireless comeWlan e Gprs, protocolli TCP/IP, sistemi operativi comeWindows
OS e middleware, ovvero insiemi di software che lavorano in maniera intermediaria tra i pro-
grammi informatici e le strutture aziendali, consentendo un’interazione tra i diversi protocolli
e i diversi sistemi operativi. Al fine di garantire la sicurezza degli ICS è necessario: disporre di
un valido sistema di scansione delle vulnerabilità e di un sistema di controllo che identifichi le
criticità di dispositivi, software e protocolli; progettare specifiche misure di protezione adatte
alla specifica realtà aziendale; scegliere prodotti di security semplici da adoperare da parte del
personale, che deve essere comunque formato. All’interno di un sistema di controllo industriale
compito delle soluzioni di security è di effettuare scansioni delle vulnerabilità, verificare i livelli
di sicurezza, monitorare le anomalie e inviare periodicamente degli alert per segnalaremalfun-
zionamenti o lo stato generale del servizio. È inoltre fondamentale avere una buona apparecchiatura di O&M (Operations and Maintenance). Infine,
spesso all’interno delle aziende mancano le figure di riferimento che si occupano di tutelare la sicurezza, mancanza che sta venendo in parte colmata
dalle norme stabilite dal Gdpr (General Data Protection Regulation), che entrerà in vigore ufficialmente dal prossimo 25 maggio 2018.