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NOVEMBRE 2017

FIELDBUS & NETWORKS

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logy) e OT (Operations Technology)

convergano su una singola tecnologia

condivisa. Nuove figure professionali

devono contribuire a diffondere questa

tecnologia, soddisfacendo i requisiti di

una connettività diffusa. Connettività

che sta diventando una richiesta irri-

nunciabile per la stragrande maggio-

ranza delle applicazioni industriali: la

possibilità di connetterle direttamente

sulla rete dello stabilimento degli

utilizzatori impone di padroneggiare

sempre più le tecniche di configura-

zione delle reti TCP/IP. Innanzitutto, si tratta di sviluppare conoscenze

che permettano ai progettisti di automazione di creare reti industriali

connesse, senza soluzione di continuità, alle reti IT, per abilitare l’accesso

ai dati operativi dove questi siano effettivamente richiesti e da parte degli

operatori che ne necessitano. Oggi, la stragrande maggioranza dei dispo-

sitivi industriali in uso nelle nuove installazioni produttive sono abilitati

all’IP con un approccio più o meno standard a seconda dei protocolli di

automazione usati, ma un numero sempre maggiore di dispositivi IP con

standard aperti di derivazione non industriali si stanno rapidamente af-

fermando anche nelle aree produttive. Questi dispositivi, come i tablet,

le videocamere e i lettori Rfid, aprono la strada a nuove possibilità per

aumentare la connettività e la collaborazione fra OT e IT. Per chiarire quali

siano nel concreto le richieste in termini di networking di Industria 4.0, si

può cliccare sullo spotlight ‘fare Industria 4.0’ presente sul sito web di

Rockwell Automation”.

Alberto Griffini

, product manager Advanced PLC&Scada di

Mitsubishi

Electric

( it3a.mitsubishielectric.com )

: “Le competenze richieste riguar-

dano un campo sempre più ampio: dal sensore intelligente al sistema

IT attraverso tutti i livelli della smart factory, la comunicazione tramite

rete è il fattore abilitante dell’azienda 4.0. L’integrazione tra elementi del

sistema fabbrica, a partire dai dispositivi di campo, ai sistemi di visualizza-

zione e controllo, all’archiviazione ed elaborazione dati, sino alla pianifica-

zione della produzione legata agli ordini clienti, alle scorte di magazzino e

alle forniture esterne, corre su un filo conduttore costituito da reti di scam-

bio dati. In tale contesto, la capacità di offrire soluzioni inter-operanti con

prodotti e sistemi di costruttori differenti rappresenta un valore aggiunto.

Mitsubishi Electric ha perciò avviato da più di dieci anni il programma

denominato e-F@ctory Alliance, una partnership tra oltre 3.000 aziende

in grado di fornire soluzioni a livello di campo, di controllo, di processo e

di business, tutte interoperabili e accomunate dall’adozione di un unico

protocollo standard, che permette al cliente finale di disporre di una solu-

zione davvero completa”.

Ezio Fregnan

, HR Training Manager di

Comau

( www.comau.com/IT )

:

“Innanzitutto occorre un’expertise consolidata: Comau vanta un know-

how maturato nel tempo, che le con-

sente di comprendere al meglio tutte

le dinamiche e le potenzialità offerte

alle aziende dalla ‘digital revolution’,

per guidarle con successo nel pro-

cesso di innovazione che caratterizza

l’Industria 4.0. Altro asset importante

è la presenza di un approccio globale

al mercato: Comau opera attraverso

una struttura internazionale e con il

supporto di una rete di collaborazioni

strategiche, avviate in tutto il mondo,

con importanti atenei, istituti di ricerca, aziende internazionali e start-up.

Questa modalità operativa le ha permesso di ampliare e diversificare

costantemente le proprie competenze, per poter sviluppare soluzioni di

automazione sempre più innovative e al passo con le nuove esigenze del

mercato. A queste risorse si aggiunge una visione innovativa, capace di

anticipare i trend del futuro. Da tempo infatti Comau è impegnata nel

rendere concreta una nuova era dell’automazione, aperta, connessa, sem-

plice da comprendere e da utilizzare, grazie allo sviluppo di prodotti e tec-

nologie all’avanguardia, a un nuovo concetto di fabbrica, che ha chiamato

‘Humanufacturing’. Con questa espressione, Comau definisce la sua ‘via

all’Industria 4.0’, per rispondere alle sfide e alle esigenze di un mercato

in continua evoluzione. La fabbrica 4.0, diventa un sistema di produzione

integrato e connesso, caratterizzato dalla collaborazione sinergica e in

totale sicurezza tra l’uomo, che ricopre un ruolo centrale all’interno del

processo produttivo, e le macchine industriali, grazie all’impiego di robot

collaborativi e delle nuove tecnologie digitali”.

Fieldbus&Networks:

Quali competenze occorrono per superare le dif-

ficoltà d’intesa, di linguaggio, di ‘ottica’ fra i due ‘mondi’ IT e OT, che in

azienda devono cooperare?

Marco Gamba

, project manager Smart Manufacturing di

Schnei-

der Electric

( www.schneider-electric.it )

: “Il punto di partenza, che

non si insegna facilmente con percorsi di formazione o aggiorna-

mento, è la capacità di collaborare: senza questa disponibilità non è

possibile realizzare il necessario incontro fra i mondi dell’IT e dell’OT.

Per chi viene dal mondo dell’Information Technology, l’obiettivo è

imparare a conoscere i processi industriali gestiti dalle tecnologie

operative, capire le necessità di chi

si occupa di produzione e arrivare

a parlare ‘la stessa lingua’. Il per-

sonale e il management operativo,

d’altro canto, dovranno imparare a

confrontarsi apertamente e con fidu-

cia con i colleghi IT, così da sfruttare

le loro competenze per raccogliere

e gestire, prima di tutto, l’enorme

mole di dati che si generano quando

si introducono applicazioni in ottica

di Industria 4.0. Si tratta di ribaltare

la tradizionale percezione che si ha

dell’IT come di qualcosa che ‘cala

dall’alto’ sul livello operativo, ingenerando il timore che l’informatica

si sostituisca alle capacità di controllo della produzione interne, ma-

gari delocalizzando in un cloud non più residente nello stabilimento le

funzionalità chiave. In realtà, esiste una soluzione differente, basata

su una visione che anche Schneider Electric ha adottato. Si tratta di

sfruttare la potenza e flessibilità del cloud come risorsa fondamentale

per il monitoraggio di un impianto non in tempo reale, per l’analisi

dei trend di consumo energetico, per ottenere report di produzione,

aggregare dati provenienti da impianti produttivi diversi, per abilitare

servizi digitali innovativi, quali la manutenzione predittiva ‘as-a-ser-

vice’. Tutto questo si può fare mantenendo il controllo in tempo reale

dell’impianto all’interno dello stabilimento, in ottica di edge control,

affidandolo alle persone che vi operano”.

Mario Borali

, amministratore delegato e direttore tecnico di

Au-

toma

( www.automa.it )

: “La connessione in rete, dal punto di vista

teorico, non è problematica. Le reti però devono essere opportuna-

mente segmentate e dotate di tutti gli elementi di sicurezza attiva

necessari. Ma la predisposizione della rete è solo la premessa in-

Roberto Motta di Rockwell

Automation

Ezio Fregnan di Comau

Marco Gamba di Schneider

Electric