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NOVEMBRE 2017

FIELDBUS & NETWORKS

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Fieldbus & Networks

dispensabile per avere dei sistemi

interconnessi. La vera difficoltà

è l’integrazione, anche perché i

‘mondi’ IT e OT sono a loro volta

stratificati in diversi livelli. Nei

progetti di integrazione le proble-

matiche sono: connessione, sincro-

nizzazione di mondi che viaggiano

a velocità diverse, strutturazione

dati. La rete risolve una parte es-

senziale della problematica della

connessione; per la sincronizza-

zione e strutturazione dei dati occorre definire correttamente flussi,

funzionalità e responsabilità di ciascuno dei livelli, o moduli, coin-

volti nell’integrazione”.

Motta:

“La digitalizzazione è un processo innovativo che va oltre i meri

prodotti e le soluzioni e che abbraccia e modifica anche i processi or-

ganizzativi e operativi e la formazione culturale di tutto il personale in

un’azienda. Riteniamo che sarà essenziale, per esempio, che le tecno-

logie di una linea produttiva siano in futuro il più possibile agevolmente

fruibili anche dagli operatori IT. Esse dovranno aiutare a identificare,

raccogliere, interpretare e condividere in modo sicuro i dati ‘utili’, con

le persone che ne possono ‘usufruire’, nel contesto ‘giusto’ per prendere

le decisioni ‘appropriate’ a livello di gestione della produzione. L’utilizzo

del patrimonio delle informazioni disponibile oggi sta guidando sempre

più le aziende a fare quel salto culturale e di competenze che consen-

tirà di passare dal mero collegamento di semplici utenze operative su

una rete di comunicazione, all’essere aziende intelligenti interconnesse:

solo in questo modo la disponibilità sempre maggiore di dati rappresen-

terà un valore aggiunto anziché introdurre nuove problematiche”.

Candian:

“Le sfide generate da Industry 4.0 e IIoT impongono concetti

innovativi e prodotti efficienti che da soli però non bastano, vitali sono

anche personale specializzato e competenze specifiche. Nell’ambiente

industriale le interruzioni della rete spesso richiedono soluzioni veloci e

semplici. Qui ogni minuto perso si trasforma in perdite produttive ed econo-

miche. Spesso semplicemente non è possibile aspettare il supporto IT per

la risoluzione dei problemi in campo. È perciò essenziale per il personale

d’impianto OT sapere come modificare o installare i componenti quando

richiesto. In tutti i più disparati ambiti industriali, si pensi alle acciaierie, a

impianti petrolchimici, linee di produzione automobilistiche o nel settore

food&beverage, i componenti della rete devono essere in grado di soppor-

tare condizioni ambientali diverse e spesso estreme. La sfida fondamentale

durante la pianificazione e l’implementazione delle reti industriali si fonda

sulla chiara comprensione delle esigenze dei clienti e dei flussi di lavoro

critici del mondo OT. Non è possibile implementare una rete sicura, al-

tamente disponibile e flessibile, utilizzando una soluzione standard office

IT. Le sequenze operative e i possibili fattori d’interferenza devono essere

conosciuti proprio partendo dal linguaggio e dalle esigenze specifiche del

mondo OT. La connessione del mondo OT al sistema IT aziendale richiede

di conseguenza un elevato livello di esperienza e competenza del sistema

di automazione e un confronto con i responsabili IT per una condivisione

delle rispettive esigenze, al fine di definire, con un’intesa comune, l’imple-

mentazione di un layer specifico di ‘backbone aggregation’ Industriale per

l’interconnessione dei due ‘mondi’. Per questo Siemens offre una gamma

completa di servizi ed esperti con competenze specifiche, oltre che oppor-

tunità di formazione ai clienti nel settore industriale”.

F&N:

Per integrare al meglio sistemi che impiegano tecnologie diffe-

renti è spesso importante conoscere la ‘storia’ dell’impianto e il fun-

zionamento dei processi di lavorazione, conoscenze che si maturano in

azienda. Non sarebbemeglio investire sull’aggiornamento del personale

interno, piuttosto che su consulenze esterne?

Raffaele Esposito

, product manager Safety I/O&Networking di

Phoe-

nix Contact

( www.phoenixcontact.it )

: “Le due possibilità indicate nella

domanda non costituiscono aspetti completamente separati e destinati

per forza a non poter coesistere. La giusta combinazione tra un aggior-

namento del personale interno e il ricorso a consulenza esterna dipende

da caso a caso, ma il propendere per una soluzione può non escludere

completamente l’altra. Un consulente

degno di questo nome, pur non po-

tendo ovviamente essere un esperto

‘tuttologo’, dispone normalmente di

tutte le competenze necessarie per lo

scopo specifico per il quale viene coin-

volto, con esperienze spessomaturate

in anni di attività in un ben preciso set-

tore o su una ben definita tecnologia.

In questo senso, può essere proprio

il consulente esterno a fungere da

‘tutor’ per lo sviluppo delle risorse

interne chiamate a operare insieme a

lui. Questo soprattutto quando le fonti

di formazione istituzionale, ovvero scuole e università, non sono ancora in

grado di rispondere ai fabbisogni di formazione, soprattutto per tecnologie

innovative. Per quel che è la nostra esperienza, la proposta da parte dei

fornitori di tecnologia, soprattutto se innovativa, di corsi di formazione

a completamento dell’offerta di prodotto è prassi abbastanza usuale. E

questo tipo di formazione si rivela di solito estremamente efficace per

consentire alle risorse interne degli utilizzatori di prodotto di acquisire le

opportune conoscenze atte a favorire le giuste competenze specifiche. In

definitiva, assolutamente corretto perseguire lo sviluppo di competenza

delle risorse interne, ma nessuna preclusione a ricorrere a consulenze

esterne per raggiungere tale obiettivo”.

Borali:

“I progetti di integrazione dei sistemi informativi aziendali non

nascono con Industria 4.0, anche se ne sono certamente molto stimolati.

Le conoscenze interne all’azienda sono fondamentali: i progetti di inte-

grazione hanno, come presupposto, la definizione chiara e scritta delle

esigenze aziendali e delle possibili soluzioni. La consulenza esterna può

aiutare moltissimo in questo processo, perché generalmente un esterno

non cade nella trappola del ‘si deve fare così perché è quello che facciamo

da sempre’. Spesso inoltre, le varie funzioni aziendali non hannomai vera-

mente fatto un percorso di definizione e condivisione dei flussi informativi

e vivono quotidianamente le problematiche di processi spesso studiati a

tavolino e imposti da terzi. In ottica Industria 4.0 ogni funzione aziendale,

ogni modulo produttivo, ogni macchina deve smettere di considerarsi un

mondo a sé stante. Tutto si deve trasformare in ‘moduli’ che hanno come

principio di fondo l’interconnessione, ossia la possibilità di mettere a di-

sposizione la propria funzione/capacità per gli interlocutori che necessi-

tano di utilizzarla. Su questi aspetti la formazione interna è essenziale”.

Gamba:

“Per ottenere macchine e processi industriali più efficienti

sfruttando la connettività è necessario, ovviamente, conoscere lo storico

dell’impianto, per avere un termine di paragone. L’ideale sarebbe fare

Raffaele Esposito di Phoenix

Contact

Mario Borali di Automa