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SETTEMBRE 2016

FIELDBUS & NETWORKS

78

Fieldbus & Networks

tivo primario è di confermare la semplice regola storica di riuscire a

sfruttare una velocità di trasmissione più elevata senza dover aumen-

tare i consumi del terminali, che altrimenti avrebbero una durata delle

batterie troppo brevi.

Un altro obiettivo strategico è l’introduzione di una classe di servizi

denominata mMTC (Massive Machine Type Communication), che ha

lo scopo di facilitare la comunicazione tra moltissime apparecchiature

automatiche, potenzialmente con miliardi di dispositivi connessi in

rete. In questo caso, l’obiettivo prestazionale primario non è legato

alla velocità di trasmissione di picco, che può essere relativamente

bassa in molte applicazioni pratiche, ma alla disponibilità di una

connessione alla rete in ogni luogo, sia all’aperto, sia al chiuso, in

ambienti anche a forte rischio di interferenza e propagazione difficile,

caso tipico delle installazioni industriali.

Infine, si prevede di introdurre una classe di servizi denominata uRLL

(Ultra-Reliable Low-Latency), per i quali gli obiettivi prestazionali

principali sono la bassa latenza delle comunicazioni punto-punto e

punto-multipunto e l’affidabilità delle comunicazioni stesse. Si tratta

di servizi che si prevede apriranno la strada alla fattibilità di applica-

zioni di controllo e monitoraggio in tempo reale di nuova generazione,

in primis nel campo delle comunicazioni V2X (da veicolo e veicolo e da

veicolo a infrastruttura), indispensabili per favorire lo sviluppo di auto

a guida autonoma o coordinata.

Onde millimetriche, queste sconosciute

Dal punto di vista tecnologico, oltre a tantissime innovazioni che

coinvolgeranno la virtualizzazione delle

infrastrutture di calcolo e la gestione delle

reti, l’installazione di un numero molto più

grande di stazioni radio base per incremen-

tare la copertura soprattutto in ambienti

interne e molti affollati, l’adozione di tec-

niche di crittografia ancora più avanzate,

la crescente diffusione di collegamenti in

fibra ottica a supporto delle antenne sparse

sul territorio, la novità forse più significa-

tiva sarà il ricorso anche a trasmissioni in

bande di frequenza mai considerate prima

per questo tipo di applicazioni, che vanno

sotto il nome di ‘onde millimetriche’.

Con onde millimetriche si intende gene-

ralmente lo spettro di frequenze che va da

30 GHz a 300 GHz, finora mai usato per le

reti cellulari (che lavorano tipicamente tra

le bande dei 900 MHz a 5 GHz). Il motivo

di utilizzare bande di frequenze così ele-

vate è quello di trovare ampie porzioni di

spettro radioelettrico ancora libere, che

pertanto potrebbero essere assegnate alle

reti 5G per supportare le grandi capacità di

trasmissione e le elevatissime velocità di

picco richieste dai servizi di classe eMMB

citati precedentemente. Lo spettro delle

onde millimetriche ha però una caratteri-

stica molto peculiare (difetto o vantaggio a

seconda delle applicazioni) rispetto alla banda delle radiofrequenze

e microonde tradizionale: le onde millimetriche tipicamente si propa-

gano in modo quasi esclusivamente rettilineo (con poche riflessioni)

e fanno molta fatica a penetrare gli ostacoli (come muri o altro). Altra

caratteristica intrinseca delle onde millimetriche: funzionano con an-

tenne con dimensioni fisiche dello stesso ordine di grandezza (mm

anziché cm).

Queste caratteristiche le hanno fatte scartare in passato per la realiz-

zazione delle reti cellulari, mentre oggi si fa di necessità virtù e una

buona parte della ricerca attualmente in corso nei laboratori di tutto il

mondo è orientata alla caratterizzazione precisa delle caratteristiche

di propagazione di queste onde, soprattutto in scenari urbani, affinché

si riesca a sfruttarle a proprio favore per realizzare infrastrutture e

terminali 5G.

Gli ostacoli da superare

Le difficoltà tecnologiche da superare sono certamente formidabili,

ma la competenza, la tenacia e i capitali pubblici e privati a dispo-

sizione per supportare le attività di ricerca lasciano ben sperare sul

fatto che il cammino di sviluppo previsto venga rispettato. Come in

ogni altra applicazione radioelettrica, però, vi sono altri ostacoli che

possono ostacolare il cammino di una tecnologia di nuovo tipo. Non

dimentichiamo che lo spettro radioelettrico è una risorsa finita e che,

piaccia o non piaccia, non è segregabile tramite confini strettamente

geografici. Inoltre, non è mai così semplice né identificare, né tanto-

meno impedire, l’emissione di segnali che ‘non rispettino le regole’.

In altre parole, a un’onda elettromagnetica emessa non possiamo dire

‘fermati fino lì proprio al confine’ da una nazione all’altra. Allo stesso

modo, se percepiamo un ‘disturbo’ elettromagnetico, i ‘poliziotti ra-

dioelettrici’ hanno sempre un bel da fare

per identificare innanzitutto la sorgente

interferente e per poi zittirla. Pertanto, il

consenso internazionale sull’utilizzo delle

bande di frequenza da destinare alle reti 5G

va costruito per non limitare l’applicabilità

di tecnologie che, se disponibili solo local-

mente o in determinate zone geografiche,

non potrebbero beneficiare di quelle eco-

nomie di scala necessarie per mantenere

sotto controllo i costi delle apparecchiature.

Un altro ostacolo, sempre legato al co-

ordinamento delle frequenze utilizzabili,

è quello delle ‘rendite di posizione’. Per

poter realizzare alcune delle applicazioni

più innovative promesse dalle reti 5G a un

costo ragionevole, soprattutto in ambito

industriale e della sensoristica diffusa sul

territorio, occorrerà far ‘sloggiare’ alcune

delle applicazioni esistenti dalle bande di

frequenza particolarmente pregiate, soprat-

tutto quello nello spettro sotto il GHz (molte

delle quali oggi allocate ai servizi radiote-

levisivi). Chi oggi detiene i diritti di utilizzo

di tali banda di frequenza andrà convinto,

con le buone o con le cattive, a rinunciarvi

per favorire lo sviluppo dei servizi innovativi

basati sulle tecnologie 5G.

Detto ciò, non vi è dubbio che le opportu-

nità di sviluppo promesse delle applicazioni 5G meritino la massima

attenzione, per superare gli inevitabili ostacoli tecnologici, normativi

e commerciali che ne potrebbero rallentare l’adozione.

Alcuni obiettivi prestazionali delle reti 5G

Fonte: 5G Infrastructure Public Private Partnership (5g-ppp.eu)