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FEBBRAIO 2016

FIELDBUS & NETWORKS

72

Fieldbus & Networks

N

el computo delle spese di installa-

zione e manutenzione di una rete

di comunicazione, la voce ‘cablag-

gio’ è tipicamente tra le più one-

rose da contemplare e nel corso

degli anni diversi aspetti delle architetture e tec-

nologie di rete hanno subito evoluzioni espres-

samente rivolte a ridurre la complessità delle

connessioni tra nodi. Un approccio strutturato al

cablaggio offre indubbi vantaggi da questo punto

di vista, ma anche quando le connessioni cablate

tra i nodi vengono rese del tutto superflue, come

succede nel caso estremo delle reti wireless, la

schiavitù dai cavi continua a persistere (a meno

di notevoli eccezioni) sotto forma di collegamento

alla rete di distribuzione dell’energia elettrica.

Per certi versi, la tecnologia PoE-Power over Ethernet offre un ap-

proccio alla semplificazione del cablaggio duale rispetto a quello

conseguibile da una rete senza fili: permette di eliminare da una rete

Ethernet la componente di cablaggio associata all’alimentazione dei

suoi nodi. PoE è infatti in grado di trasferire sugli stessi conduttori, o

quantomeno sullo stesso cavo, di Cat.3, 5, 6 o superiore, a seconda

della velocità e della massima potenza da gestire, tanto il segnale

dati, quanto l’alimentazione elettrica.

Nel corso degli anni le soluzioni che vengono oggi collettivamente

associate alla generica dizione ‘Power over Ethernet’ sono giunte sul

mercato sotto forma di varianti di tecnologie proprietarie o standard

più o meno condivisi. Tralasciando i marchi registrati e le anonime

numerazioni degli organi di standardizzazione, è ormai consuetudine

identificare (talvolta impropriamente) i diversi stadi dell’evoluzione di

Power over Ethernet sulla base dei valori massimi di potenza eroga-

bile a un dato nodo. In questo contesto, il termine PoE ‘nudo’ viene

informalmente riservato alle implementazioni in grado di erogare

meno di 15 W, la dizione PoE+ (PoE Plus) alle varianti che arrivano a

un massimo di 25-30 W, mentre PoE++ (PoE Plus Plus) caratterizza le

soluzioni in grado di spingersi fino a 50 e 100 W per nodo.

Iniettori e splitter

Power over Ethernet richiede l’impiego in punti strategici della rete,

come possono essere hub e switch, di appositi ‘iniettori’ dell’alimen-

tazione che applicano una tensione continua a specifici conduttori del

cavo Ethernet, eventualmente sovrapponendola al segnale dati. Lato

utilizzatore il processo inverso è gestito da uno ‘splitter’, che separa l’a-

limentazione trasmessa in modo comune dal segnale dati differenziale.

Iniettori e splitter possono essere integrati direttamente negli switch

e nei singoli nodi di rete, oppure possono essere affiancati all’instal-

lato esistente sotto forma di apparecchiature a sé stanti.

Nella terminologia adottata dagli standard Ieee 802.3af e at, le ap-

parecchiature che forniscono l’alimentazione PSE-Power Sourcing

Equipment, sono denominati ‘endspan’ quando si trovano all’e-

stremo di un segmento di rete, tipicamente integrati in uno switch,

e ‘midspan’ quando si trovano in una posizione intermedia del seg-

mento, come succede nel caso di retrofitting di reti pre-esistenti. I

dispositivi alimentati PD-Powered Device, non conformi allo standard,

si possono adattare per mezzo di uno splitter esterno che deriva l’a-

limentazione dal cavo Ethernet. A seconda dello standard e della

particolare implementazione, la sovrapposizione e separazione di ali-

PARLIAMO QUI DI VANTAGGI E ACCORTEZZE

DELL’ALIMENTAZIONE DEI DISPOSITIVI VIA POE,

OVVERO POWER OVER ETHERNET

POE: LA POTENZA

NON È TUTTO

di

Massimo Giussani

Fonte: www.telepathyrevealed.com

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Fonti: Texas Instruments

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