FEBBRAIO 2016
FIELDBUS & NETWORKS
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Fieldbus & Networks
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el computo delle spese di installa-
zione e manutenzione di una rete
di comunicazione, la voce ‘cablag-
gio’ è tipicamente tra le più one-
rose da contemplare e nel corso
degli anni diversi aspetti delle architetture e tec-
nologie di rete hanno subito evoluzioni espres-
samente rivolte a ridurre la complessità delle
connessioni tra nodi. Un approccio strutturato al
cablaggio offre indubbi vantaggi da questo punto
di vista, ma anche quando le connessioni cablate
tra i nodi vengono rese del tutto superflue, come
succede nel caso estremo delle reti wireless, la
schiavitù dai cavi continua a persistere (a meno
di notevoli eccezioni) sotto forma di collegamento
alla rete di distribuzione dell’energia elettrica.
Per certi versi, la tecnologia PoE-Power over Ethernet offre un ap-
proccio alla semplificazione del cablaggio duale rispetto a quello
conseguibile da una rete senza fili: permette di eliminare da una rete
Ethernet la componente di cablaggio associata all’alimentazione dei
suoi nodi. PoE è infatti in grado di trasferire sugli stessi conduttori, o
quantomeno sullo stesso cavo, di Cat.3, 5, 6 o superiore, a seconda
della velocità e della massima potenza da gestire, tanto il segnale
dati, quanto l’alimentazione elettrica.
Nel corso degli anni le soluzioni che vengono oggi collettivamente
associate alla generica dizione ‘Power over Ethernet’ sono giunte sul
mercato sotto forma di varianti di tecnologie proprietarie o standard
più o meno condivisi. Tralasciando i marchi registrati e le anonime
numerazioni degli organi di standardizzazione, è ormai consuetudine
identificare (talvolta impropriamente) i diversi stadi dell’evoluzione di
Power over Ethernet sulla base dei valori massimi di potenza eroga-
bile a un dato nodo. In questo contesto, il termine PoE ‘nudo’ viene
informalmente riservato alle implementazioni in grado di erogare
meno di 15 W, la dizione PoE+ (PoE Plus) alle varianti che arrivano a
un massimo di 25-30 W, mentre PoE++ (PoE Plus Plus) caratterizza le
soluzioni in grado di spingersi fino a 50 e 100 W per nodo.
Iniettori e splitter
Power over Ethernet richiede l’impiego in punti strategici della rete,
come possono essere hub e switch, di appositi ‘iniettori’ dell’alimen-
tazione che applicano una tensione continua a specifici conduttori del
cavo Ethernet, eventualmente sovrapponendola al segnale dati. Lato
utilizzatore il processo inverso è gestito da uno ‘splitter’, che separa l’a-
limentazione trasmessa in modo comune dal segnale dati differenziale.
Iniettori e splitter possono essere integrati direttamente negli switch
e nei singoli nodi di rete, oppure possono essere affiancati all’instal-
lato esistente sotto forma di apparecchiature a sé stanti.
Nella terminologia adottata dagli standard Ieee 802.3af e at, le ap-
parecchiature che forniscono l’alimentazione PSE-Power Sourcing
Equipment, sono denominati ‘endspan’ quando si trovano all’e-
stremo di un segmento di rete, tipicamente integrati in uno switch,
e ‘midspan’ quando si trovano in una posizione intermedia del seg-
mento, come succede nel caso di retrofitting di reti pre-esistenti. I
dispositivi alimentati PD-Powered Device, non conformi allo standard,
si possono adattare per mezzo di uno splitter esterno che deriva l’a-
limentazione dal cavo Ethernet. A seconda dello standard e della
particolare implementazione, la sovrapposizione e separazione di ali-
PARLIAMO QUI DI VANTAGGI E ACCORTEZZE
DELL’ALIMENTAZIONE DEI DISPOSITIVI VIA POE,
OVVERO POWER OVER ETHERNET
POE: LA POTENZA
NON È TUTTO
di
Massimo Giussani
Fonte: www.telepathyrevealed.com
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Fonti: Texas Instruments
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