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n.20 novembre 2015

“Il miglioramento dei livelli di raccolta –sottolinea Longoni

- dipende da molteplici fattori: una comunicazione attenta

nei confronti dei cittadini, un moltiplicarsi dei luoghi ove è

possibile conferire i Raee e una politica attiva di coinvolgi-

mento della distribuzione in grado di offrire agli operatori

commerciali servizi personalizzati e orari idonei al confe-

rimento”.

In relazione all’importanza del tema, nell’ambito di un

accordo quadro tra Regione Lombardia e CNR finaliz-

zato a rispondere alla necessità di gestire al meglio il

fine ciclo vita di prodotti ad alto valore aggiunto, quali

prodotti meccatronici ed elettronici, è nato il proget-

to Fideas (Fabbrica Intelligente per la DE-Produzione

Avanzata e Sostenibile). Quali sono stati gli esiti di

tale progetto e quali sono gli esempi di possibili appli-

cazioni virtuose?

“Il progetto Fideas - spiega

Giacomo Copani

, Ricerca-

tore ITIA-CNR - ha sviluppato nuovi processi, tecnologie,

metodi per la gestione dei prodotti meccatronici a fine vita

in modo da massimizzarne il valore residuo, creando in

tal modo nuove opportunità economiche e minimizzarne

l’impatto ambientale. Le attività di ricerca sono state mul-

tidisciplinari ed hanno portato, in particolare, alla defini-

zione di:

- metodi e tecnologie per il disassemblaggio e ri-assem-

blaggio di macro componenti, basate sulla cooperazione

uomo-robot in termini di interazione fisica intuitiva e con-

divisione sicura dello spazio di lavoro;

- metodi e tecnologie per il testing, disassemblagglio e ri-

assemblaggio di micro componenti di ‘Printed Circuit Bo-

ards (PCBs)’ per implementare il re-manufacturing secon-

do il principio dell’automazione flessibile;

- metodi e tecnologie automatizzate per il riciclo dei ma-

teriali;

- sistemi integrati di automazione e controllo flessibile a

livello di impianto che tengano anche conto del fabbisogno

energetico dei processi e dell’infrastruttura;

- framework per la gestione della de-produzione secondo

il paradigma della ‘Fabbrica Digitale’;

- modelli di business basati sull’ottimizzazione delle stra-

tegie di End-Of-Life abilitati dalle nuove tecnologie svilup-

pate e da nuove logiche di cooperazione nella supply chain.

Sulla base dei risultati sviluppati, il progetto ha proposto un

nuovo modello industriale per la gestione dei Raee ed altri

prodotti meccatronici in Lombardia, che introdurrebbe all’in-

terno della Regione processi di lavorazione avanzati e a bas-

so impatto ambientale dei prodotti meccatronici difettosi o a

fine vita (remanufacturing e parte di processi di riciclo) che

attualmente vengono demandati ad imprese estere con con-

seguente perdita di opportunità economiche e di occupazio-

ne. Un esempio di possibili applicazioni dei risultati del pro-

getto per l’implementazione di economie circolari - prosegue

Copani - consiste nella realizzazione di attività di disassem-

blaggio selettivo e successiva frantumazione di componenti

di PCBs per l’ottenimento di polveri ad alta concentrazione di

metalli dalle quali è possibile ottenere materiali riciclati per

applicazioni secondarie. Polveri di materiali plastici possono,

ad esempio, essere impiegate anche come filler di materiali

compositi”. Giacomo Copani spiega che è stato anche ipotiz-

zato che i produttori di componenti meccatronici, ad esempio

nell’industria automobilistica, instaurino dei processi per la

collezione sistematica dei prodotti difettosi o a fine vita affin-

ché questi possano essere rifabbricati o possano costituire

fonte di componenti e materiali per il ciclo produttivo. Così

facendo, tali operazioni che attualmente non vengono svolte

dai produttori, potrebbero essere implementate direttamen-

te all’interno delle fabbriche di produzione o, a seconda dei

casi, da parte di terzisti specializzati nelle loro immediate

vicinanze, riducendo in tal modo l’impatto della logistica e

creando dei veri e propri ecosistemi integrati di produzione

e de-produzione.

Può essere utilizzata vantaggiosamente l’analisi del ciclo

di vita per lo studio dei processi tecnologici appartenenti

alla filiera dei Raee e esistono degli esempi di LCA signi-

ficativi condotti in tale contesto?

“Ciò che caratterizza il trattamento dei Raee - spiega

Lucia

Rigamonti

, Ricercatrice nel Dipartimento di Ingegneria Ci-

vile e Ambientale (Dica) del Politecnico di Milano - è la com-

plessità della filiera di recupero: dopo un primo impianto dove

si effettua la separazione tra i costituenti principali, le diverse

componenti sono inviate ad altri impianti, che possono es-

sere quelli di recupero finale (ad es. per i rottami ferrosi) o