MAGGIO 2017
FIELDBUS & NETWORKS
ciando ad alcune funzionalità e gravando
maggiormente sull’attività di installazione,
oppure identificare un fornitore in grado di
offrire un catalogo completo, con i vantaggi
offerti da prodotti nativamente ingegneriz-
zati per operare insieme. La scelta si è così
orientata sulla seconda opzione che “ha
imposto la necessità di identificare un ven-
dor in possesso di un catalogo completo e
disposto a collaborare, anche in termini di
supporto tecnico, con la società di instal-
lazione” prosegue Fasan. Tale ricerca ha
portato a siglare un accordo di fornitura
con BTicino, “un produttore noto, oltre che
per l’affidabilità dei prodotti, anche per il
rispetto delle tempistiche di consegna, ca-
ratteristica non trascurabile in un progetto
come questo e dove eventuali malfuzio-
namenti potevano mettere a repentaglio
l’incolumità e la stabilità psicologica degli
ospiti” spiega il responsabile dell’installa-
zione di Coop Sei, Alessio Bassetti. “Per
questo abbiamo scelto di commissionare
anche l’allestimento dei quadri elettrici
principali a BTicino, che ci ha consegnato
le soluzioni complete e certificate diretta-
mente in cantiere”.
Illustra il capoprogetto di TFE Ingegneria,
Zefferino Tommasin: “Abbiamo svilup-
pato un progetto con un elevato livello di
affidabilità, sia rispetto ai possibili guasti
interni alle apparecchiature, sia rispetto a
eventuali eventi esterni. Quasi scontata,
quindi, la scelta di adottare apparecchia-
ture e componenti con alto grado di sicu-
rezza intrinseca. L’esperienza maturata
negli anni ci ha permesso di sviluppare
un’architettura in grado di fronteggiare
guasti o fuoriservizio di componenti o di
intere sezioni di impianto, con tempi di
ripristino limitati alla sola attivazione di
manovre automatiche o manuali di com-
mutazione. Un obiettivo che è stato rag-
giunto adottando, in modo esteso, uno
schema d’impianto ridondante di tipo
‘doppio radiale’ ed evitando la presenza
di ‘colli di bottiglia’ funzionali o fisici”.
Porte sotto controllo
Il primo aspetto su cui si sono concentrati
i progettisti ha riguardato la sicurezza at-
tiva e passiva. In una struttura che ospita
pazienti psichiatrici è infatti necessario non
solo proteggere le persone da intromissioni
non autorizzate, ma evitare anche le fughe.
L’attenzione alla sicurezza, presente ma
non invasiva, è percepibile già avvicinan-
dosi al videocitofono del centro. L’uso del
modello Sfera di BTicino, equipaggiato di
grandangolo, garantisce infatti un ampio
angolo di visione. Il personale della recep-
tion può così riconoscere, oltre alla persona
che ha premuto il tasto, anche eventuali
soggetti che si trovino nelle vicinanze.
In un edificio che si sviluppa per buona
parte al piano terra, l’ingresso ufficiale non
è però l’unico varco per accedere alla strut-
tura. Da qui la scelta di monitorare l’intero
centro con una serie di videocamere. Le
videocamere di per sé non costituiscono
però una garanzia assoluta in termini di
sicurezza. Questo perché è fisicamente im-
possibile che un operatore riesca a monito-
rarle tutte inmodo continuativo: per evitare
l’accesso a determinate aree o un abban-
dono della struttura da parte di un ospite,
il personale dovrebbe intervenire diretta-
mente. Da qui la scelta di gestire 22 porte
della struttura con i sistemi di controllo ac-
cessi Legrand. Ogni porta è stata dotata di
un elettromagnete di ritenuta che, in orari
prefissati e definiti via software, garantisce
la chiusura della porta stessa. Il magnete di
tenuta può essere diseccitato, in qualunque
istante, dagli operatori avvicinando il badge
personale al lettore di prossimità. In caso
di tentativo di forzatura, si attiva invece
un allarme ottico acustico, che permette
un intervento puntuale del personale di
sorveglianza. Il sistema di ritenuta, inoltre,
Dalla reception è possibile monitorare tutte le telecamere oltre allo stato delle
porte interne ed esterne