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MAGGIO 2016

i più importanti, lato azienda (anche con

l’aiuto di un consulente esterno indipen-

dente), sono: un elevato livello di cono-

scenza, competenza ed esperienza in tema

di gestione dell’energia, la disponibilità a

seguire un percorso (soprattutto quando

si parte) più complesso e che prevede un

investimento iniziale (per diagnosi energe-

tica e reti di monitoraggio) necessario per

gettare le basi verso una corretta gestione

dell’energia e per finire l’identificazione di

fornitori di servizi energetici che assumano

il ruolo di partner che si impegnino a lavo-

rare in ottica di condivisione dei risultati.

Esistono numerosi casi di successo che

confermano che questo approccio è garan-

zia di successo.

Paolo Caruson:

Con

precisi calcoli che

ne dimostrino co-

sti/tempi/benefici/

altri soggetti benefi-

cianti, per una cor-

retta valutazione.

Quando proget-

tiamo impianti con

recupero di energie/

ottimizzazione delle

energie, utilizziamo

tutte le componenti

valutative.

Giovanni Mu-

gnolo:

L’efficienza

energetica non

è legata al solo

risparmio elet-

trico, che rimane

comunque una

voce di spesa

molto significa-

tiva per le indu-

strie, ma al pro-

cesso industriale

nella sua totalità.

All’interno di un

sito produttivo si

possono trovare diverse apparecchiature

direttamente coinvolte nel processo indu-

striale o a suo supporto, come l’utilizzo

di lampade a LED per l’illuminazione o

l’utilizzo di convertitori di frequenza. L’ef-

ficienza energetica è legata anche al riciclo

delle materie prime utilizzate, in particolar

modo dell’acqua utilizzata all’interno dello

stabilimento. Un impianto di recupero, fil-

trazione e disinfezione dell’acqua di pro-

cesso può portare non solo a un risparmio

economico, ma anche a un miglioramento

delle prestazioni dell’impianto attraverso

un controllo più accurato della qualità dei

fluidi utilizzati.

Cosa frena l’efficienza energetica nell’indu-

stria italiana?

Santovito:

Qualche anno fa uno studio del

Fire, Federazione italiana per l’uso razio-

nale dell’energia, aveva messo in evidenza

le barriere non economiche alla diffusione

dell’efficienza energetica

( http://www.fire

-

italia.org/indagine-sulle-barriere-non-eco-

nomiche-allefficienza-energetica

), tra que-

ste mi preme evidenziare la mancanza di

conoscenza e di sensibilità su questo tema,

secondarietà rispetto al core business, atti-

tudini e comportamenti, complessità delle

soluzioni, sistema del credito non maturo.

Caruson:

Probabilmente la capacità di inve-

stimenti iniziale di cui necessitano gli am-

modernamenti per ottenere una maggiore

efficienza energetica: spesso la portata

dell’investimento unito al clima di incer-

tezza rende nullo il beneficio che si otter-

rebbe solo a medio o lungo termine. Inoltre

spesso i cambiamenti spaventano, sono

necessarie minime o grandi rivoluzioni e

approcci innovativi, così come nuove me-

todologie nel ciclo produttivo. Rivisitazioni

che spesso sono frenate dalla routine.

Mugnolo:

La crisi economica e l’alto co-

sto del lavoro hanno comportato una forte

diminuzione o delocalizzazione degli inve-

stimenti da parte del tessuto industriale

italiano, salvo alcune eccezioni eccellenti.

Le strutture sono in molti casi datate e non

concepite per essere efficienti da un punto

di vista energetico. Servirebbe un forte so-

stegno istituzionale atto a incentivare com-

portamenti virtuosi a livello nazionale, ora

limitati all’iniziativa imprenditoriale, o tal-

volta alla responsabilità sociale, dei singoli.

Fino a che punto l’innovazione nelle tec-

nologie può contro alcuni comportamenti

inefficienti delle aziende?

Santovito:

L’innovazione tecnologica è

fondamentale per garantire un percorso

virtuoso di miglioramento dell’efficienza

energetica, che permette di trovare solu-

zioni sempre nuove. Però ciò che si può

osservare è una differente velocità delle so-

luzioni offerte dai produttori di tecnologia

rispetto alla capacità di recepimento degli

utilizzatori finali con il rischio di vanificarne

l’efficacia. Probabilmente è molto più facile

ideare nuovi sistemi hardware e software

che non cambiare le abitudini delle per-

sone o aumentare la sensibilità su temi che

si scontrano con le barriere specificate in

precedenza.

Caruson:

L’innovazione tecnologica può

portare a studi, prospetti e progetti speci-

fici per tipologia di azienda dove diventa

evidente che l’ottimizzazione dei processi

e dei costi vadano a beneficio dell’azienda,

dei lavoratori e dell’ambiente presente e

Paolo Caruson,

amministratore di AIR Clean

Giovanni Mugnolo, technical

training manager Emea, Xylem