APRILE 2013
“Cloud computing significa, ormai, originali strategie di
business e realizzazione di progetti che stanno profondamente
trasformando i modelli, i processi e l’organizzazione delle
maggiori imprese e di conseguenza, anche la domanda di
Information Technology dei grandi spender che costringe i
provider nuovi, entranti o già presenti a proporre un’offerta
di servizi radicalmente diversa dal recente passato. Il punto è
che il nuovo ecosistema di domanda e offerta per realizzarsi
appieno richiede tempo. Ad esempio occorrono nuove
competenze sull’uno e sull’altro fronte e in conseguenza dei
nuovi paradigmi anche le situazioni inaspettate non mancano.
Il nuovo ecosistema ha però già compiuto molti passi concreti
nel suo processo di formazione e in molti casi si sostituisce
ai precedenti” sostiene Alfredo Gatti, managing partner
Nextvalue. Secondo quanto emerge dal ‘Cloud Computing in
Italia.What’s next?’, insights sul cloud realizzato da Nextvalue, il
cloud è un cambiamento sostenibile già penetrato nel sistema
produttivo italiano che spinge l’IT verso una nuova fase e lo
dimostrano le imprese italiane ed europee già scese in campo.
Un’onda che raggiungerà presto anche le piccole aziende, oggi
solo sfiorate dal cloud, già penetrato invece in vasti settori
sottostanti del mondo consumer, professionale, delle micro
aziende e soprattutto delle grandi aziende le cui esperienze
dimostrano i vantaggi della cloud in prospettiva di flessibilità
e innovazione. Quale sarà allora la svolta secondo la ricerca?
L’estensione della cloud anche a imprese e organizzazioni più
piccole che proprio grazie alla cloud potranno affrontare una
nuova informatizzazione di massa. Ma queste aziende ce la
faranno? Gatti ne è certo, basta superare le barriere culturali,
per altro, prime e cadere nelle imprese italiane. E poi ne è certo
in quanto “non sarebbero possibili innovazione e crescita se
tutti continuassimo a fare le stesse cose nello stesso modo”.
Il cloud computing non ha però nulla di magico. Come tutte
le forze dirompenti potrebbe essere anche distruttivo, se non
lo si affronta con una precisa strategia, non lo si sostiene
adeguatamente, non se ne conoscono i rischi e soprattutto,
non lo si governa. Il cloud computing è per alcuni una vecchia
idea che si sta traducendo in realtà. È la volontà delle imprese
di mettere all’esterno alcune delle loro capacità elaborative e lo
sforzo dei provider di fornire un’IT come utility. Ma la difficoltà
sta nel riuscire a capire come ottenere ricavi e margini dalla
cloud. Certo molti operatori sono riusciti a riconoscersi nella
cloud e a lanciare un’offerta più o meno allettante in un
mercato che si muove comunque velocemente o altri che
finora sono rimaste a guardare intendono cimentarsi in tale
settore. Rispetto ai primi pionieri, queste manifestano un
più ampio spettro di esigenze e priorità rispetto all’adozione
di servizi di cloud computing. Anche il sistema d’offerta
contribuisce a rimescolare le carte: i messaggi di marketing
iniziano a cogliere gli aspetti più estesi dei bisogni dei clienti, i
servizi iniziano a risultare più focalizzati e adatti a singoli target
di clienti: è l’evoluzione del mercato cloud.
PREVISIONI
Ma vediamo le previsioni di questo mercato, per quest’anno,
presentato nella ricerca di Nextvalue. Da quanto raccolto si
evidenzia come la consapevolezza degli utilizzatori sia in
continua crescita e quindi andranno sempre più a svanire
i tentativi mirati e talvolta ingannevoli da parte di alcuni
vendor di contrabbandare un vecchio prodotto o servizio
SPS IPC DRIVES È SEMPRE ALL’AVANGUARDIA
per quanto riguarda le
tecnologie e noi abbiamo voluto portare un po’ di aria nuova tra l’automazione
parlando di cloud computing
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Speciale
SPS
Quali prospettive per la
‘nuvola’
A cura di Antonella Cattaneo
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