FN_104

SETTEMBRE 2020 FIELDBUS & NETWORKS 29 struttura, includendo, con le dovute precauzioni, anche il cloud. Tutto questo risulta molto difficoltoso se non impossibile utilizzando i tra- dizionali fieldbus”. John Browett , general manager, Clpa-CC-Link Partner Associa- tion Europe ( eu.cc-link.org/it ) : “È vero che la comunicazione seriale tradizionale basata su fieldbus abbia cominciato lentamente a cedere il passo da quando la tecnologia IndustriaI Ethernet si è dimostrata capace di gestire anche compiti di automazione che necessitavano di determinismo, circa 10-15 anni fa. I fieldbus si sono rivelati davvero un passo avanti ai loro tempi, in quanto in grado di ridurre drasticamente i cablaggi, aggiun- gere funzioni di diagnostica e aumentare le prestazioni. Nonostante tutti i benefici che portavano, presentavano però un grande difetto, la mancanza di un layer fi- sico standardizzato. Dunque, CC-Link non poteva essere direttamente connesso a Profibus ecc., così una piccola azienda, producendo gateway di comunicazione capaci di connettere reti differenti, co- minciò a offrire una soluzione alla cosid- detta ‘guerra dei fieldbus’. All’inizio, una delle ragioni della diffusione di Industrial Ethernet fu la disponibilità di un unico layer fisico standardizzato basato sulla tecnologia Ethernet, già am- piamente utilizzato e conosciuto. Questo è stato un ulteriore miglio- ramento tecnologico, in quanto in tal modo differenti produttori erano in grado di fornire i componenti necessari all’infrastruttura, oltretutto con differenti opzioni e a costi ridotti. A ogni modo, in certa misura la ‘guerra dei fieldbus’ è proseguita a livello di protocolli fino a ora, poiché sebbene ora il livello fisico sia standardizzato, non lo sono i protocolli superiori a esso. Siamo ora a uno stadio successivo rispetto l’inizio del networking industriale, con l’avvento di tecnologie come Time-Sensitive Networking (TSN), che iniziano a rendere possibile la coesistenza di molteplici protocolli sulla stessa rete”. Marcello Scalfi , sales specialist team leader Industrial Networks e Security di Siemens Italia ( www.siemens.it ) : “Questo fenomeno a nostro avviso sarà sempre più evidente per i fieldbus basati su tecnologie non scalabili e ‘chiuse’. Se da un lato queste soluzioni promettono comunicazioni ad hoc potenzialmente a elevate presta- zioni, dall’altro lato non permettono inte- roperabilità, scalabilità e apertura verso i concetti di digitalizzazione. Siemens da tempo ha abbracciato Profinet, un fieldbus basato su Ethernet standard che permette la massima integrazione con altri protocolli di comunicazione, scalabi- lità della rete e, anche grazie alla pros- sima introduzione di TSN (Time Sensitive Networking), le massime prestazioni in termini di latenza della comunicazione. Pertanto, prevediamo un’ul- teriore crescita di Profinet nel prossimo futuro”. Ezio Frazzoni , sales Technical Center Automation Motion Dcet/ SAE1-IT, Bosch Rexroth ( www.boschrexroth.it ) : “Bosch Rexroth fornisce da anni dispositivi con connettività verso bus di campo su base Ethernet: la Multi-Ethernet. Il significato tecnico di questo nome è semplice: i dispositivi sono liberamente comandabili con uno dei protocolli selezionabili dal progettista, in fase d’ordine, oppure dal programmatore, al momento della messa in servizio del prodotto. È possibile sele- zionare i protocolli a base Ethernet più diffusi come Sercos III, Ethercat (CoE, SoE), Ethernet/IP, Profinet e ProfiSafe. Il motivo per cui i protocolli su base Ethernet continuano ad avere un trend ascendente è intuibile e spiegabile nell’e- conomicità data dall’enorme diffusione del chip hardware che si occupa della comunicazione. Inoltre, non di minore im- portanza, sono la semplicità di utilizzo e la flessibilità, o per meglio dire la versati- lità di questi protocolli. Da non tralasciare poi la vicinanza con il mondo IT, che porta ad avere tutti i dispositivi connessi sullo stesso bus e raggiungibili dal mondo web senza l’au- silio di particolari interfacce hardware e/o gateway. Ad avvalorare la tesi, nei fatti, tutti i nostri dispositivi sono equipaggiati con un web server integrato, che rende immediatamente fruibili all’utente pagine web raggiungibili con i più comuni browser, per la configurazione, la diagnostica e la diagnosi avanzata”. Alessandro Morana , project manager Automation Infrastructure, Phoenix Contact ( www.phoenixcontact.it ) : “Anche per noi ormai è diventato d’obbligo puntare su Ethernet in quanto stiamo vivendo un’evidente evoluzione in campo manifatturiero che convoglia mi- riadi di applicazioni industriali nell’uso di protocolli che permettono di avere soluzioni deterministiche, realtime (Profinet), con sicurezza in- tegrata (Profisafe) e dove la velocità è sempre più importante. Inoltre, la produzione di fabbrica è sempre più connessa alle reti di alto livello e questo favorisce l’integrazione di dispositivi di rete, IoT gateway o Edge Computing. La costante crescita, a due cifre, di questi anni, dei dispositivi per l’interfacciamento di rete sia cablata (switch), sia wireless, dimo- stra il fatto che nel mondo industriale sono sempre più ri- chieste inter- facce a livello Ethernet. Ovvia- mente parliamo di dispositivi industriali in grado di ge- stire protocolli quali Profinet, Ethernet/IP ed Ethercat. Sono proprio questi che negli ultimi anni hanno registrato la maggiore cre- scita e anche la nostra azienda sta puntando sullo sviluppo di nuovi prodotti in grado di supportare questi protocolli di rete”. Alessandro Favero , product manager Control Systems & IO, Phoenix Contact : “Probabilmente la leggera diminuzione dell’u- tilizzo di fieldbus in applicazioni industriali può essere giustificato anche dall’impiego crescente del protocollo IO-Link, il quale non si presenta come bus di campo, bensì come protocollo di comunicazione punto-punto verso il campo per la raccolta dati dei sensori collegati. IO-Link consente di raccogliere molti dati dal campo, risparmiando sui costi legati al cablaggio dei sensori stessi. In aggiunta, anche i dispositivi IO-Link si stanno attrezzando per trasferire via OPC UA i dati dal campo verso il cloud”. Alessandro Morana e Alessandro Favero di Phoenix Contact John Browett di Clpa-CC-Link Partner Association Europe Ezio Frazzoni di Bosch Rexroth Siemens Italia

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=