SPS 2024 Web
SPECIALE SPS ITALIA 2024 11 ANTONELLA CATTANEO Caporedattore di Automazione Oggi, FIeldbus&Networks, Soluzioni Software per l’Industria È nata nel 2011 e ormai è l’appuntamento più atteso dell’anno del settore dell’automazione, dove è possibile confrontarsi sui temi sfidanti dell’industria di oggi e di domani. Quando è nata il suo acronimo era l’equivalente di PLC - Programmable Logic Controller in tedesco, da qualche anno si è passati alla lingua inglese e SPS ormai è l’acronimo di Smart Production Solutions proprio per sottolineare che l’industria deve essere intelligente, digitale, flessibile, sostenibile e umana per poter rispondere all’esigenza del mercato. All’hardware si integra quindi non solo il software ma anche l’intelligenza artificiale così che dalla fabbrica al prodotto tutto può essere pensato, realizzato, utilizzato, venduto al meglio. Tutto questo, come sempre non può esserci se manca il fulcro dell’azienda: l’uomo. È lui che fa la vera differenza, è lui che vede e prevede il futuro dell’azienda, la migliora, crea collegamenti, network, infonde fiducia nel cliente e da lui prende ispirazione… è lui che gira tra gli stand della manifestazione, entra in contatto con persone e tecnologie proprio per scegliere come rafforzare il brand della sua azienda. È lui che dall’idea, crea. Crea non solo prodotti ma anche start-up e PMI innovative: motore di crescita e innovazione del nostro Paese. Basti pensare che in Italia, secondo l’analisi State of italian VC, realizzato da P101, venture capital italiano, si contano oltre 13.000 start-up e circa 2.000 PMI innovative, tutte nate dopo il 2010, che hanno generato nel 2023 un valore di produzione di oltre 9,3 miliardi di euro, occupando più o meno 62.000 persone. Idee e innovazione, quindi, pagano se pensiamo che il valore dell’ecosistema italiano delle start-up, pari a circa 67 miliardi di euro, è aumentato di 25 volte in 10 anni, più del doppio della media europea: un trend accelerato nel 2023 in cui è stata registrata una crescita del 27%, rispetto al 7% europeo, come riferisce l’analisi. Quali i settori? Fintech, sanità, tecnologie emergenti e sostenibili, energia, software per le imprese, che sale al primo posto della classifica italiana. Forte il gap delle quote rosa nel management aziendale. Secondo i dati riportati dal portale specializzato Venturebeat.com nel mondo sono solo il 15%, in media, le donne founder di start-up innovative: l’Europa è al penultimo posto della classifica a pari merito con l’America Latina. E in Italia, in base al V Rapporto nazionale sull’imprenditoria femminile, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne e Si.Camera, le imprese guidate da donne sono solo 1 su 5 (22,2%) e le start-up innovative con una founder femminile sono poco più di 1 su 10 (12,6%), nonostante la leadership femminile porti a brillanti risultati aziendali. Le donne ai vertici delle aziende sono spesso più propense a prendere decisioni rischiose e a gestire le imprese con un approccio determinato. Inclini a favorire la crescita reinvestendo i profitti, hanno spiccate capacità multitasking e un’intelligenza emotiva che le guida nell’individuare i bisogni del mercato e nel cogliere le opportunità. @nellacattaneo Non solo tecnologia EDITORIALE
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