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INCHIESTA 28 rmo MAGGIO 2024 taggio competitivo irraggiungibile. Inoltre, per tutelarsi a livel- lo mondiale, Pechino sta potenziando i controlli protezionistici sulle importazioni e sulle esportazioni di terre rare e materiali lavorati e sta valutando anche l’eventuale divieto di esportare la proprietà intellettuale per la tecnologia di produzione dei ma- gneti. Nel 2022 la Cina ha registrato il 70% della produzione mineraria di terre rare rispetto al 58% del 2021. E come si sta muovendo l’Europa? Nel continente non esistono riserve significative di questi materiali, non c’è una tecnologia di riciclaggio disponibile o in fase di implementazione, non c’è quasi nessuna tecnologia di lavorazione a valle, tranne che in Cina. La dipendenza dei Paesi europei dalla Cina per compo- nenti cruciali, anche per campi in cui sono leader mondiali, co- me ad esempio quello della produzione di turbine eoliche, vei- coli elettrici o altre innovazioni ‘green’, incide notevolmente sulla crescita del settore. Come sostiene anche l’Erma, la domanda europea di terre rare è destinata a quintuplicarsi entro il 2030. L’Europa, nel frattempo, sta cercando alternative valide al suo storico stallo. Un aiuto potrebbe arrivare dall’Australia, in cui ha sede la miniera di Mount Weld che fornisce attual- mente il 6% della produzione mineraria mondiale di terre ra- re. Ma anche dagli Stati Uniti, con la miniera californiana di Mountain Pass, che ha appena rimesso in funzione un im- pianto di separazione, che permette la lavorazione delle ter- re rare su territorio americano. Oltre alle due alternative ex- traeuropee, il Vecchio Continente può contare su un impianto di separazione per la produzione di magneti in Estonia e in futuro sul sito francese di La Ronchelle di prossima espan- sione. Inoltre, a Kiruna in Lapponia, è stato scoperto ad inizio dello scorso anno il più grande giacimento europeo di metalli di terre rare, considerata attualmente la più grande miniera sotterranea di minerale di ferro del mondo. Questo progetto risulterebbe essenziale per proteggere l’Europa dalle impor- tazioni cinesi di motori elettrici, auto elettriche e turbine eoli- che. Ma il giacimento lappone non ha da solo le potenzialità di rendere indipendente il Vecchio Continente. PROPOSTA DI LEGGE DELLA UE Esattamente un anno fa, nel marzo del 2023, l’Unione Euro- pea è intervenuta con una proposta di legge sulle materie prime critiche, il Crma. La proposta di legge comunitaria pre- vede misure per arrivare a una semplificazione delle auto- rizzazioni, per individuare dei finanziamenti da destinare ai progetti più validi e per definire gli obiettivi per l’approvvigio- namento, la produzione e il riciclaggio internazionali. Obietti- vo, sarebbe quello di supportare l’Europa per diventare indi- pendente dalla Cina entro la fine del decennio. La Neo Performance Materials ha ricevuto, per esempio, quasi 19 milioni di euro di fondi europei per realizzare un impianto in Estonia, ai confini con la Russia, e si sta lavoran- do a misure per creare centri di produzione di magneti per- manenti (il 94% proviene dalla Cina). Ma questo pare non possa bastare.

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