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29 rmo aprile 2023 52906, mentre se si lavora con estrusione, il riferimento è la ISO/Astm CD 52903-3”. Normazione AM in Italia. In Italia i lavori di standardizza- zione AM sono seguiti dalla UNI/CT 529, ente federato UNI che si occupa di tecnologie additive. “Un argomento un po’ separato, ma molto importante, concerne i documenti re- lativi alla sicurezza - illustra Renato Ottone, presidente del Comitato tecnico UNI/CT 529 -. Vi è in particolare una proof work item (PWI) che riguarda l’emissione di particelle e so- stanze chimiche delle stampanti 3D desktop a estrusione, e un’altra, la ISO/Astm Fdis 52931 che riguarda sia costruttori di macchine che utilizzatori, con linee guida in tema di am- biente, salute e sicurezza nell’uso di materiali metallici in AM, delle polveri in particolare”. Un’altra PWI, la ISO/Astm AWI 52938-1, concerne i requisiti di sicurezza per macchine PBF (powder bed fusion) e LB (laser beam), che in futuro do- vrebbe divenire una norma di tipo C aiutando a uniformare gli aspetti di sicurezza da applicare nel progetto di nuove macchine. Ottone ricorda poi l’esistenza a livello europeo anche del CEN/TC 438 - Additive manufacturing, fondato nel 2015 per rendere disponibile un insieme di norme euro- pee relative ai processi, alle procedure di test e ai parametri qualitativi per l’industria AM. Attualmente non sta scri- vendo nulla, in quanto applica il Vienna agreement con ISO/ TC 261 volto ad assicurare consistenza e armonizzazione, per incorporare nelle norme EN tutte le norme prodotte dal TC 261. Tra le norme relative alle prove non distruttive in AM, Ottone ricorda quindi che, oltre ai technical report della ISO/Astm DTR 52905 e della ISO/Astm 52906, esiste anche una norma sviluppata dal comitato tecnico Astm E07, una standard guide per l’esame non distruttivo di parti me- talliche per aerospace costruite in additivo. Nello specifico, si tratta di un documento preparato in origine dalla Nasa, che contiene molte preziose informazioni per chi intende fornire parti AM a clienti nel settore aeronautico. Altre attività normative. Come detto, la normazione per l’AM non si limita ai lavori in ISO TC 261 e Astm F42. “Anche la VDI FA 105 sta scrivendo delle linee guida sull’AM, in particolare la sequenza VDI 3405, con una lista molto corposa in quanto vi si lavora moltissimo - dice Ot- tone -. Per prodotti sottoposti alla direttiva PED e realiz- zati con tecnologie AM, a livello CEN è stata invece creata una collaborazione tra il CEN/TC 54 - Unfired pressure vessels, e il CEN/TC 438 - Additive manufacturing. È così nato il gruppo di lavoro CEN/TC 54/WG 11 che sta produ- cendo una norma sui requisiti addizionali per la creazione di strumentazione e componenti a pressione realizzati con metodi AM”. Anche in ambito industrial automation sono quindi state pubblicate norme che contengono documenti con specifi- che relative all’AM: la ISO/TC 184/SC 4, riferita agli indu- strial data, e la ISO/TC 184/SC 1, che contiene i requisiti per i sistemi cyber fisici per macchine utensili CNC per AM. Altre norme di interesse sono poi quelle sviluppate dall’ISO/IEC JTC1/WG12, gruppo di lavoro 3D printing and scanning, con documenti già arrivati a livello DIS (draft international standard) come quello relativo al medical image-base modelling, prossimo alla fase Fdis (final draft international standard). E’ invece già pubblicato un docu- mento che riguarda il Framework for AM service platform (Amsp), importante per realizzare network di produzione additiva molto delocalizzati. Ottone ricorda infine l’esi- stenza di un’altra norma molto utile, la UL 3400 - Outline of investigation for AM facility safety management, che può di fatto essere utilizzata come una check list per consi- derare cosa occorre fare nell’organizzare un dipartimento AM che tenga conto della safety. In applicazione di un accordo siglato di recente, si prevede che l’attualizzazione della norma venga pubblicata dalla stessa Astm. @marcocyn
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