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75 rmo marzo 2022 ziatori ottengono delle quote di partecipazioni dell’impresa o del progetto. Tutto ciò avviene, in ogni caso, attraverso piat- taforme digitali. In realtà, già nel lontano 1987 a Lubecca, una cittadina tedesca di 200 mila abitanti sulle sponde del mar Baltico, veniva rea- lizzato un progetto - fra i primi in Europa -, di riqualificazione urbana finanziato in crowdlending: una modalità innovativa, allora ancora poco diffusa, di raccolta fondi sotto forma di prestito, che combina alcune caratteristiche della sharing eco- nomy con il modello tradizionale di prestito a un tasso di in- teresse. A differenza del crowdfunding, in cui il finanziatore fa in realtà una donazione e ottiene in cambio un ritorno per lo più immateriale, il crowdlending funziona come un prestito alla vecchia maniera: vale a dire che chi investe denaro, lo fa per un ritorno economico, stabilito a priori in base a un tasso di interesse e regolato da tempistiche e modalità ben precise. In Italia, il crowlending ha preso piede soltanto in questi ul- timi anni, in particolare nel mondo immobiliare, ma di recente ha incominciato ad estendersi anche in diversi settori sia in ambito B2B sia B2C, rivelandosi un agile, rapido ed efficace sistema di finanziamento alternativo, in particolare per le PMI, sia che si tratti di start-up, sia di aziende medio-piccole con una storia alle spalle e una presenza consolidata nel proprio mercato di riferimento. Infatti, se nella logica capitalistica, i grandi Gruppi industriali trovano le porte aperte nei più di- sparati istituti bancari, le piccole e medie imprese, che in Ita- lia rappresentano la maggior parte del tessuto industriale, si ritrovano spesso a subire tutti i limiti e le restrizioni determi- nate dalle regole della Borsa, qualora necessitino di accedere a prestiti o mutui. Come funziona il crowdlending. Nel crowdlending, noto anche come social lending, esistono delle piattaforme digitali che fungono da intermediari tra le aziende in cerca di finan- ziamenti e i soggetti che intendono investire in un progetto; pertanto l’incontro tra coloro che hanno bisogno di capitali e gli investitori avviene su tali piattaforme che, ormai anche in Italia, sono davvero tante e di differenti tipologie. Rispetto al canale bancario tradizionale esse presentano un significativo vantaggio legato alle tempistiche. Per le aziende che necessitano di un prestito, infatti, i tempi sono decisa- mente più brevi, per quanto però per l’approvazione del progetto siano necessari determinati requisiti. Infatti, in linea generale, i siti di crowdlending accettano solo aziende con un buon merito creditizio, che siano quindi in grado di resti- tuire il capitale ricevuto in prestito, che non abbiamo debiti, insolvenze e che non siano totalmente prive di dipendenti. Un aspetto importante, inoltre, che costituisce un elemento differenziatore rispetto alle banche che si focalizzano solo sull’assetto finanziario ed economico dell’azienda, è che le piattaforme di crowdlending valutano il progetto per cui si richiede un finanziamento, le finalità, le potenzialità, le pos- sibilità di successo e quindi il valore aggiunto che il progetto I protagonisti Giuseppe Scapola è Head of Business Development di EvenFi , con una pluriennale esperienza nel settore dei finanziamenti – “Quello del crowdlending è uno strumento finanziario di grande potenzialità, anche nei settori quali la meccatronica, nel cui ambito ci sono numerosi progetti innovativi, che hanno bisogno di sostegni economici per essere sviluppati”. Luigi Maldera è CEO di MBL Solutions : “Il crowlending per noi è stata un’esperienza pioneristica che ci ha permesso non solo di reperire fondi a supporto dei nostri progetti in tempi record, ma ci ha dato la possibilità di dare grande visibilità all’azienda in termini di marketing e di creare con alcuni finanziatori delle proficue collaborazioni a beneficio di entrambe le parti”.
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