RMO_242
27 rmo marzo 2022 no. I primi sono i lavoratori extra-comunitari attualmente resi- denti in un altro Stato dell’Unione che hanno ottenuto il per- messo di soggiorno illimitato. Questi possono essere utilizzati in Italia senza problemi per trasferte brevi, ovvero inferiori a 90 giorni secondo norme Schengen, ivi compreso il conteggio dei giorni trascorsi nel periodo in altri Paesi UE. Per periodi superiori è invece necessario richiedere un permesso di lavoro. Resta l’obbligo di rendere una dichiarazione di presenza entro 8 giorni dall’ingresso in Italia, anche per trasferte di breve du- rata. “Lo scenario si complica per lavoratori extra-comunitari non in possesso di permessi di soggiorno di lungo periodo - spiega Arletti -. A questi lavoratori, assunti da un’azienda con sede al di fuori dell’UE, si applica la normativa di immigrazione italiana (D.Lgs. 286/1998, Art. 27 lettera i), che consente di ot- tenere un permesso di lavoro laddove vi sia un contratto di ap- palto stipulato tra l’azienda distaccante e l’azienda italiana”. Diverso ancora è il caso di lavoratori extra-comunitari senza permesso di soggiorno assunti da un’azienda con sede in UE, per i quali è pure possibile ottenere un permesso di lavoro ma con una pratica più snella: il permesso è infatti sostituito da una comunicazione da parte dell’impresa italiana alle autorità italiane, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno. Comu- nicazione in cui vanno comunque forniti vari dati obbligatori (identità del committente, nomina di un responsabile per l’ap- palto e di un responsabile per la sicurezza, dati dell’impresa appaltatrice estera, dati del contratto di appalto, nominativi e dati dei lavoratori). Adempimenti che complicano molto que- sto scenario, per cui il consiglio per le aziende è di verificare sempre la presenza di questi lavoratori, in quanto le eventuali sanzioni e le responsabilità penali di favoreggiamento all’im- migrazione clandestina ricadono sul committente. Trasferte in USA e UK. Una grossa novità riguarda l’aboli- zione dall’8 novembre scorso del NIE, National interest excep- tion, autorizzazione che permetteva di superare le restrizioni di viaggio verso gli USA dovute alla pandemia. Oggi è pos- sibile tornare a viaggiare per lavoro negli Stati Uniti senza Trasferte lunghe in Regno Unito I possibili visti di lavoro in UK per attività di lungo periodo includono lo Skiller worker, solitamente per lavoratori che ricevono una proposta di lavoro, l’Intra-company transfer, per distacchi di lungo periodo, e il Temporary worker, per distacchi in ambito di accordi di fornitura. A differenza dell’ingresso in regime di standard business visitor, tutti questi richiedono una sponsorizzazione da parte di una società britannica fornita di licenza di sponsor. Una tecnica alternativa, affidabile e sempre più diffusa, è l’Employer of Records (EoR), organizzazione locale equivalente a una società di lavoro interinale che assume un dipendente trasferito all’estero e assolve tutti i compiti formali dell’impiego. Nei Paesi dove è applicabile, consente in una prima fase di espansione su mercati esteri di inviare lavoratori senza dover costituire una propria legal entity o attendere lunghi periodi per ottenere una sponsorship license e di conseguenza il visto.all’interno della zona di lavoro tramite un cassetto dedicato mantenendo gli utensili sempre ben protetti da polvere e sporco. Il magazzino, accessibile anche dall’esterno, rende sicure per l’operatore le fasi di carico/ scarico che possono avvenire anche senza interrompere il ciclo di lavoro. Grazie alla modularità della soluzione, la capacità può essere facilmente aumentata fino ad un massimo di 64 posti.
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