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23 rmo marzo 2022 reali di mercato. Introducendo anche in Italia provvedimenti simili a quello francese, calcolando e indicizzando il prezzo del gas ai costi di produzione dell’idroelettrico. “Pensiamo, ad esempio - aggiunge Zanardi -, alla possibilità di destinare ai settori industriali, e in particolare ai comparti energivori a rischio delocalizzazione, 25 TWh di elettricità rinnovabile consegnata al Gse al prezzo di 50 euro al MWh (misura si- mile a quella attuata in Francia, che ha destinato 120 TWh al costo di produzione dell’energia nucleare). Un’altra possibi- lità sarebbe l’aumento delle aliquote di agevolazione per le imprese energivore, con impegni di potenza superiori ai 16,5 KW fino ai limiti consentiti dall’Unione Europea (art. 39 elet- trico ex Com 200/2014/UE), come già avviene in Germania. Infine, e forse questo sarebbe lo step davvero innovativo, va promossa una riforma del mercato elettrico, al fine di di- saccoppiare la valorizzazione della crescente produzione di energia rinnovabile dal costo di produzione termoelettrica a gas”. Per quanto riguarda i provvedimenti più immediati, per il settore grandissimi energivori Banzato chiede infine una fortissima attenzione sulla revisione del sistema della in- terrompibilità: “Il sistema garantisce il servizio elettrico na- zionale, ma la sua remunerazione negli ultimi anni è crollata per il fatto che partecipano ad aste soggetti che in comune hanno pochissimo. Se questa non dovesse essere rivista in qualche maniera, noi come settore credo che dovremo ri- vedere il fatto di fornire ancora il servizio”. Cruciale per Banzato è poi il mercato della CO 2 , che negli anni ha visto una crescita eccessiva della parte finanziaria e che dovrebbe essere riagganciato agli andamenti reali. Onde evitare che tutte le risorse vengano assorbite da certificati e permessi di emissione, senza lasciare fondi per gli investimenti volti al loro abbattimento. Politica energetica e idrogeno. La situazione drammatica del caro energia richiede quindi per Confindustria interventi urgenti e strutturali di politica industriale, agendo in fretta e superando la logica degli interventi spot come già fatto dai governi di Francia e Germania. “Sul fronte europeo, spe- riamo che il Governo italiano diventi un interlocutore nelle istituzioni comunitarie in materia di politiche energetiche comuni - dice Banzato -. Il rischio è che l’Europa faccia la fine del vaso di coccio tra vasi di ferro”. Al di là del momento contingente, l’impegno chiesto da tutte le rappresentanze è quindi volto a costruire nel lungo periodo una vera riforma del mercato elettrico italiano. “Anima ha, nella propria strut- tura, una funzione completamente dedicata alle attività di Politica industriale che interloquisce con gli attori politici e con l’industria - dice Zinno -. Tramite questo lavoro costante si punta ad avere un intervento governativo per le misure emergenziali all’interno di un apposito Decreto Legge Ri- stori, e nel medio termine un tavolo di lavoro per ripensare un mercato dell’energia che sia più coerente alle esigenze degli utilizzatori di queste risorse”. Di fronte all’aumento nei costi di produzione per le aziende della meccanica cau- sati dal rincaro dell’energia, Manzini ricorda quindi in linea con la posizione di Anima la necessità di puntare sempre più alla riduzione dei consumi energetici: “Le nuove tecnologie della meccanica italiana, sviluppate in un’ottica di efficienza e risparmio energetico, possono dare un importante contri- buto alla svolta green del nostro Paese. Il Pnrr è una grande opportunità da sfruttare al meglio, incentivando tecnolo- gie e prodotti che possano abbattere le emissioni e ridurre i consumi: l’Italia dovrà continuare nel suo percorso green, sostenendo la necessaria transizione energetica e risolvendo meccanismi amministrativi e burocratici molto spesso limi- tanti”. In quest’ottica, un ruolo chiave nella transizione potrà giocarlo anche l’idrogeno, contribuendo a rendere l’Italia più indipendente nella produzione e nell’approvvigionamento di energia. Aprendo una nuova fase a cui la meccanica ita- liana rappresentata da Anima si dichiara pronta, dove ancora però mancano tutti i meccanismi di supporto per la nascita di un vero mercato dell’idrogeno. Fiduciosi comunque che, dalla collaborazione di tutto il mondo di Confindustria con le istituzioni, si possa sviluppare una strategia di politica in- dustriale concreta e sostenibile atta a garantire un futuro all’industria italiana. @marcocyn

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