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22 rmo marzo 2022 veramente devastante”. La natura geopolitica dietro al balzo del gas è quindi chiaramente dimostrata dal divario regio- nale nei prezzi, come rileva Zanardi: se la crescita in Europa è stata del +723% da dicembre 2019, negli Stati Uniti il prezzo del gas nello stesso periodo è salito del +66%. “Ciò si è som- mato a una effettiva scarsità nel mercato fisico, con scorte ai minimi in Europa - dice il presidente Assofond -. Il rincaro è pertanto solo in parte strutturale, ed è quindi difficile preve- dere quando rientrerà perché dipende in larghissima parte da cause extra-economiche”. Misure del Governo inadeguate. Malgrado la gratitudine espressa dalle varie categorie industriali che hanno parteci- pato al tavolo di confronto istituito lo scorso 19 gennaio con il Ministro allo Sviluppo economico Giorgetti, forte è però stata la delusione per le misure poi inserite nel DL Sostegni di fine gennaio, insufficienti a tutelare la manifattura dal rincaro drammatico dei costi dell’energia. “Il Decreto-Legge approvato dal Consiglio dei ministri dello scorso gennaio non risponde in alcun modo alle necessità delle fonderie ita- liane e non accoglie minimamente le proposte che abbiamo avanzato - afferma Zanardi -. La decisione di utilizzare il credito d’imposta per fronteggiare l’emergenza è inconce- pibile, in quanto propone un meccanismo che non risolve i seri problemi di liquidità che il settore sta fronteggiando. Probabilmente, le istituzioni non si rendono conto che, per beneficiare di tali misure, le aziende devono essere messe in condizione di generare margini operativi adeguati. Ma è an- cora più grave il fatto di non aver strutturato una strategia di intervento di medio-lungo periodo e non aver stanziato nulla per calmierare il costo del gas”. Il rischio, secondo Zanardi, è pertanto quello di assistere nei prossimi mesi ad aziende che porteranno i libri in tribunale vantando crediti ingenti nei confronti dello Stato, derivanti non solo dagli investimenti 4.0 effettuati negli ultimi anni ma anche da quest’ultimo provvedimento palliativo. “Riteniamo che i provvedimenti del Governo siano insufficienti - concorda pienamente Ban- zato - e vogliamo pensare e sperare che siano solo l’inizio di una serie di altri interventi più strutturali. Ci aspettiamo delle misure di vera politica industriale e non interventi congiun- turali che, ripeto, non sono sufficienti a calmierare i prezzi dell’energia elettrica e del gas che per noi sono vitali”. Le richieste delle imprese. Varie sono quindi le proposte che le associazioni settoriali avanzano, sia sul piano con- giunturale che strutturale. “Le nostre richieste sono alline- ate con quelle di Confindustria e delle altre associazioni di energivori - spiega Banzato -, vale a dire una ripresa delle estrazioni di gas dai giacimenti italiani e della diffusione del gas naturale a un prezzo calmierato. Incrementando la pro- duzione nazionale di tre miliardi di metri cubi, passando da quattro a 7 miliardi, materialmente fattibile anche in tempi abbastanza veloci dato che l’Italia ha disponibilità sotterra- nee di gas che non vengono sfruttate”. Concorda Zanardi, secondo il quale aumentare la produzione nazionale servi- rebbe a riequilibrare, sul piano geopolitico, la struttura di approvvigionamento del Paese. Banzato auspica inoltre una riforma del modello attuale di formazione del prezzo ener- getico nazionale, per renderlo più aderente alle dinamiche

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