Progettare 462
INCHIESTA 38 progettare 462 • maggio 2024 driver che spingono lo sviluppo nel settore automazione. “Le aziende oggi devono realizzare processi produttivi a costante crescita di complessità, per volumi, stan- dard qualitativi, variabilità dei lotti (mass customization), unitamente al bisogno di contenere i consumi energetici, adottando materiali e soluzioni che contribuiscano in termini di sostenibilità ambientale e di sicurezza, in un quadro di razionalizzazione dei costi dopo le accelerazioni post-pande- miche - esordisce Antonio Parodi di Festo -. Questo impone l’adozione di piattafor- me tecnologiche altamente performanti in dinamicità, controllo e scalabilità, unite a un’integrazione comunicativa sempre più seamless”. L’automazione offre in tal senso innumerevoli possibilità non solo di efficientamento ma anche di trasfor- mazione dei processi produttivi e delle caratteristiche di prodotti e servizi, come dice Simone Bassani di Wittenstein: “Il pilastro principale è rendere la catena più efficiente, affidabile e flessibile rispetto alle fluttuazioni in continua accelerazione del contesto esterno, che toccano sia la domanda che la disponibilità di materie prime e semilavorati e la reperibilità del- le risorse”. Anche per Cristina Rizzieri di Basler, le aziende oggi cercano efficienza operativa, riduzione dei costi, aumento della qualità e capacità di adattarsi rapi- damente al mutare delle esigenze, inve- stendo in automazione in vari ambiti tra cui produzione, logistica, assistenza clienti e back office. L’automazione si consolida quindi come un elemento determinante per una produzione più efficiente e soste- nibile, riducendo i costi e aumentando la produttività. “Se da sempre l’investimento in automazione ha avuto questi come dri- ver principali - aggiunge Emanuele Verì di Nord -, oggi si cercando risvolti ben precisi, come la qualità, il contenuto tecnologico e la sostenibilità, riducendo rischi di errori e sprechi. Temi molto attenzionati sia da chi produce certi prodotti sia da chi li compra”. Sinergia uomo-macchina In tale direzione, Gianmichele Piciocco di Mitsubishi Electric sottolinea come l’era della trasformazione digitale iniziata con il 4.0 prosegua con il paradigma di Indu- stria 5.0, che pone l’uomo al centro del processo di produzione e la tecnologia al servizio di una produzione più sosteni- bile: “Questa evoluzione ha imposto alle aziende manifatturiere di incrementare gli investimenti in digitalizzazione e accele- rare l’adozione di tecnologie per la smart factory”. L’industria 5.0 in tal senso per Sala di Bonfiglioli si basa su tre pilastri fondamentali: automazione avanzata per la competitività, collaborazione uomo- macchina per il benessere degli operatori e sostenibilità: “In tema di automazione avanzata, Bonfiglioli si impegna a fornire soluzioni che aiutino le aziende a vincere le sfide tecnologiche presenti e future dei loro siti produttivi. La collaborazione uomo-macchina si riferisce quindi non solo a cobot e robot, ma all’interazione con tutti i dispositivi elettronici presenti in un sito produttivo. In particolare, emerge la volon- tà di far evolvere i sistemi puntando alla loro semplificazione. Infine, la sostenibilità ambientale, fattore imprescindibile per cui Bonfiglioli punta a sviluppare soluzioni volte a minimizzare il consumo energetico e l’impatto ambientale”. AncheVerì rimarca come oggi l’automazione a stretto contatto con la robotica consenta agli uomini di svolgere ruoli a più alto valore aggiunto e meno usuranti, valori a cui si rivolgono tutti i costruttori di linee automatiche e integratori di sistema, insieme a efficienza e produttività. La sinergia uomo-macchina in tale ottica è qualcosa su cui si concen- trano tutte le aziende, concorda Bassani, per affiancare gli operatori nei compiti più Automazione meccatronica con l’asse lineare Elgd di Festo in mostra alla SPS. Unità di valvole Vtux CPX AP-A di Festo per la produzione digitalizzata.
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