PRO_455

progettare 455 • giugno / luglio 2023 33 La meccatronica del futuro vede svi- lupparsi secondo tre principali pilastri: il processo di dematerializzazione del prodotto come modello di business; il processo evolutivo nel comparto auto- motive come sistema interconnesso; la formazione divenuta fondamentale con la richiesta di nuove competenze nelle aziende. Di questo si è parlato nel corso del convegno dal titolo ‘La meccatronica del futuro: da prodotto a servizio, da auto a sistema interconnesso, da formazione a education’ che si è tenuto in occa- sione dell’assemblea annuale di AIdAM (associazione italiana di automazione e meccatronica) alla fine dello scorso aprile presso il Museo Storico Alfa Romeo di Arese, in provincia di Milano. Al termine del convegno, e a seguito di una visita presso il Museo StoricoAlfa Romeo, si è dato spazio al consueto appuntamento assembleare diAIdAM in cui, con i soci, so- no stati ripercorsi i risultati ottenuti nell’ul- timo anno: il presidente Michele Merola ha presentato i numeri raggiunti, tra cui la crescita della base associativa (+30%) e gli importanti progetti, tra cui l’enorme sforzo sulle attività di internazionalizzazione e la presenza fieristica anche supportando le aziende associate. Da prodotto a servizio Il primo pilastro della meccatronica del futuro ha riguardato il processo di dema- terializzazione del prodotto come perno essenziale del modello di business di diversi settori. Marco Taisch del Poli- tecnico di Milano, nel suo intervento, ha sottolineato come la ‘servitizzazione’ stia divenendo un must richiesto dal mercato: non solo per la transizione dall’acquisto allo sharing, dal concet- to di mezzo di trasporto a servizio di traporto (mobilità) ma anche nella cen- tralizzazione del ruolo che hanno le informazioni. L’esempio della Tesla è lampante: un’azienda non automotive che ha deciso di progettare e vende- re auto facendo dell’alimentazione e dell’AI i propri ‘core value’. E questo può essere declinato anche per le aziende B2B o B2B2B che si apprestano a non ‘vendere’ più una macchina o un im- pianto ma le feature che esso consente e le tecnologie che esso abilità, anche tramite le informazioni (IoT e più in ge- nerale Industria 4.0).Taisch ha associato il prodotto (auto o anche impianto) a una commodity, mentre il cuore sarà il servizio. Di conseguenza le aziende che saranno ‘service enabler’ avranno un vantaggio competitivo perché nel loro DNA è insito il concetto di servizio. L’invito non è comunque quello di rivo- luzionare il proprio modello di business ma di muoversi nelle aree intermedie dell’ampio range che vede la semplice vendita dell’impianto e il noleggio con modello ‘pay-per-x’ come i due estremi. Da auto a sistema interconnesso Il secondo intervento, di Andrea Deber- nardis di Anfia (associazione nazionale filiera industria automobilistica), è stato incentrato sulla rivoluzione che il mon- do dell’automotive, uno dei principali mercati di sbocco della meccatronica italiana, sta affrontando. Attualmente il mercato italiano del manufacturing è sceso fino all’ottavo posto a livello eu- ropeo mentre alcuni Paesi come la Spa- gna, pur non avendo più un’industria nazionale, stanno crescendo a seguito dell’insediamento di marchi stranieri. Questa evidenza non solo fornisce una visione dell’indebolimento dell’indotto italiano sul mercato domestico, ma ac- cende i riflettori sulla bassa attrattività del nostro Paese per i veri costruttori di auto (nonostante i 39 milioni di au- toveicoli circolanti in Italia). I relatori che si sono succeduti nel corso del convegno ‘La meccatronica del futuro: da prodotto a servizio, da auto a sistema interconnesso, da formazione a education’. Il presidente di AIdAM, Michele Merola, ha aperto i lavori.

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