PRO_455
28 progettare 455 • giugno / luglio 2023 INCHIESTA Un approccio mentale diverso “Progettare per l’additive manufacturing - sottolinea Grosso -, richiede innanzitutto un approccio mentale diverso: questa tecnologia permette di superare i vincoli delle tecnologie tradizionali consentendo forme ottimizzate guidate dalla funzione che il componente dovrà svolgere nel suo utilizzo. Con l’additive è possibile, ad esempio, alleggerire componenti svuo- tando superfici piene e mantenendo le stesse caratteristiche meccaniche, ma anche creare complessi canali interni o consolidare diverse parti in un unico componente, eliminando la necessità di assemblaggi successivi”. E continua: “Per questo al progettista è richiesto un radi- cale cambio di paradigma, perché non si tratta di progettare gli stessi componenti per un’altra tecnologia ma di progettare diversamente. Dal punto di vista più squisitamente tecnico, ci sono softwa- re specifici per l’additive che facilitano le attività di ottimizzazione topologica che questa tecnologia rende possibile. Sempre a livello tecnico, al progettista è richiesto di saper lavorare molto di più su forme curvilinee rispetto alla proget- tazione tradizionale che tende a lavorare su forme più squadrate figlie dei vincoli tecnologici. Nel futuro prevediamo un intervento sempre maggiore delle in- telligenze artificiali e degli algoritmi di progettazione, che si riveleranno cruciali nell’agevolare il lavoro del progettista e nel limitare il più possibile gli errori in fase di produzione, contribuendo così a incrementare ulteriormente la competiti- vità di questa tecnologia”. “Nel prossimo futuro - si inserisce Bo- iocchi -, chi andrà a progettare i nuovi prodotti nelle aziende dovrà necessaria- mente affiancare al processo tradizionale quello in 3D e quindi sarà necessario saper concepire un prodotto per questo tipo di macchinari fin dalla sua origine. Tuttavia, si dovrà lavorare molto anche sulla conoscenza dei materiali. Il de- sign for additive è un cambio culturale necessario per sfruttare appieno le po- tenzialità delle tecnologie di stampa 3D. Chi lo ha fatto ha potuto rendersi conto in fretta dei vantaggi offerti dalla produ- zione additiva in termini di tempi, costi e sostenibilità”. Bologna rimarca: “Come per le tecnologie ‘sottrattive’ ad aspor- tazione di materiale, vi deve essere una stretta comunicazione tra la produzione e il reparto di progettazione. Partendo dai requisiti del pezzo in questione, sarà necessario adeguare la progettazione in funzione delle possibilità e dei limiti della tecnologia che verrà adottata per la realizzazione. Proprio le competenze sulle differenti tecnologie, che considero per- tanto necessarie, permettono di scegliere a livello progettuale quale tecnologia produttiva è più indicata, sia per aspetti di efficienza sia per requisiti indispensa- bili. Per rispondere alla domanda, trovo pertanto necessarie le competenze speci- fiche anche per adottare l’additive manu- facturing come tecnologia di produzione, come detto nell’ambito e nei limiti o nelle possibilità che la tecnologia permette. Il ruolo del progettista che si affaccia a questo modo di sviluppo prodotto sarà quello di intuire dove l’impiego di questa tecnologia rispetto a quelle tradizionali ad asportazione di materiale possa dare un valore aggiunto oppure dove questa può risolvere aspetti altrimenti difficilmente affrontabili”. La parola passa a Calignano che sottoli- nea: “Ogni tecnologia ha delle linee guide Hermle ha sviluppato una propria tecnologia additiva: MPA, Metal Powder Application.
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