PRO_455
progettare 455 • giugno / luglio 2023 27 nal marketing manager di HP sostiene: “L’ingresso nel mercato della produzio- ne è stato lo specifico obiettivo per cui nel 2017 HP ha lanciato la tecnologia Multi Jet Fusion per la stampa 3D di polimeri, creando le fondamenta per l’espansione alla produzione di massa della manifattura additiva. I volumi di stampa degli utenti Multi Jet Fusion e i feedback ricevuti in questi anni, ci confermano che gran parte dell’utilizzo è in ambito produzione. Questo non è un caso perché Multi Jet Fusion è stata ideata e progettata intorno a specifiche di velocità, ripetibilità, economicità e precisione adatte alla produzione finale. La stessa logica ha dettato lo sviluppo di HP Metal Jet, la tecnologia per la stampa 3D di acciaio recentemente lanciata sul mercato”. La progettazione cambia Questi primi interventi mettono a fuoco un momento di radicale cambiamen- to. L’additive manufacturing costituisce un’innovazione rilevante, capace di pro- durre modificazioni profonde nell’econo- mia e nella società da molteplici punti di vista. Ma come si affronta la progettazio- ne con l’apporto di materiale invece della classica asportazione di materiale? Nuovi oggetti e nuove geometrie prendono forma, con tecnologie completamente differenti rispetto al passato. “L’introduzione di tecnologie AM com- porta un cambio di paradigma per il progettista - dice Campatelli -, in quanto queste permettono di realizzare geome- trie estremamente complesse, difficili o impossibili da produrre con approcci più tradizionali come la fresatura. Un esem- pio sono le applicazioni bio-inspired che adottano geometrie derivate da quelle naturali, per esempio la struttura trabe- colare ossea, difficilmente realizzabile con tecnologie tradizionali, per ottene- re miglioramenti rispetto a componenti già esistenti in termini di minore peso, maggiore rigidezza o resistenza a urti. Inoltre, le tecnologie AM inducono una trasformazione metallurgica del materia- le e hanno una maggiore dipendenza fra parametri di processo e qualità del pro- dotto rispetto ai processi di asportazione di truciolo, per cui diventa fondamentale non solo avere competenze legate al dimensionamento dei componenti, ma anche una robusta esperienza sui mate- riali, così da scegliere in modo opportu- no il migliore da utilizzare, la strategia di deposizione o il suo l’orientamento”, conclude il docente. “Analogamente alle macchine a controllo numerico o alla stampa a iniezione - af- ferma Rincicotti -, progettare per l’addi- tive manufacturing richiede competenze specifiche che consentano di sfruttare al meglio i benefici delle varie tecnologie. Nel campo dell’additive manufacturing, inoltre, le cose sono ulteriormente com- plicate dal fatto che esistono varie tecno- logie; ottimizzare un progetto 3D per l’una o per l’altra richiede approcci diversi. Per chi voglia specializzarsi in questo campo sono disponibili innumerevoli risorse, tra cui corsi accademici e formazione eroga- ta dai diversi attori della filiera. Infine, molti software CAD 3D facilitano il lavoro del progettista, generando automatica- mente design innovativi che ottimizzano l’oggetto da realizzare, dati i vincoli e le tolleranze impostate dal progettista”. Invece, Dunne rimarca l’importanza della creatività: “Per ogni modalità di produ- zione esistono regole di progettazione uniche. La produzione additiva tende ad avere meno limitazioni e vincoli rispetto ai metodi tradizionali, il che può rendere più facile la progettazione per i processi additivi rispetto a quelli convenzionali. Detto questo, la creatività gioca un ruolo importante nel determinare nuove fun- zionalità nella produzione additiva. Un progettista creativo può ottenere notevoli miglioramenti delle prestazioni davvero impressionanti da vedere”. Cella robotizzata Prima Additive Ianus, che equipaggia al suo interno un braccio robotico dotato di una testa laser.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz