PRO 454

progettare 454 • maggio 2023 25 palladio e di neon (materiali indispensa- bili per la produzione dei semiconduttori), di cui, rispettivamente, Russia e Ucraina sono i principali produttori al mondo. Appare evidente che, rispetto a quanto avvenuto nel periodo della pandemia da Covid, oggi i prodotti colpiti sono, solo in parte, manufatti finiti o semilavorati mentre si tratta perlopiù di materie prime, spesso essenziali per alcune filiere pro- duttive. Tutto ciò ha portato a guardare alle relazioni commerciali tenendo conto del rischio geopolitico con la rinnovata coscienza che questo fattore può influire pesantemente sulla vita delle aziende anche quando gli ostacoli sono costituiti del mero costo dei processi produttivi (in aumento soprattutto in Cina). Oggi tornano prepotentemente d’attua- lità reshoring, friend-shoring e nearsho- ring. Le dinamiche degli ultimi anni han- no portato a ripensare alle strategie di delocalizzazione messe in campo nell’ul- timo decennio. Perchè gli eventi hanno dimostrato come quelle strategie siano state fallimentari. Le imprese avevano, infatti, delocalizzato una o più parti della catena produttiva in Paesi che offrivano condizioni estremamente più competitive rispetto all’Italia; ora si cerca di riportarle in patria, in uno stato ‘amico’ o in un ter- ritorio geograficamente vicino. Si tratta di tendenze recenti, in contrasto con il fenomeno della globalizzazione che si era grandemente diffusa a partire dagli anni 2000, tanto che i termini friend-shoring e nearshoring non hanno ancora una grafia consolidata. Reshoring, riportare in Italia Tra le ragioni che contribuiscono ad in- durre le aziende italiane a riportare in Italia gli ambiti produttivi, che erano stati delocalizzati grazie anche a processi di logistica super efficienti, oltre ad esserci quelli legati al Paese ospitante, ci sono molteplici fattori, a partire dagli incentivi governativi, che possono concretizzarsi in misure favorevoli dal punto di vista buro- cratico e fiscale oltre che direttamente in investimenti legati all’attuazione del Pnrr. In questo senso giocano anche, per le im- prese, la prospettiva di trovare lavoratori più qualificati di quelli del paese in cui si era effettuata la delocalizzazione insieme a un livello tecnologico più avanzato della nazione d’origine. Va inoltre tenuto pre- sente che, soprattutto in alcuni particolari settori, il marchio Made in Italy, sinonimo di qualità, costituisce un valore aggiunto importante per il prodotto finito. Inoltre, se a spingere le aziende fuori confine sono stati soprattutto fattori eco- nomici, a partire dal costo inferiore della manodopera, il rientro è sostenuto dalle stesse ragioni di segno opposto. La Cina, per esempio, è stata la principale meta delle delocalizzazioni nel primo decennio

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz