PO 450

progettare 450 • novembre / dicembre 2022 55 All’origine delle filiere agroalimentari c’è la meccanica agricola. La quantità dei raccolti, la qualità dei prodotti, la compati- bilità ambientale, l’automazione delle fasi di raccolta, selezione e confezionamento dei prodotti alimentari dipendono diretta- mente da tecnologie agromeccaniche di nuova generazione. Questo il messaggio lanciato dal presidente di FederUnacoma (l’associazione italiana dei costruttori di macchine agricole), AlessandroMalavolti, in occasione dall’evento di presentazione del Concorso novità tecniche Eima 2022, che si è svolto lo scorso ottobre a Bologna, che precede di un mese l’apertura della rassegna mondiale della meccanica agri- cola (fiera di Bologna, 9-13 novembre). La premiazione dei 62 modelli di macchine e attrezzature, premiati da un’apposita giuria di esperti, saranno esposti in fiera nei cinque giorni di Eima International. “Il processo che porta l’innovazione tecnolo- gica in agricoltura - ha sostenuto Daniele Ara, assessore di Bologna alla scuola e all’agricoltura - non riguarda solo i centri d’eccellenzama è un fatto corale, che coin- volge una pluralità di attori, dalla scuola secondaria, alla formazione universitaria, alle aziende del territorio”. Lavorare sull’in- novazione è la sfida del futuro, stiamo affrontando un passaggio epocale che ci impone di rendere ancora più efficienti e più sostenibili sia la nostra governance che il nostro sistema produttivo. È una sfida, questa, che possiamo vincere sol- tanto puntando sull’innovazione. Mercato superiore ai 13 miliardi di € L’industria dei trattori, dei mezzi agricoli e della relativa componentistica, un settore di punta della meccanica italiana, con un fatturato annuo superiore ai 13 miliardi di euro, rischia di uscire dal mercato. I prezzi di vendita al pubblico stanno infatti salendo oltre ogni previsione a causa dell’aumento dei costi di produzione, par- ticolarmente oneroso per un comparto che ha processi di lavorazione energivori, che utilizza in largamisuramateriali ferro- si, plastiche e semiconduttori, e che è gra- vato da spese di trasporto e stoccaggio cresciute inmodo imponente da due anni e mezzo a questa parte. Negli ultimi sei mesi, spiega la Federazione italiana dei costruttori di macchine agricole FederU- nacoma, il prezzo cumulativo delle varie fonti energetiche è cresciuto del 110%, e la voce energia, che prima dell’emergenza Covid incideva nella misura del 3,9% sul totale dei costi di produzione, potrebbe salire fino al 10,2% a fine anno (stima di Confindustria sulla base dei valori medi di agosto). Sul fronte dei materiali, il prezzo complessivo degli acciai a caldo, degli acciai legati e della ghisa è cresciu- to in un anno fra il 30 e il 40%, mentre quello delle plastiche è aumentato fra il 20 e il 30%. A queste voci di costo si aggiunge quella relativa ai trasporti, che risulta quattro volte superiore rispetto al dato pre-covid. Per Alessandro Malavolti, presidente FederUnacoma: “L’aumento dei listini raffredda il mercato proprio nel momento in cui la domanda di macchina- rio agricolo è in crescita a livello globale e favorisce oltremodo quei Paesi come la Cina, l’India o laTurchia nei quali la quo- tazione dell’energia è rimasta sostanzial- mente invariata, mantenendo bassi i costi di produzione e consentendo politiche di marketing particolarmente aggressive”. SPECIALE MACCHINE AGRICOLE Censimento dell’agricoltura Istat ha rilasciato i recenti risultati del 7° Censimento generale dell’agricoltura che, insieme a quelli già pubblicati, aggiungono elementi di valutazione alla fotografia del nostro settore agricolo. Ricordiamo che questo Censimento, l’ultimo a cadenza decennale per il settore agricoltura, ha raccolto, dal 7 gennaio al 30 luglio 2021, su tutte le aziende agricole presenti in Italia (ad oggi 1.133.023) informazioni su: numero di aziende, utilizzo dei terreni, allevamenti, manodopera impiegata, attività svolte, ecc. Dai nuovi dati emerge come l’agricoltura italiana si stia orientando verso un modello gestionale più moderno rispetto al passato. Tra gli sforzi di dinamismo e gli ostacoli incontrati si rileva un dato particolare: la presenza dei giovani nel settore agricolo. Gli ultimi dati indicano la perdita di circa il 20% delle aziende guidate da under 35 negli ultimi 10 anni. Anche i giovani imprenditori (fino a 40 anni) non riescono ancora a decollare nel proprio ruolo. Rispetto al 2010, nel 2020 la percentuale di aziende agricole con capo azienda giovane è scesa dall’11,5% al 9,3%. Inoltre, il capo azienda giovane ha un titolo di studio più elevato della media (solo uno su cinque non va oltre la licenza elementare, rispetto ai tre su cinque tra i capo azienda over 40) e frequenta corsi di aggiornamento (il 46,5% ha frequentato almeno un corso di formazione; fra gli over 40 il 27,2%). Dunque, le imprese agricole giovani sono più digitalizzate, multifunzionali e competitive ma ancora troppo poche per tenere il passo con un settore che offre invece molte potenzialità. È una tendenza che segnerà l’imprenditoria agricola italiana futura caratterizzando l’evoluzione degli imprenditori. In generale ci sono meno aziende agricole ma più grandi, meno terreni di proprietà, più multifunzionalità; ma anche maggiori difficoltà nei processi di innovazione rispetto agli altri settori economici: ritardo nella digitalizzazione, inadeguata formazione professionale del capo azienda, forti discrepanze territoriali.

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