PO 450

50 progettare 450 • novembre / dicembre 2022 sistente sui costi energetici di tutti i settori e per tutti il Paesi, il sistema-Italia emerge come il più colpito. In termini monetari, secondo le stime del CentroStudi, questo impatto si tradurrebbe in una crescita della bolletta energetica italiana compresa – a seconda delle ipotesi sottostanti le stime - tra i 5,7 e 6,8 miliardi di euro su basemensile, ovvero in unmag- gior onere compreso tra 68 e 81 miliardi su base annua circa. Guardando al solo settore manifatturiero l’aumento dei costi energetici è quantificabile tra i 2,3 – 2,6 miliardi mensili, ovvero tra i 27,3 – 31,8 miliardi su base annua. Per la Germania l’aumento dei costi energetici è stimato tra 7,7 e 8,0 miliardi mensili (91,9 – 95,7 annui) per il totale economia e in circa 3,7 -3,8 mi- liardi mensili (45,9 – 47,2 annui) per la sola manifattura, mentre per la Francia le stime sono comprese tra 1,7 e 1,8miliardi mensili (20,2 – 21,8 annui) per il totale economia e circa di 0,6 miliardi mensili (7,5 miliardi annui) per la sola manifattura. @lurossi_71 INCHIESTA Il peso del gas nel mix energetico italiano L’eterogeneità tra Paesi europei de- riva innanzitutto dal diverso mix di fonti energetiche utilizzate, sia quelle domandate direttamente dalle imprese sia quelle acquistate indirettamente attraverso la fornitura di energia. Sulla base delle elaborazioni dei dati Eurostat, il gas naturale risulta la fonte prevalente di consumo in Italia sia per il settore della distribuzione di energia (49% circa nel 2019) che poi la eroga sotto forma di gas ed elettricità agli altri comparti dell’economia sia diret- tamente per la manifattura (76%). Al contrario, il peso del gas naturale risulta marginale come fonte di consumo per il settore energia sia in Germania (15%, contro il 44% del carbone) sia in Francia (4%, contro l’83% del nucleare), mentre per il manifatturiero dei due Paesi il peso pur significativo (68% e 67%) è molto inferiore a quello italiano. Questa diversa percentuale tra i Paesi implica che le variazioni dei prezzi del gas ‘fuori scala’, come quelle che stiamo osservando in questi mesi e che continuano a trainare al rialzo il prezzo dell’elettricità, hanno un impatto proporzionalmente maggiore nel caso delle filiere industriali italiane rispetto a quelle tedesche e francesi. Per l’Italia, inoltre, bisogna considerare che nel corso degli ultimi anni il ricorso da parte delle imprese nazionali a contratti a lungo termine per l’approvvigionamento del gas naturale è diminuito a favore di maggiori acquisti sul mercato a pronti, e ciò ha aumentato l’esposizione degli operatori alle variazioni delle quotazioni spot di questa materia prima energetica.

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