PO 449
progettare 449 • ottobre 2022 67 to dovrebbe crescere fino a raggiungere il valore di 5.670 milioni di euro (+13,2%), trainando le consegne dei costruttori sul mercato domestico che dovrebbero ot- tenere un nuovo primato, attestandosi a 3.520 milioni di euro (+12,3%). Anche le importazioni dovrebbero salire fino a toccare il valore di 2.150 milioni di euro (+14,7%). L’export, infine, dovrebbe cre- scere a 3.630 milioni (+13,6%), così da tornare sui livelli di 4 anni fa (2018). Secondo l’elaborazione di Ucimu sui dati Istat, nel primo trimestre di quest’anno, principali mercati di sbocco dell’offerta i- taliana di macchine utensili sono risultati: Stati Uniti (93 milioni, +40,5%), Germania (62 milioni, -29,3%), Cina (45 milioni, -0,1%), Francia (40 milioni, +3,8%), Polo- nia (35 milioni, -14,6%), Spagna (30 mi- lioni, +86,2%), Russia (20milioni, -40,8%), Messico (19 milioni, -13,1%), Turchia (18 milioni -59,7%) e India (17milioni +17,8%). Come si è chiuso il 2021 Secondo i dati di consuntivo elaborati da Ucimu, nel 2021 la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione si è attestata a 6.330 milioni di euro, registrando un incremento del 22,2% rispetto al 2020. Il consumo è cresciuto, del 40,7%, a 5.009 milioni, determinando l’incremento siadelle consegnesulmercato interno(+35,1%, 3.135 milioni) sia delle importazioni (+51,1%, 1.874 milioni). In aumento anche le esportazioni che, nel 2021, si sonoattestatea3.195milioni di euro, l’11,7% in più rispetto all’anno pre- cedente. Il rapporto export su produzione è sceso, dal 55,2%del 2020, al 50,5%del 2021. Nel 2021 i principali mercati di sbocco dell’offerta italiana del settore sono risul- tati: Germania (353 milioni, +22,2%), Stati Uniti (336milioni, -10,1%), Cina (228milioni, +1,7%), Polonia (177 milioni, +23,5%), Fran- cia (176milioni, +11,3%),Turchia (129milioni, +28,7%),Russia (103milioni, +2,9%),Spagna (99 milioni, +4,4%). La performance positiva dell’industria italia- nadel settore si è riflessa sul livellodi utilizzo della capacitàproduttiva, la cuimediaannua è decisamente aumentata, passando dal 65% del 2020, all’80,2% del 2021. In crescita anche il carnet ordini, che si è attestato a 7,3 mesi di produzione assicurata, contro i 5 mesi dell’anno precedente. Il fatturato di settore ha raggiunto la cifra di 9.174 milioni di euro. SPECIALE MACCHINE UTENSILI Autunno di incertezze Nel corso dell’assemblea del luglio scorso, la presidente di Ucimu Barbara Colombo ha evidenziato come “oggi viviamo una situazione paradossale: i costruttori italiani sono ricchi di ordini come mai prima d’ora ma riescono a produrre solo una parte delle commesse raccolte tra la fine del 2021 e questo primo semestre 2022”. Se la scarsa reperibilità e il rincaro delle materie prime sono una problematica che sta gradualmente rientrando, nei mesi a venire si prevede che continueremo, invece, ad avere difficoltà nel reperire componenti elettroniche. “Poi vi è il problema dell’incremento vertiginoso del costo dell’energia, fenomeno che alimenta l’inflazione e che ha impatto diretto sui costi di produzione di molti settori a monte e a valle della filiera in cui operiamo – ha aggiunto Colombo -. Per questo riteniamo fondamentali tutti gli interventi volti, da un lato, a trovare nuove fonti di approvvigionamento energetico e, dall’altro, a limitare la crescita spropositata dei prezzi, così da scongiurare il blocco dell’attività manifatturiera nel prossimo autunno”. A questo si aggiunge l’incertezza legata alla profonda trasformazione in atto nel settore Automotive, compreso il suo indotto, rispetto all’obiettivo definito dall’UE di mettere fine, entro il 2035, alla produzione di veicoli con motore a combustione endotermica. “In Italia abbiamo una forte e radicata tradizione nella produzione Automotive, che comprende non solo la produzione di veicoli ma anche quella di componen- tistica, realizzata per lo più da piccole e medie aziende, presenti nelle catene di fornitura dei settori auto di tutto il mondo, a partire dalla Germania. Noi stessi costruttori di macchine utensili destiniamo circa il 50% della produzione nazionale all’Automotive”, ha osservato.
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