PO 448
progettare 448 • settembre 2022 59 Sebbene in prima battuta possa sem- brare che una lavorazione subsea sia estremamente costosa, questa tecno- logia permette al contrario di ridurre i costi di produzione. Parliamo delle cosiddette subsea factory, ovvero un sistema di attrezzature, progettate, pro- vate e realizzate, per poter lavorare nelle profondità marine, senza ausilio dell’in- tervento diretto della forza umana. In questo contesto, oltre allo sviluppo delle ‘factory’ e alla loro costruzione, è parimenti importante guardare alla loro gestione e monitoraggio nonché ai possibili interventi di settaggio e manutenzione. Subsea factory, l’industria è sommersa L’industria subsea, come d’altronde tut- ta la tecnologia di bassa potenza, si sta orientando sempre più su soluzioni il più possibile elettriche sia per questioni di efficienza energetica che per la dispo- nibilità di prelievo dell’energia (leggasi, eolico e solare che in ambito offshore non manca). È inoltre impostata sulla possibilità di gestione da remoto per minimizzare la necessità di interven- to umano e l’utilizzo di supply vessel con attrezzature di lavoro sottomarino, sommozzatori o mezzi robotici. La com- ponente oleodinamica non è tuttavia scomparsa: sia perché parecchie azien- de del settore sono tradizionalmente le- gate a questa tecnologia, che è peraltro ben conosciuta ed affidabile, sia perché l’oleodinamica continua a rappresen- tare ancora oggi una soluzione molto efficace per la generazione e trasforma- zione di grande potenza in dimensioni molto contenute. La questione della potenza specifica di un componente oleodinamico, intesa come potenza per unità di volume e/o di peso, è ancora molto ambita in ambito di macchinari subsea. Per questo motivo, in ambito offshore, e anche in ambito subsea, l’oleodinamica rappresenta ancora oggi una chiave importante nello sviluppo dei macchinari. Ma torniamo alle subsea factories: cosa può offrire il mercato oleodinamico a questo nuovo sviluppo del mercato? “Innanzitutto, la presenza di una pres- sione superiore a quella atmosferica, consideriamo che certi macchinari sot- tomarini possono lavorare fino a 3.000 m di profondità, quindi a 300 atmosfere circa, e la mancanza di ossigeno, non permettono di utilizzare dei serbatoi per l’olio come per le applicazioni at- mosferiche”, ha detto Nicola Bassetto, oil&gas & offshore application manager di Duplomatic. La soluzione ‘pressurizzata’ Spesso si ovvia a questa problematica ricavando potenza da accumulatori i- draulici: vengono caricati in superficie e poi trasferiti sotto il livello del mare, con l’ausilio di ROV; alternativamen- te si possono progettare dei serbatoi ‘pressurizzati’ che mantengono la pres- sione dell’impianto idraulico uguale a quella dell’ambiente circostante. Questi componenti, chiamati compensatori, risultano essere la chiave principale per lo sviluppo di qualunque impianto ole- odinamico sottomarino. “Duplomatic progetta questi componenti in base alle specifiche caratteristiche dell’impianto che vanno ad asservire: essi servono non solo come serbatoio per gli im- pianti oleodinamici, ma anche come sistemi di pressurizzazione per con- tenitori stagni che, una volta riempiti d’olio, riescono a mantenere la stessa pressione esterna e garantire degli in- volucri atti a contenere le componenti elettriche ed elettroniche richieste per il corretto controllo dell’impianto stesso”, ha concluso Bassetto. Applicazioni subsea Allo stesso modo anche le elettrovalvo- le, nonché tutti i componenti elettrici, necessitano di particolari attenzioni al fine di poter lavorare in ambito sotto- marino. Duplomatic sviluppa soluzioni specifiche per questa applicazione. Tali componenti vengono poi testati e carat- terizzati alle reali condizioni operative, come anche in condizioni estreme peg- giorative, che in linea di principio non si dovrebbero mai realizzare, per poter conoscere a fondo come si comporta il prodotto in situazioni estreme e che garanzie di funzionamento può offrire. Segnaliamo l’elettrovalvola per utilizzo in ambiente ad alta pressione. Vediamo di che cosa si tratta. Questo approccio sulla componentistica subsea è teso a garantire all’utente finale un prodotto SPECIALE INDUSTRIA OIL&GAS Tipico esempio di serbatoi per applicazioni subsea.
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