PO 447
38 progettare 447 • giugno / luglio 2022 Cosa dicono gli addetti a lavori Ma per capire più nel concreto i vantaggi del conditionmonitoring, è fondamentale confrontarsi con gli operatori del settore e, a tale scopo, sono state interpellate alcune aziende che sviluppano soluzioni finalizzate a questo. Alberto Surace, general manager di mayr Italia dà il via al confronto osservando come la produzione industriale si sia evoluta progressivamente, aumentando di velocità, incrementando affidabilità ed efficienza, andando pari passo con le conoscenze tecniche e scientifiche che si sono sviluppate nel corso del tempo; que- sto al fine di realizzare prodotti sempre migliori e affidabili. In tale percorso evo- lutivo, per la manutenzione ci si è sempre affidati all’esperienza e alle conoscenze accumulate negli anni dagli addetti ai lavori; commenta infatti Surace: “L’occhio esperto del manutentore individuava le parti usurate o difettose, intervenendo, all’occorrenza, per garantirne il corretto funzionamento. Ecco, il conditionmonito- ring è come se moltiplicasse gli occhi e li rendesse sempre vigili e operativi in ogni istante, lungo l’intera linea produttiva. In questo modo si possono ottenere pro- dotti con un alto standard qualitativo, si evitano rotture improvvise e costosissime mancate produzioni, programmando gli interventi manutentivi nei tempi previsti”. Secondo l’opinione di Angelo Addati, responsabile service sales development di SKF, l’industria si giova già da alcuni decenni delle moderne tecniche di condi- tion monitoring, pur con differenti livelli di maturità, a seconda del settore e della specificità delle diverse realtà produttive. “I benefici, ormai dimostrati da lunghe storie di successo con i nostri clienti, spaziano dalla riduzione dei downtime, all’ottimizzazione del processo produt- tivo, sia in termini di throughput sia di qualità del prodotto, al controllo dei costi di manutenzione”, spiega Addati eviden- ziando, inoltre, come oggi SKF abbia re- so disponibili soluzioni, particolarmente vantaggiose in termini economici, basate su ronde e su sistemi fissi cablati o wire- less, pienamente supportate dal cloud di SKF e dal servizio di Remote Diagnostic. Tiene però a precisare Roberto Ricci, product manager - Cutting Machine Tool Process di Marposs, che il Condition Based Monitoring (CBM) non consiste in una serie di soluzioni standard, ma deve essere sviluppato e affinato in ba- se alle peculiarità dell’azienda, data la varietà di tipi di lavorazione che di volta in volta vengono richieste. Aggiunge, inoltre, Ricci: “I vantaggi del condition monitoring sono diversi come, per esem- pio, la capacità di capire se la macchina è in condizioni di produrre con qualità, oppure di realizzare all’occorrenza la ma- nutenzione degli elementi che ne hanno bisogno, così come anche la possibilità INCHIESTA Mauro Gualtieri application manager di Parker Hannifin , “Attraverso il condition monitoring (in continuo o time based) è possibile tenere costantemente sotto controllo le condizioni dei sistemi complessi, adottando un approccio preventivo e non intervenendo solo dopo che è avvenuto il fallimento del componente o del sistema”. Paolo Buzzi controllers & power controllers marketing manager di Gefran : “Nel settore industriale, i vantaggi del condition monitoring si possono riassumere principalmente nella capacità di tenere sotto controllo in modo continuativo le variabili di processo critiche o comunque interessanti, in funzione delle diverse tipologie di applicazione”. Angelo Addati service sales development di SKF : “L’analisi preventiva dei dati ha una funzione strategica per il condition monitoring perché consente di confrontare i comportamenti di macchine o impianti simili, di elaborare modelli di comportamento rilevanti dal punto di vista dell’affidabilità e, alla luce di questi, di affinare tecniche e algoritmi più mirati” I PRO TA GO NISTI
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