PO 447

progettare 447 • giugno / luglio 2022 37 Massimiliano Altomare product manager divisione Filter system di Hydac : “Esistono tre diverse strategie di manutenzione: quella preventiva, basata su una statistica di eventi passati allo scopo di organizzare gli interventi di manutenzione in modo preventivo; quella predittiva che richiede l’installazione di appositi strumenti sull’impianto, l’ultima strategia prevede l’intervento a guasto avvenuto” Roberto Ricci product manager Cutting machine tool process di Marposs : “Il CBM (Condition Based Monitoring) non consiste in una serie di soluzioni standard, ma deve essere sviluppato e affinato in base alle peculiarità dell’azienda, data la varietà di tipi di lavorazione che di volta in volta vengono richieste”. Alberto Surace general manager mayr Italia : “Il condition monitoring moltiplica gli occhi e li rende sempre operativi in ogni istante in tutta la linea produttiva. In questo modo si possono ottenere prodotti con un alto standard qualitativo, si evitano rotture improvvise e costosissime mancate produzioni, programmando gli interventi manutentivi nei tempi previsti” un costante controllo dei dati rilevati dai sensori adibiti a misurare le vibrazioni, la temperatura e altri parametri prodotti in tempo reale. Qualsiasi macchina, infatti, durante l’uso, emette vibrazioni e suoni e, quando tali vibrazioni si intensificano in maniera anomala, è molto verosimile che la macchina presenti dei problemi; a fronte di questo di questo si può in- tervenire tempestivamente e prevenire tutta una serie di criticità. Le soluzio- ni di condition monitoring consentono, dunque, una manutenzione preventiva e predittiva, basata sul monitoraggio di tali parametri, che poi si traduce per l’azienda in maggiore efficienza e produttività. L’innovazione nella manutenzione Oggi il condition monitoring si effettua attraverso l’utilizzo di sensori ‘intelligen- ti’, che rappresentano l’elemento chiave per ottimizzare prestazioni e sicurezza de- gli impianti, e prevede diverse tipologie di test e verifiche. Per esempio, l’analisi delle vibrazioni può rilevare problemi come squilibri, cuscinetti danneggiati, guasti del motore elettrico, allentamenti meccanici, disallineamenti, risonanze e frequenze anomale. Una forma di moni- toraggio consiste anche nell’analisi degli olii, che viene utilizzata per verificare la condizione dei lubrificanti dei macchi- nari, la contaminazione e l’usura della macchina. Con il test delle emissioni acustiche, inoltre, è possibile individua- re segnali ad alta frequenza causati da crepe o urti. La termografia a infrarossi, invece, prevede l’impiego di una ter- mocamera per rilevare il calore emesso da un oggetto, come la temperatura sia distribuita sul macchinario e verificare se ci sono componenti in surriscalda- mento. Tutti questi parametri vengono, quindi, tramessi all’interno delle diverse piattaforme software per il condition monitoring, permettendo così di indivi- duare prontamente possibili avarie delle macchine. Dunque, i vantaggi derivanti dalle tec- nologie di condition monitoring per la produzione industriale sono tanti e tan- gibili, quali la riduzione di imprevisti, di guasti macchina e dei tempi di inat- tività, il prolungamento della durata di vita di componenti e macchinari, la tempestività degli interventi e una si- gnificativa riduzione generale dei costi legati alla manutenzione. Vanno, inol- tre, considerati due aspetti che toccano temi estremamente sensibili oggi, il primo riguarda la sicurezza sul lavoro, dal momento che gli improvvisi guasti occasionali possono avere conseguenze anche molto gravi sugli operatori; l’altro aspetto è, invece, legato alla sosteni- bilità, in relazione al quale un’efficace manutenzione preventiva dei macchi- nari si traduce in risparmio energetico, riduzione di materiali di scarto, mino- re smaltimento di macchinari non più funzionanti e, di conseguenza, impatto ambientale più basso. I PRO TA GO NISTI

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