PO 446

progettare 446 • maggio 2022 71 sicuramente quella del SUV, mutuata dal fuoristrada, che incontra sempre più l’espe- rienza e le prestazioni di una gran turismo. Un altro mercato in enorme crescita, 2020 e pandemia compresi, è paradossalmente quello delle supercar e hypercar, nonostante la crisi economica globale. La razionalità si scontra col cuore e, quando il portafoglio lo permette, quest’ultimo prevale. Le case automobilistiche, nel frattempo, cerca- no di avere un family feeling dai tratti comuni sempre più marcati e viene sempre meno un approccioaldesignitalianootedescoostatuni- tense, come in passato, a favore di un’identità aziendale. Il trend è quello di marcare lamano sempre di più sugli elementi grafici (fari e ca- landra su tutti), facilmente leggibili dal grande pubblicoedicreareunacontinuitàtraiprodotti. Altrograndelimite,opotenzialità,dispendedai puntidivista,èl’utilizzodiarchitetturecondivise all’interno di un gruppo automobilistico, che spinge i designer a inventare soluzioni per camuffare montanti, parabrezza ed elementi strutturali, lavorando principalmente con su- perfici e meno con i volumi. Accessori hi-tech A bordo, la tecnologia la fa da padrona e sul prezzo di listino non incidono più tanto le motorizzazioni quanto gli accessori hi-tech, cheperònoncancellanol’esperienzadiguida, ma la integranoe, spesso, lamigliorano. Fino a 4 o 5 anni fa si sentiva ipotizzare il tanto de- cantatoscenarioC.A.S.E., ovveroConnected, Autonomous, Shared Electric. A distanza di poco tempo, e con una pandemia pressoché biennale di mezzo, fa pensare che solo uno di questi quattro termini faccia ancora parte dello scenario futuribile in questo momento. Laconnessionedelveicoloèormaiirrinuncia- bile e non solo per questioni di infotainment, ma anche di sicurezza, con GPS, sensori, videocamere, Bluetooth e internet. La guida autonoma è ancora un miraggio, non tanto per soluzioni tecnologiche,maancheper uno stallonormativoeun’opposizionepiùomeno discutibile dell’utente medio, ancora troppo poco fiducioso nel delegare le sue decisioni a unamacchina. Lo sharing lo abbiamo visto scomparire di punto in bianco, a causa della crisi sanitaria che ha quasi cancellato inve- stimenti e attività legate all’utilizzo condiviso di automobili. L’elettrico, invece, per alcuni è il futuro, ma per altri potrebbe essere già il passato. Non fraintendiamoci, chi scrive era ed è un entusiasta del motore elettrico, a dif- ferenzadimolti colleghi designerpiùancorati al passato, ma da utente e professionista che collabora con numerose case automobilisti- che, sembra che quella del full electric su larga scala non sia una strada percorribile. Auto elettriche? Vedremo Partiamo da un presupposto: il motore e- lettrico è migliore sotto numerosi punti di vista a quello endotermico, a partire dall’ac- celerazione all’efficienza e non dimentichia- mo le emissioni ridotte a zero, ma non è fisicamente pensabile un’elettrificazione globale. I tempi di ricarica sono proibitivi, le postazioni di ricarica sono rare e spesso occupate (anche da vetture endotermiche) o non funzionanti. Immaginiamo, però, per un attimo, che, seguendo proclami politici già sentiti troppe volte, tutti passino improv- visamente alla motorizzazione elettrica e si investa un budget virtualmente illimitato in infrastrutture. Non sarebbe possibile avere unnumerodi postazioni di ricarica sufficienti a soddisfare il bisogno di un decimo delle vettureesistenti inqualsiasi scenariourbano, non per mancanza di investimenti o tecno- logia, ma di limiti dati dall’urbanizzazione. L’idrogeno, prima pericoloso e ora sempre più sicuro sembra essere la nuova via che abbiamo davanti. Combinando il meglio dei due mondi, potremmo unire tempi di rifornimento analoghi al motore a benzina, emissioni zero, prestazioni damotore elettri- co e da non dimenticare, la fine del dilemma sullo smaltimento delle batterie esauste. Toyota e Hyundai hanno già in commercio rispettivamente la Mirai e la Nexo e Alpine ha appena presentato, in collaborazione con IED Istituto Europeo di Design, la con- cept A4810, che affronta questa tecnologia. Parlando di design, poi, con l’idrogeno si conservano architetture e proporzioni di vetture endotermiche, a differenza di scelte più anticonformiste e spesso esteticamente più ‘difficili’, come per le vetture elettriche. Comunque vadano le cose e con una serie di variabili impazzite, difficilmente possiamo immaginare con esattezza il futuro, ma di certo cambieremo. E in fretta! Foto: Studio Pepe fotografia,Torino. M. Albera, head of operations Europe at Stu- dio 34;Transportation design area coordinator at IED Torino. Concept car A4810, realizzata da IED Torino in collabora- zione con Alpine. Hyundai Nexo con Power train a idrogeno. Toyota Mirai, la vettura a idrogeno più venduta sul mercato. SPECIALE INDUSTRIA AUTOMOTIVE

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