PO 445

progettare 445 • aprile 2022 17 anni fa, con l’indice che ha registrato una caduta superiore all’80%. Per le commodity industriali (che includonoanche imetalli) nel maggio dello scorso anno è stato raggiun- to un incremento annuo del 114%, livello massimo degli ultimi 25 anni. Se queste ultime hanno iniziato poi a decrescere, i prezzi delle commodity energetiche hanno invece continuato la forte tendenza al rialzo. Le ragioni che spiegano il rialzo dei prezzi delle materie prime sono di vario ordine e riconducibili principalmente a quattro macrocategorie di fattori: congiuntura- li, strutturali, geopolitici e speculativi. A queste si aggiunge la guerra deflagrata in Ucraina. L’analisi arriva da un Brief stilato da Cassa Depositi e Prestiti. Fattori congiunturali Con l’allentamentodellemisure di conteni- mento è seguita una veloce ripresa che ha trainato l’aumento della domanda di ma- terie prime e di semilavorati. Ma a questa non è corrisposto un incremento adeguato dell’offerta. Sono intervenuti anche fattori temporanei. Nel caso specifico del petrolio greggio, per esempio, l’aumento dei prezzi è stato accelerato dai tagli alla produzione concordati dall’Opec+, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, che, a partire da luglio del 2020 ha stabilito una significativa riduzione della produzione di petrolio su scala globale, con l’obiettivo di ridurre progressivamente le scorte presen- ti sul mercato e sostenere i prezzi verso un graduale recupero dei valori precrisi. Nel caso di altre commodity energetiche, quali il gas naturale, la ragione principale riguarda l’offerta. Le sfide dell’Europa al 2050 L’Europa si trova davanti grandi sfide: dalla transizione energetica ed ecologica all’attuazione del Green Deal europeo fino allo sviluppo digitale. Per la produzione di batterie per le automobili elettriche e lo stoccaggio dell’energia, il fabbisogno di litio in Europa potrebbe essere fino a 18 volte superiore entro il 2030 rispetto all’attuale livello di approvvigionamento e fino a 60 volte entro il 2050. La domanda di terre rare - utilizzate in varie applicazioni high-tech, green e per la difesa, dalle turbine eoliche ai sottomarini, dalla robotica al 5G - potrebbe essere fino a 10 volte maggiore entro il 2050. Secondo la tabella di marcia verso la neutralità climatica sviluppata dall’IEA, gli attuali tassi di produzione, il volume di offerta di metalli quali grafite, cobalto, vanadio, nichel e litio coprirà solo un terzo della domanda complessiva tra il 2021 e il 2050. Il possibile futuro disallineamento tra domanda e offerta di metalli potrebbe portare a un ulteriore deciso aumento del livello dei prezzi di alcuni metalli rispetto a oggi e, di conseguenza, persino ritardare la stessa transizione energetica. Per ridurre la propria dipendenza da Paesi terzi, l’Europa deve rafforzare internamente le proprie catene del valore per renderle più resilienti a shock di natura esogena. E questo non può non passare, ad esempio, per il reshoring di alcune fasi strategiche delle catene di produzione ma anche per lo sviluppo di innovazioni da applicare ai processi produttivi. A ciò va aggiunta la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento. Infine, è prioritario un cambiamento sistematico nell’utilizzo delle risorse, più efficiente e sostenibile, e ne incentivi il recupero. Sviluppare quindi una forte industria del riciclo delle materie prime, innovazioni di prodotto e di processo.

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