PO 444
42 progettare 444 • marzo 2022 La modalità e la qualità del vissuto dell’interazione dell’essere umano con i robot pongono una serie di interrogativi allo studio di una nuova disciplina, che guarda anche ai cambiamenti che macchine e piattaforme intelligenti portano nel lavoro e nel quotidiano delle nostre relazioni sociali MARCO ZAMBELLI Come coniugare robotica ed etica La robotica che oggi entra nelle nostre vite, dentro le imprese e fuori, ha un forte impatto non solo sul lavoroma anche sulla socialità delle persone. La roboetica nasce quindi per porre il problema del rispetto della parte fragile nell’interazione con i robot, ovvero l’uomo. Le prime coordinate sul tema si trovano già in Asimov, ancora in prospettiva narrativa nelle sue tre leggi della robotica: i robot non devono nuocere all’uomo, devono obbedire agli ordini im- partiti purché non contraddicano la prima legge, e devono proteggere la propria esi- stenza, senza infrangere le prime due leggi. Oggi che i robot sono una presenza reale nellenostre vite serveperòunadiscussione più approfondita delle implicazioni etiche e sociali del loro sviluppo. Ne parliamo con Padre Paolo Benanti, docente di teo- logia morale ed etica delle tecnologie alla Pontificia Università Gregoriana, Marco Bentivogli, coordinatore e co-fondatore Base Italia, Andrea Bertolini, avvocato, ri- cercatore alla Scuola Superiore Sant’Anna e direttore del centro di eccellenza Eura sulla regolazione della robotica e dell’AI, e Antonio Sgorbissa, docente Dibris, Uni- versità degli Studi di Genova. Roboetica e algoretica Potremmo definire la roboetica come parte dell’etica delle tecnologie, quale disciplina chenella fattispecie si occupadell’interazio- ne tra persone e robot. Proprio questa inte- razione è il fulcro del problema, in quanto, a differenza dei vecchi robot industriali, i INCHIESTA
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