PO 444

38 progettare 444 • marzo 2022 sostenuta da politiche industriali adegua- te e con un supporto agli investimenti in innovazione tecnologica, digitalizzazione e formazione del personale. Federtec per questo sta implementando alcune inizia- tive atte a far conoscere ai propri soci lo stato dell’arte e le nuove frontiere tecno- logiche per un’industria sostenibile. A tal fine, l’associazione ha di recente firmato dei protocolli d’intesa con i Competence Center di Milano, Torino e Bologna. Di fronte al drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, la spinta a perseguire una maggiore efficienza ener- getica nella produzione nel lungo periodo aumenta quindi anche per le imprese rappresentate da Anie, come conferma Vecchio, e su questa stessa linea anche Banzato aggiunge: “Per quanto riguarda noi, la filiera siderurgica, bisogna conti- nuare a investire su persone, tecnologie e prodotti in una logica sempre più rivolta alla sostenibilità che sta diventando il nuovo paradigma del fare e trasformare l’acciaio. Più in generale, sarà inoltre necessario continuare a garantire la sta- bilità politica in Italia come in Europa. In piena attuazione del Pnrr non oso pensare cosa vorrebbe dire per tutti noi, imprese e cittadini, la riapertura di una fase di forte incertezza e instabilità governativa. Porterebbe sicuramente a conseguenze nefaste sia per la crescita che per quanto riguarda la credibilità che il nostro Paese ha riguadagnato nell’ultimo anno”. Politica energetica Unanimi leassociazioni confindustriali chie- dono infine interventi di politica industriale ed energetica, che non hanno però trovato ascolto in occasione del tavolo di lavoro te- nutosi lo scorso gennaio con il ministro allo SviluppoEconomico, GiancarloGiorgetti.“I provvedimenti proposti dal Governo sono insufficienti e vogliamo pensare e sperare che siano solo l’inizio di una serie di altri interventi più strutturali - dice Banzato -. Ci aspettiamo misure di vera politica indu- striale e non interventi congiunturali, che non bastano a calmierare i prezzi di energia elettrica e gas che per noi sono vitali”. Per il presidente di Federacciai la situazione drammatica richiede quindi interventi ur- genti, superando la logica dellemisure spot eagendo in fretta comegià fattodai Governi di FranciaeGermania.“Per quanto riguarda il gas, una delle nostre proposte riguarda l’incremento della produzione nazionale di tre miliardi di metri cubi, da quattro a 7 miliardi, materialmente fattibile anche in tempi abbastanza veloci poiché l’Italia ha disponibilità sotterranee al momento non sfruttate - continua Banzato -. Sarebbe poi opportunovalutareuna riformadelmodello attuale di formazione del prezzo energetico, per renderlo più aderente alle dinamiche reali del mercato. Sarebbe interessante introdurre anche in Italia provvedimenti simili a quello francese, dove per le im- prese energivore è stato fissato che il 60% del consumo di gas possa avvenire a un prezzocontingentato, calcolatoe indicizzato ai costi di produzione del nucleare transal- pino. In Italia si potrebbe fare lo stesso con un’indicizzazionedell’idroelettrico”. Sonoal- tresì possibili interventi congiunturali, come illustra Vecchio: “La disciplina comunitaria consente di intervenire sulle componenti fiscali e parafiscali della bolletta elettrica e del gas naturale aumentando il livello di esenzione per i settori manifatturieri, con particolare riferimento agli energivo- ri a rischio delocalizzazione (ad esempio aumentando, come nel caso tedesco, la riduzionedegli oneri parafiscali pagati dagli utenti industriali a copertura dei sussidi alle fonti rinnovabili). Inoltre, guardando all’aumento dei prezzi della CO 2 , la Com- missione potrebbe adottare delle misure anti-speculative per gli strumenti derivati (ad esempio in termini di margini o agendo con riferimento allaMarket stability reserve al fine di calmierare i prezzi)”. Federacciai ri- tiene infine necessario porre una fortissima attenzione al sistema della interrompibilità: “Si tratta di un sistema che garantisce il servizio elettrico nazionale - dice Banzato in conclusione -, la cui remunerazione negli ultimi anni è crollata per il fatto che parteci- pano ad aste soggetti che in comune hanno pochissimo. Se questa non fosse rivista negli anni futuri in qualche maniera, noi come settore credo che dovremo rivedere il fatto di fornire ancora il servizio”. @marcocyn INCHIESTA

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